Lo conosciamo per essere il falegname degli uccelli, un vero e proprio martello pneumatico con le piume. Ma scopriamo qualche altra curiosità sul picchio.
Considerati da tutti come un uccello che riesce a costruire la sua casa con il solo uso del becco, come se fosse un martello pneumatico o un trapano elettrico. Infatti, mentre altre specie di uccelli costruiscono i loro nidi con fili d’erba, rametti e bastoncini di legno, i picchi martellano proprio negli alberi più spessi per scavare il legno, per costruire nelle aperture i loro nidi, dove possono trovare anche delle gustose prede e sfruttare i flussi di linfa che gli alberi rilasciano. Ma questi uccelli non hanno bisogno di elmetti ed occhiali di protezione per il loro lavoro di edilizia, mentre colpiscono e martellano il legno. Tra le curiosità sul picchio che vedremo oggi, scopriremo anche che hanno i loro modi originali per evitare danni al cervello e agli occhi.
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I picchi hanno una vita caratterizzata dai forti colpi, diciamo anche letteralmente. Immaginiamo di correre (ripetutamente!) verso un albero a tutta velocità colpendolo con la nostra faccia. Un picchio può colpire un tronco d’albero 100 volte al minuto, a una velocità che arriva fino a 24 chilometri orari. E se un essere umano probabilmente finirà in ospedale già dopo il primo colpo, un picchio può sopravvivere senza alcun danno anche dopo ripetuti colpi, con una media di 12.000 colpi al giorno! E un picchio può vivere per oltre 10 anni. Parliamo di un bel po’ di testate sul legno, no?
Le forze interessate alla decelerazione dopo ripetuti impatti così forti, raggiungono un incredibile forza di 1.000 G, e mettono sotto sforzo in modo estremo il collo, lo scheletro ed il viso di questi uccelli. Comprensibilmente, gli scienziati hanno deciso di capire come fanno i picchi ad evitare danni al loro cervello. E la risposta era – prevedibilmente – qualcosa di più di un teschio molto forte, semplicemente.
Finora, i ricercatori hanno identificato tre distinti fattori che consentono ai picchi di resistere a questi costanti colpi che subisce la loro testa: i potenti muscoli del collo, la colonna vertebrale flessibile, e la lingua lunga, che avvolge il cranio. Gli scienziati hanno osservato al rallentatore vari filmati di picchi, hanno testato e analizzato i loro teschi, e hanno creato delle simulazioni al computer per capire esattamente cosa succede nel momento in cui un picchio colpisce un albero.
L’osso di supporto che avvolge il cranio, anche noto come “ipoide”, funge come una da cintura di sicurezza per prevenire danni al cervello, mentre le due parti del becco (superiore ed inferiore) hanno lunghezze diverse, riducendo così la trasmissione delle forze. Infine, alcune ossa del cranio hanno strutture spugnose e simili a placche, che distribuiscono le forze in entrata e riducono lo stress che subirebbe il cervello. Tutto sommato, la testa e il collo di un picchio lavorano insieme per mantenere l’uccello in perfetta forma, nonostante i colpi… di testa.
Scoperto all’inizio del 1800 durante la spedizione di Lewis e Clark, negli USA occidentali, il picchio di Lewis (Melanerpes lewis), scuro e iridescente si distingue tra tutti i picchi per varie caratteristiche davvero uniche. Originario della campagna e dei parchi aperti con pini o querce, il picchio di Lewis ha la capacità di fare buchi nei tronchi, ma usa questa abilità principalmente per fare buchi in cui vivere.
Normalmente, non picchietta il legno per nutrirsi di insetti: il picchio di Lewis può mangiare insetti dalla superficie di un albero, ma più spesso cerca in un albero morto o un palo di legno, prima di andare in volo fuori a caccia, per catturare insetti. In autunno e in inverno, questi uccelli mangiano ghiande, frutta, semi e altre noci.
Uno dei più grandi picchi degli Stati Uniti con circa 28 cm di lunghezza, il picchio di Lewis è più bravo a volare rispetto alla maggior parte dei picchi. La sua eccellente capacità di planare e la minore velocità di battito di ali, lo fanno sembrare più simile a un corvo quando vola.
Il picchio delle ghiande, che vive negli Stati Uniti occidentali, nel Messico e nell’America centrale, non martella gli alberi per trovare gli insetti o creare nidi, a differenza della maggior parte dei picchi. La sua ricca vita sociale si basa sull’accoppiamento e l’accaparramento. I picchi delle ghiande mangiano e si riproducono in gruppo, con molti uccelli che tendono a fare un nido alla volta durante la stagione degli amori.
Nel loro territorio creano centinaia di buchi nelle querce, e ci mettono dentro le piccole ghiande. Questi uccelli difendono i loro alberi di ghiande come gruppo, perché dipendono veramente tanto da questi semi per sopravvivere. Se serve per fornire loro cibo, le ghiande vengono martellate via dall’albero, così che l’albero dopo sembra sia stato crivellato di colpi di mitragliatrice. Una volta, una casa è stata utilizzata come dispensa dai picchi delle ghiande, così che lo stipite della sua porta sembrava avesse subito una sparatoria.
Un’altra curiosità sul picchio è sulla grande resistenza fisica e la sua capacità di arrampicarsi sugli alberi. La coda di questo uccello, appositamente adattata per la sua vita su un tronco d’albero, ha punte acuminate che scavano nella corteccia di un albero. Mentre il picchio si aggrappa con i suoi forti artigli, la sua coda funziona come una sorta di cavalletto da bici, per tenere l’uccello ancorato al tronco. Quando un picchio martella con forza un albero per trovare insetti, o per scavare e creare il suo nuovo nido, può fare affidamento sulla sua coda appuntita per creare un vero e proprio treppiede, che gli da una leva e in generale stabilità.
I picchi usano i loro artigli appositamente adattati, che gli consentono afferrare saldamente un tronco d’albero o di arrampicarsi rapidamente e facilmente su di esso. Questo evita che l’uccello cada dall’albero, non importa quanto scomoda sia la posizione in cui si trova, o quanto venga scosso mentre martella. La coda di un picchio, quando viene allargata, ha molte punte acute all’estremità, molto diverse dalle piume più ampie che si trovano nella parte superiore nella coda.
Siamo abituati a immaginare i picchi come uccelli sugli alberi. Ecco perché il nome del picchio di terra (Geocolaptes olivaceus) sembra essere qualcosa di sbagliato. Con i suoi spettrali occhi gialli, le piume tinte di verde/marrone con dei dettagli rossastri, il picchio di terra cerca principalmente il suo cibo beccando la terra, e non il legno degli alberi. Questi uccelli si trovano esclusivamente in Sudafrica, Swaziland e Lesotho. Vivono nelle zone aride degli altopiani che hanno pendii rocciosi, erba e massi.
Questo è il più grande picchio in queste aree, con i suoi 30 centimetri, e cerca tra le rocce e le aree aperte per trovare le formiche, la base della sua dieta altamente specializzata. Sebbene le formiche gli forniscano quasi tutto il cibo necessario, i picchi di terra mangiano anche termiti ed altri insetti. La loro lingua lunga, retrattile e appiccicosa può farsi strada nei punti più stretti, e trascinare facilmente gli insetti nascosti fuori con sé.
Inoltre, i picchi di terra maschi e femmine lavorano insieme, usando i loro potenti becchi per scavare tunnel e camere delle uova nei banchi di terra, per fare i loro nidi. Dopo la schiusa delle uova, entrambi i genitori nutrono i loro pulcini con insetti rigurgitati.
Nonostante sappia volare, la maggior parte degli uccelli non sa salire sugli alberi. Con tre dita rivolte in avanti, ed una rivolta all’indietro, gli uccelli canori hanno piedi anisodattili, cioè che sono fatti per camminare, nuotare o posarsi su un ramo. Sono particolarmente utili quando gli uccelli si appollaiano sui rami, perché i muscoli del piede si stringono in un modo che impedisce loro di cadere, anche se dormono.
Anche se la disposizione delle dita sui piedi nei picchi è diversa, anche i loro piedi possono impedire loro che cadano. A differenza degli uccelli canori, i picchi hanno piedi zigodattili, con due dita rivolte in avanti e due all’indietro in un’immagine speculare. Mentre un picchio afferra la corteccia di un albero con le sue punte affilate e si muove verso l’alto in modo saltellante, le punte sulla sua coda rigida forniscono un supporto aggiuntivo per impedire all’uccello di cadere. Avere due dita nella parte posteriore ed una coda a spillo li ancora anche quando martellano sui tronchi.
Continuando con le curiosità sul picchio, di certo oltre a chiederci come fanno a non farsi male martellando, c’è anche una domanda sulla protezione dei loro occhi. I picchi hanno setole o piume morbide, posizionate intorno alle loro narici, per proteggerli dai danni al naso. Oltre a queste piume, delle speciali sacche d’aria filtrano la polvere lontano dalle loro narici. Queste caratteristiche sono particolarmente utili quando i picchi praticano buchi negli alberi perché nel farlo generano molta segatura e detriti volanti, che volano vicino alle loro teste.
Il picchio lanuginoso, lungo 15 centimetri (che è il picchio nordamericano più piccolo), ha le setole nasali più prominenti e proporzionalmente più grandi tra tutti. Questo grazioso uccello ha un manto bianco e nero, e il maschio ha una macchia di rosso sulla parte posteriore della testa. I picchi lanuginosi vivono in tutti gli Stati Uniti, dalla Florida all’Alaska.
Tutti i picchi hanno un’altra caratteristica per proteggere i loro occhi dai trucioli volanti mentre martellano gli alberi: una terza palpebra traslucida, chiamata “membrana nittitante”, si chiude appena prima che un picchio colpisca il legno con il becco. L’uccello può vedere attraverso questa palpebra, che oltre a proteggere pulisce l’occhio mentre si sposta sul bulbo oculare.
Nei boschi del Nord America, quattro specie di picchio del genere Sphyrapicus – il picchio di Williamson, il picchio panciagialla, il picchio nucarossa ed il picchio pettorosso – praticano piccoli buchi nei tronchi di alcuni alberi per estrarre linfa e mangiare gli insetti attratti dalla linfa. Questi picchi hanno sviluppato una collaborazione con i colibrì a beneficio di entrambi. Mentre i picchi di questa specie praticano i fori per estrarre la linfa, i colibrì li seguono da un albero all’altro per mangiare anche dove si trovano i picchi.
Per parte loro, i colibrì allontanano gli uccelli più grandi che cercano di sfruttare per pranzo i fori fatti dai picchi, preservando così il cibo per entrambi. Anche se molti uccelli amano la linfa, la maggior parte non ha il giusto tipo di becco per fare i buchi adatti a estrarla. I colibrì hanno bisogno dei nutrienti del nettare per sopravvivere. Tuttavia, mentre volano verso nord durante la primavera, le ondate di freddo possono ritardare la fioritura dei fiori e causare quindi una carenza di nettare per i colibrì.
Gli Sphyrapicus quindi sono per loro un ottimo modo per avere una buona fonte di cibo alternativa, perché la composizione della linfa è simile al nettare. Come il nettare, la linfa è piena di sostanze nutritive, tra cui zuccheri, minerali ed aminoacidi. Questi picchi perforano la linfa solo durante la primavera e l’estate. Quando la linfa si asciuga, mangiano invece insetti, noci e frutta.
Siamo quasi alla fine della nostra lista di curiosità sul picchio. Originari del deserto (e degli habitat circostanti) negli Stati Uniti sud-occidentali ed in Messico, i picchi di Gila usano i saguari per il loro cibo e riparo. I saguari sono giganteschi cactus, simili ad alberi, che possono raggiungere anche un’altezza di 13 metri e 3 metri di circonferenza. Questi uccelli, lunghi poco più di 25 cm, sono per lo più marroni, con una sorprendente schiena a scacchi e accenti facciali rossi. Oltre agli insetti, i picchi di Gila mangiano bacche e frutti dei cactus su cui vivono.
Dotato di uno spesso becco, questo picchio svolge un ruolo importante nel mantenimento della salute dei saguari, rimuovendo gli insetti e tagliando il tessuto danneggiato, il che guarisce i cactus malati. Questi uccelli scavano nuovi siti di nido ogni anno. Dopo che i picchi di Gila abbandonano i loro nidi, molti animali tra cui gufi degli elfi, roditori, rettili e altri, possono usare queste cavità per riprodursi. E da quando gli umani hanno invaso il loro habitat nel deserto, i picchi di Gila si sono adattati, andando a raccogliere a volte il nettare dagli alimentatori destinati ai colibrì.
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Un’altra bizzarra curiosità sul picchio, il torcicollo (Jynx torquilla) eurasiatico che torce il collo (appunto!) e sibila come un serpente. Le due specie di torcicollo hanno strane piume screziate e dimensioni piccole, che lo fanno assomigliare più a un passero che a un picchio. La loro dieta consiste quasi interamente di formiche: una grande ghiandola sotto il becco di questi picchi secerne uno spesso muco, per intrappolare la loro preda.
Nidificando in un ambiente boschivo aperto e nutrendosi frequentemente a terra, il torcicollo sa torcere il suo collo di 180 gradi quando viene minacciato, e quando affronta l’avversario emette un sibilo simile a quello di un serpente. Questa spaventosa tecnica di difesa ha portato addirittura alcune culture a pensare che maledisse il suo avversario, come se lanciasse una maledizione, portando i praticanti della stregoneria a invocare questo uccello quando lanciavano i loro incantesimi. Ora i numero dei torcicollo è in calo a causa della perdita di habitat, e in inverno migrano in Africa.
F. B.
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