Dolce e atletico, ma credete di sapere proprio tutto su di lui? Tutte le curiosità sul Pastore australiano, dalle origini alla sua storia al carattere: non avrà più segreti per noi.
Un cane dal nome particolare, che già butta un’ombra di mistero sulle sue origini; la storia di come ha creato un rapporto con l’uomo, il suo ruolo in famiglia fin dall’inizio dei tempi e come viene ‘utilizzato’ nella sciagure dei nostri giorni. Queste e tante altre curiosità sul Pastore australiano che forse non conosciamo e che saremo felici di scoprire, prima di sceglierlo come nostro cucciolo domestico.
Che si tratti di un cane da Pastore è assolutamente chiaro per il ruolo che ha da sempre rivestito nella storia dell’uomo: non è stato solo un ottimo animale da compagnia ma anche un valido aiuto nell’allevamento e su altri campi.
Ma se le sue origini non sono australiane, perché allora il nome ‘Australian Shepherd’ (o Aussie) fa riferimento proprio a quel continente? Perché lì è arrivato, sebbene si sia sviluppato in terra americana.
La storia di questa razza inizia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento con i pastori baschi che, emigrando dalle terre natie fino ai remoti territori australiani e poi negli USA hanno portato con loro i fedeli compagni di lavoro e di vita a quattro zampe. E’ proprio in America che questa razza nasce e si sviluppa.
Il Pastore australiano nasce dall’incrocio di una razza australiana, lo Smithfield, e un pastore basco, ovvero l’Euskal artzain txakurra o pastore vasco. I loro cuccioli inizialmente venivano chiamati ‘little blue dogs’, molto probabilmente per il colore del loro manto che ancora oggi appare tra i più variegati in natura.
Col tempo gli allevatori hanno reso fatto in modo che questa razza sviluppasse quei caratteri che possiede ancora oggi. Fin dal principio, proprio grazie alle sue qualità, questi cani venivano utilizzati nei ranch, poi nei rodeo e negli spettacoli equestri. Se nell’800 erano ottimi cercatori d’oro, ancora oggi sembrano insostituibili nel loro ruolo di guardiani del gregge. Dopo la Seconda Guerra mondiale verranno impiegati maggiormente a guardia delle praterie e del bestiame.
Più che ‘volti’ potremmo dire dai ‘mille colori’: dal blu-merle al red-merle al tricolor-red, dal nero alle sfumature di marrone chiaro e scuro; il pelo appare quasi sempre bianco attorno al collare fino al garrese, quindi sul petto, sulle zampe e su altre parti del corpo. E’ proprio il manto a fargli da ‘scudo ‘ contro le intemperie: corto e liscio su testa, arti, orecchie e lungo nel resto della sua corporatura atletica e muscolosa.
Essendo un cane di taglia media, la lunghezza è compresa tra i 51 e 58 cm nei maschi per un peso che oscilla tra i 25 e i 32 kg, e tra i 46 e i 53 cm nelle femmine, il cui peso non supera solitamente i 25 kg.
Anche gli occhi possono essere di diverso colore, anche nello stesso esemplare: variano dall’azzurro al blu, dall’ambra al marrone; proprio dai suoi occhi è chiaro intuire la dolcezza e la sensibilità di questa razza, che da sempre ha dimostrato grande fedeltà e amicizia nei confronti dell’uomo. E’ proprio per il carattere che il Pastore australiano è scelto ancora oggi dalle famiglie con bambini e da anziani (sebbene non possano soddisfare in tutto la sua costante voglia di gioco e di esercizio fisico).
Infine la coda: un esemplare appena nato può possederne una di circa 10 cm e perciò verrà definito ‘NBT’, ovvero quelli con una coda lungo pochi cm. Se infatti ne nasceva uno con una lunga più lunga, questa veniva amputata: per fortuna oggi la Legge in diversi Paesi vieta di tagliare la coda al cane.
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