Alla scoperta della Processionaria, il bruco che può essere pericoloso per i nostri amici a quattro zampe: come riconoscerla.
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è una delle specie più invasive e distruttive. È conosciuta principalmente come processionaria oppure ruga o gatta pelosa. Questo bruco è la fase larvale di una falena, che è assai pericolosa per i nostri amici a quattro zampe e per noi. Il suo nome riprende le sue abitudini di vita. Difatti è solita spostarsi frequentemente per trovare del cibo e, per farlo, le larve danno vita ad una processione di gruppo. Generalmente vive sui pini.
Negli ultimi anni si è vista la necessità di contenere e limitare la diffusione questa specie di bruco e molti paesi hanno provveduto a regolamentare la faccenda attraverso leggi apposite. Dalla rimozione meccanica dei nidi ai i trattamenti con insetticidi spruzzati dagli aerei, anche se spesso si sono rivelati rischiosi per tutte le specie e solo soluzioni temporanee.
È importante riconoscerlo per salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri cani e gatti. I peli urticanti delle larve del bruco, infatti, sono in grado di provocare reazioni dannose nell’uomo e in altri mammiferi. Un cane troppo curioso, per esempio, potrebbe cadere nella trappola. La processionaria è dotata di numerosi peli urticanti che usa per proteggersi dai potenziali predatori.
Questi piccoli peli, tuttavia, possono causare gravi irritazioni al contatto, soprattutto agli animali che si avvicinano con il naso e la bocca, esponendo le mucose più sensibili. Per questo motivo è necessario saper individuare una processionaria da qualsiasi altro tipo di bruco per salvaguardare la salute dei nostri amici a quattro zampe.
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Diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, la ruga si distingue facilmente per il suo aspetto. La sua fase larvale è la più pericolosa. Il bruco misura circa 1-3 centimetri in lunghezza ed è di un colore verde-marrone. Si notano subito i piccoli peletti che all’apparenza possono essere morbidi ma, poi, sono estremamente orticanti.
In inverno si rifugiano su alberi come i pini, i cedri, i larici e gli abeti, dove si costruiscono dei nidi sericei intessuti tra i rami che, all’apparenza, sembrano un nido di ragno. Quando si risvegliano, invece, le larve si nutrono voracemente degli aghi di pino e delle foglie fino a raggiungere la pinea maturità in primavera, dove scendono e danno vita ad una processione, file di diversi metri, per cambiare meta e avere altro cibo.
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