Può capitare di doverci assentare per un periodo, anche contro la nostra volontà, e dover stare lontani da casa e da loro: ecco quanto fa male separarsi dagli animali domestici.
Non sempre le cose vanno come ci si aspetterebbe sia nei rapporti personali sia per quanto riguarda gli eventi della vita, che talvolta possono costringerci ad allontanarci da luoghi, persone e anche i nostri animali. E ovviamente questo fa stare male, ma quanto? Uno studio ha analizzato quanto fa male separarsi forzatamente dagli animali domestici in base ad alcuni parametri: ecco di cosa si tratta.
Sarebbe lungo e complesso spiegare quanto possa far bene emotivamente convivere con un animale domestico, e probabilmente solo chi ne ha uno in casa con sé riuscirebbe davvero a capirlo. In generale possiamo però capire quanto sia confortante avere un amico a quattro zampe felice di vederci al nostro ritorno a casa, oppure uno col quale condividere momenti belli e brutti delle nostre giornate.
Tuttavia anche a livello fisico si è dimostrato che stare in casa con un cane o un gatto o altro animale domestico ha effetti positivi sullo stress, sulla nostra ansia e riescono a indurre anche i padroni più sedentari a fare attività fisica. Inoltre e non solo nella fase della crescita di un umano, la loro compagnia promuove l’empatia e il senso di responsabilità nel doversi prendere cura di un altro essere vivente.
Non è uno studio recente quello che si è occupato di analizzare ‘quantitativamente’ il dolore del separarsi forzatamente da un animale domestico, o meglio ha radici lunghe almeno 27 anni, poiché è allora che gli studiosi della australiana Università James Cook hanno iniziato ad interessarsi all’argomento.
Stare lontani oppure perdere un cane, un gatto o un altro animale domestico cui ci si era affezionati ha i suoi rischi e il suo impatto emotivo sui padroni, che pare sia maggiore nei casi in cui ci si debba allontanare forzatamente da casa lasciandoli lì. Infatti quando ad esempio si è costretti ad abbandonare il focolare domestico, il pensiero corre agli amici a quattro zampe che sono ‘costretti’ a continuare a viverci anche quando le condizioni sono pessime e talvolta pericolose.
Pensiamo infatti ai (purtroppo) numerosi e crescenti episodi di violenza domestica, nelle quali spesso le vittime sono indotte a sopportare per non abbandonare gli animali soli nelle mani degli aggressori, quando ovviamente non è possibile portarli con sé. Di sicuro avere il loro appoggio fa bene ma di certo non può risolvere la situazione emotiva che si viene a creare in un ambiente caratterizzato da soprusi e violenza.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Vivere con un cane o un gatto fa bene alla memoria, lo rivela uno studio rivoluzionario!
Ma come fare a capire se quella che si sta subendo in casa è una situazione che fa male sia alle vittime sia agli animali? In queste occasioni di incontro o colloquio con le vittime di violenza domestica è opportuno quanto necessario porre domande anche sulla condizione in cui si ritrovano a vivere gli animali.
Bisogna pensare che non si è soli e che ci si può affidare anche alle strutture preposte all’accoglienza di questi ultimi sia in questi casi sia anche in caso di calamità naturali, che costringono padroni a trovare alloggi di fortuna, nei quali non è sempre possibile portare con sé i propri amici a quattro zampe.
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