Nel giorno dedicato alla non violenza 2020 la redazione di Amore a Quattro zampe dice “no” al maltrattamento di animali con un gesto simbolico: da Schopenhauer a Papa Francesco a Kant, frasi e aforismi che fanno riflettere.
“Quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità. Di conseguenza, è vero anche che l’indifferenza o la crudeltà verso le altre creature di questo mondo finiscono sempre per trasferirsi in qualche modo al trattamento che riserviamo agli altri esseri umani. Il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone” la nostra carrellata inizia con Jorge Mario Bergoglio (Papa Francesco), dal Laudato sì del 2015.
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Ci sono due cose che mi hanno sempre sorpreso: l’intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini – Flora Tristan
Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli. Se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, né angoscia – Articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’animale, promulgata nel 1978
Non vi può essere nulla di culturale e condiviso a livello nazionale nello sfruttamento di una creatura vivente e nella sua morte – Michela Vittoria Brambilla, Lettera aperta ai cittadini toscani, 2011
La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l’uomo crudele con gli animali non può essere buono – Arthur Schopenhauer
La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali – Mohandas Gandhi
Torturare un toro per il piacere, per il divertimento, è molto più che torturare un animale, è torturare una coscienza – Victor Hugo
La crudeltà nei confronti degli animali non è conciliabile né con una vera cultura né con una vera erudizione. Essa è uno dei vizi caratteristici di un popolo rozzo e ignobile – Alexander von Humboldt
Possiamo conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui tratta gli animali – Immanuel Kant, Lezioni di etica, 1775/80 (postumo)
Anche noi che ci preoccupiamo per un gatto dalla zampa spezzata o per un cane abbandonato, poi facciamo finta di non sapere come vengono uccisi i vitelli per fornirci di bistecche: in fila di prima mattina al mattatoio, uno dietro l’altro, aspettando il turno per sottoporsi al crudele chiodo pneumatico che spacca loro il cranio in un secondo. E la cosa più atroce è che mentre fanno la fila, vedono morire i figli, i fratelli, le madri, i padri. E quando li trasportano da un paese all’altro, da una città all’altra, li spingono dentro dei vagoni sprangati in cui sono costretti a stare in piedi per giorni interi, facendosi i bisogni l’uno addosso all’altro, senza mangiare e senza bere (tanto vanno a morire e chi se ne frega), proprio come facevano i nazisti con le loro vittime.
Dacia Maraini, Dolce per sé, 1997
S.C.
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