Educazione in spiaggia: come insegnare ai bambini il rispetto per il mare

Educazione in spiaggia: come insegnare ai bambini il rispetto per il mare

L’educazione in spiaggia con l’arrivo del caldo e dell’estate é fondamentale, ma di cosa parliamo esattamente?

Educazione in spiaggia
(Foto: GettyImages)

É iniziata l’estate, e con sé anche il caldo torrido che ci accompagnerà fino alla fine della stagione. Per combattere queste ondate di calore, una delle soluzioni più comuni a cui giungono milioni di persone è quella di rifugiarsi in spiaggia, in acqua o al fresco sotto l’ombrellone.

Il mare é quindi, in questo periodo dell’anno, senza ombra di dubbio il nostro miglior alleato. E proprio per questo motivo, é importante prendersene cura ed incominciare ad educare i propri bambini al rispetto della marea e di tutte le creature che ci vivono.

Educazione in spiaggia: come insegnare ai bambini il rispetto per il mare

Come faccio a responsabilizzare un bambino e a fargli capire quanto sia essenziale il rispetto per l’ambiente, per l’oceano, il mare e per tutti i piccoli animali in cui ci abitano?

Per fortuna, sei capitato nel posto giusto. Il primo passo, per educare i bambini, é informarli. Metterli in guardia é un modo per poterli coinvolgere.

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Bambini che giocano al mare
(Foto: GettyImages)

Va bene, ormai é chiaro, l’educazione in spiaggia é essenziale, ma di cosa devo renderli a conoscenza precisamente? Iniziamo!

  • Le conchiglie non si raccolgono: si, sono bellissime e a chiunque verrebbe voglia di portarsele a casa con sé, ma in pochi sanno che sono strutture biologiche che servono a nutrire gli esseri viventi,

(Dopo un pò di tempo, la conchiglia dissolvendosi lascia del calcio, di cui si alimentano molti molluschi) oltre che a garantire la sopravvivenza di molti animali, come ad esempio i granchi.

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Quando diventano troppo grandi, infatti, devono abbandonare il proprio guscio per trovarne un’altro, altrimenti moriranno, e spesso, é proprio la conchiglia a salvarli la vita, diventando la loro casa.

 

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  • Non pescare né tantomeno giocare con organismi marini: ogni anno sono sempre di più i bambini che con una mascherina, un retino ed un secchiello, vanno alla ricerca di granchi, stelle marine o perfino meduse.

É necessario avvisarli, dunque, che siamo noi i responsabili della loro conservazione ed é nostro dovere accudirli e proteggerli.

  • Non gettare rifiuti in mare: Solo qualche giorno fa, con precisione l’11 di luglio, è stato il santo padre a ricordare l’importanza di non buttare plastica in mare, affermando:

“Non possiamo permettere che i mari e gli oceani si riempiano di distese inerti di plastica galleggiante.”

Plastica in mare
(Foto: GettyImages)

Ogni anno, sono esattamente 8 milioni di tonnellate di plastica ad entrare nell’oceano, ed innumerevole la quantità di uccelli, tartarughe ed organismi marini che muoiono ingerendo o rimanendo impigliati a detriti di plastica.

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Solo cominciando a sensibilizzare i bambini (e chiunque non ne fosse al corrente) su una tematica così importante come il rispetto per il mare, cambierà qualcosa. Fino ad allora, non ci resta che contribuire affinché la situazione inizi a migliorare.

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Irene Forte

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