Due amici ‘diversi’: come reagiscono cane e gatto quando l’uomo parla

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By Francesca Ciardiello

Cani, Curiosita

Li scelgono proprio perché possono dare amore in maniera eccezionale entrambi ma diversamente: come cambia il rapporto di cane e gatto con l’uomo.

Padrona parla al cane e padrona parla al gatto
Cane e gatto quando parla l’uomo: differenze (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Anche se a volte vorremmo che l’uno si comportasse come l’altro, in realtà si tratta di due animali molto diversi e capaci di creare relazioni diverse appunto con i loro padroni: vi sono differenze rispetto a come reagiscono cane e gatto quando l’uomo parla ed è proprio questo che li rende tanto speciali. Ma in cosa si differenziano e come si rapportano a chi si prende cura di loro (ma anche ad estranei)? Tutto quello che c’è da sapere sui loro approcci.

Cane e gatto: due modi di essere ‘diversi’

Elencare tutte le differenze tra cane e gatto in relazione con l’uomo sarebbe davvero troppo lungo e talvolta anche inutile, poiché alcune sono alquanto palesi: tuttavia entrambi sono in grado di diventare i ‘migliori’ amici dell’umano e della famiglia di cui entreranno a far parte. Se Fido vede il padrone come capobranco, Micio instaura con lui un legame di tipo padre-figlio.

Cani da caccia con l'uomo
Cani a caccia col padrone: come reagisce il cane quando l’uomo parla (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Da sempre il cane è stato chiamato a ‘collaborare’ al fianco dell’uomo, mentre il felino domestico è più indipendente e tende a non soffrire il distacco momentaneo dal padrone, seppur non si possa generalizzare a riguardo: quando Micio avrà bisogno di coccole sarà lui stesso a deciderlo e ad avvicinarsi per riceverle, mentre il primo sopporta malamente di essere ignorato.

Cane e gatto quando l’uomo parla: ma come ci si rivolge a loro?

Prima di capire in che modo reagiscono i due animali quando l’uomo parla, ci siamo mai chiesti qual è il modo di rivolgersi a loro che utilizza il padrone? Non è un caso se spesso si tende ad umanizzare i cani ma anche i gatti, poiché ci si rivolge a loro anche con un linguaggio che potremmo definire ‘infantile’ per certi versi.

Ma in cosa consiste? Non si tratta solo di parole ma soprattutto di intonazioni, sguardi e contatto fisico: è quasi una melodia, un tono di voce alto e un marcare bene le parole per farsi intendere. Tutte queste caratteristiche lo rendono un linguaggio elementare, bambinesco, un ‘baby talk’ appunto. Infatti lo si usa sia coi neonati sia con gli animali domestici (spesso trattati come bambini).

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Cane e gatto quando l’uomo parla: differenze sostanziali

Ma che succede quando l’uomo si rivolge al cane o al gatto? La reazione al baby talk è sicuramente molto diversa e, in un certo senso, esprime chiaramente la differenza tra le due personalità (con le dovute eccezioni, naturalmente).

Se infatti il cane tende a dare attenzione e credito a chi parla, anche se si tratta di una persona a loro estranea, al gatto sembra essere quasi indifferente il ‘monologo’ dell’umano di turno, salvo quando si tratta del padrone. Se il primo infatti si avvicina e cerca il contatto con chi parla, il secondo dovrà essere chiamato più volte prima di porgere la sua attenzione.

E come mai reagiscono in modo così diverso? Studi sull’argomento hanno individuato come causa principale il fatto che Fido è portato per natura e per occasioni di incontro pubbliche a relazionarsi maggiormente con esseri umani che non conosce, mentre il gatto (restando quasi sempre a casa o al massimo nel giardino privato) non incontrerà molte persone diverse dal suo padrone o dalla famiglia.

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Lo studio di Charlotte de Mouzon sulle reazioni del gatto

Lo studio guidato da Charlotte de Mouzon dell’Università di Parigi Nanterre è stato condotto su 16 studenti, padroni di gatti e questi ultimi: gli umani hanno rivolto ai loro esemplari felini delle domande con un tono di voce diverso (prima normale e poi utilizzando il ‘baby talk’). Di sicuro la risposta c’è stata quando ci si è rivolti a loro con un linguaggio infantile.

Gatto ascolta chi parla
Gatto presta attenzione all’uomo che parla se si tratta del padrone (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

De Mouzon ha dimostrato anche che se nel caso in cui era il padrone a parlare l’attenzione dei gatti era comunque più alta di quando a loro si rivolgeva la ricercatrice (dunque una persona estranea), nonostante quest’ultima utilizzasse il baby talk. Inoltre pare che i felini siano maggiormente attratti dalle voci acute, quindi quelle femminili (pare anche che i gatti preferiscano le coccole delle donne rispetto a quelle maschili): tuttavia ciò non significa che quando a parlare era un padrone maschio non prestassero attenzione, tutt’altro.

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