Il cantautore di Carrara mette (nuovamente) d’accordo critica e pubblico con la sua “Viceversa”. Gabbani lascia a casa scimmia, pappagalli, pesci e animali e continua a ricevere consensi.
È stato il primo e il solo (fino ad ora) nella storia di Sanremo a trionfare nelle due principali categorie della manifestazione canora in due edizioni consecutive: 2016 tra gli esordienti col brano “Amen” e nel 2017 tra i Big con “Occidentali’s Karma“. A Sanremo 2020 Gabbani si “presenta” senza animali, ma sembra incontrare daccapo i favori di tutti.
Il grande pubblico ha cominciato a conoscere e apprezzare Francesco Gabbani nel 2016 quando, sul palco dell’Ariston, ha trionfato nella categoria esordienti con il brano “Amen” (ottenendo anche il Premio “Emanuele Luzzati“, il Premio della Critica “Mia Martini” e il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo). Un cantautore poliedrico, capace di scrivere e cantare pezzi dai temi profondi “incastonati” in melodie piacevoli, ritmate e facili da ricordare e canticchiare. Per far questo l’artista classe 1982 di Carrara ricorre alla storia, alla filosofia, alla natura e al mondo degli animali con una facilità tipica dei grandi parolieri.
Nel 2014 nell’album Greitist Iz troviamo una traccia intitolata “Tarantola” interamente dedicata al ragno e al suo veleno.
Nel pezzo con cui ha trionfato a Sanremo Giovani, “Amen” (album Eternamente ora), descrive l’uomo che si addormenta e nel sogno crea il mondo dove vive “[..] in armonia con gli uccelli del cielo e i pesci del mare. Non v’era la guerra, la morte, la malattia, la sofferenza” per poi svegliarsi bruscamente.
L’anno successivo, nell’album Magellano, troviamo tre tracce con riferimenti animaleschi. Ne “La mia versione dei ricordi” si legge “[..] lo dico ad ogni casa/ogni vetrina accesa/al cane che mi annusa/all’uomo e alla sua rosa; lo dico ai manifesti/al mondo che ci ha visti/per convincermi ch’è vera a tutti i costi/la mia versione dei ricordi […]” mentre restano memorabili le esibizioni a Sanremo 2017 con al suo fianco il ballerino Filippo Ranaldi travestito da scimmia, chiaro riferimento al testo della canzone “Occidentali’s Karma […] la scimmia nuda balla […]”. Con questo brano Gabbani ha anche partecipato all’Eurovision piazzandosi sesto ma ricevendo il premio della sala stampa.
Nello stesso album è contenuta “Pachidermi e Pappagalli”; questa canzone è una critica ai mezzi di comunicazione di massa, a internet, alle fake news che negli ultimi tempi vogliono gettare ombre sulla veridicità di fatti di storia realmente accaduti: sbarco sulla luna, realizzazione delle piramidi, personaggi famosi come Hitler, Elvis, Marylin, Gandhi. E il pubblico bersagliato da questo marea di informazioni reagisce come pachidermi (simbolo di pigrizia nella ricerca della reale informazione oppure riferimento agli elefanti che godendo di buona memoria credono alle verità storiche respingendo le nuove teorie) o pappagalli (persone che ripetono ciò che gli viene detto o ciò che leggono senza approfondire o verificare la veridicità delle informazioni). Nel video ufficiale della canzone Gabbani è in mezzo al mare su un’imbarcazione proprio con un coloratissimo pappagallo.
A Sanremo 2020 la sua “Viceversa” è interamente dedicata all’amore alle “[…] anime purissime in sporchissimi difetti […] Se dovessimo spiegare in pochissime parole/Il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore/Basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare/Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa[…]”.
Nessun riferimento all’amato mondo animale in questo 2020 per Gabbani che senza scimmia, pappagalli, pachidermi e pesci ha comunque incassato gli applausi e i consensi di pubblico e addetti ai lavori piazzandosi al primo posto nella classifica della puntata di martedì 5 febbraio.
Gabbani inoltre nella serata dedicata alle cover ha scelto “L’Italiano” di Toto Cutugno; una fotografia di retaggi tutti italiani “scattata” nel 1983 ma forse ancora attuali come “il canarino sopra la finestra”.
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