Credete di sapere proprio tutto su questa razza di cane? Ecco tutte le curiosità sul Barbet, le sue origini e i segreti di questo cane simpatico e giocherellone.
Com’è fatto un Barbet e quali sono le caratteristiche fisiche e comportamentali tipiche di questa razza? Quali sono le origini e la sua storia e cosa nasconde il suo nome così particolare? Queste e tante altre curiosità sul Barbet che vi aiuteranno a capire qualcosa in più su questa amorevole razza di cane che ha cambiato completamente la sua storia rispetto alle origini.
Di sicuro il manto folto e riccioluto è la prima caratteristica che salta agli occhi, ma il Brabet è tanto altro ancora! Si tratta di un esemplare di taglia media, appartenente alla tipologia dei cani braccoidi, con caratteristiche molto simili ai cani da caccia.
Le sue dimensioni si aggirano in media tra i 58 e i 65 cm di altezza per i maschi, e tra 53 e 61 per gli esemplari femminili. Può pesare da un minimo di 17 ad un massimo circa di 28 kg. Infine la sua vita media si aggira intorno ai 13-15 anni di età.
I suoi occhioni vispi ed intelligenti non solo gli conferiscono simpatia ma sono anche espressione di una vivace intelligenza e di una capacità spiccata di capire ed eseguire i comandi del suo padrone, che ama tanto compiacere.
Il pelo folto e di vari colori (dal nero al marrone, dal grigio al bianco) lo ricopre interamente dalla testa alle zampe. Come gli altri braccoidi ha una testa a forma prismatica, col muso squadrato e più corto rispetto alle dimensioni della testa.
Bisogna fare particolare attenzione alla cura del pelo del Barbet perché, sebbene non sia un esemplare che tende a perderne, deve essere spazzolato regolarmente per dare agio al manto nuovo di rigenerarsi e crescere sano e forte.
Cosa significa ‘Barbet’? Forse leggerlo senza la consonante finale potrebbe essere ‘di aiuto’ per scoprirlo. In lingua francese infatti ‘barbe’ significa ‘barba’: la stessa che questo cane presenta sul muso, sotto il tartufo nero e più lunga rispetto al resto del manto. A sceglierlo pare sia stato il cinofilo Fouilloux, nel XVI secolo.
La storia di questo cane è legata soprattutto all’utilizzo che se ne faceva in origine: prima di ‘evolversi’ in cane domestico e di compagnia presso le migliori famiglie dell’alta borghesia francese infatti, il Barbet era tra i cani più scelti per la caccia alle anatre in ambienti acquatici.
Ma dove ha origine la sua storia? Probabilmente furono i Saraceni a portare i primi esemplari della razza in Francia ai tempi dei galli: dovrebbe dunque essere arrivato in terra francese dalla penisola spagnola.
Pare che tra i suoi estimatori più celebri vi fosse anche il re Enrico IV, che ha governato la Francia tra il 1589 e il 1610. Ma la sua storia non è stata priva di intoppi: pare che nel corso delle due Guerra mondiali la razza abbia rischiato l’estinzione. Si è salvata solo grazie ad alcuni allevatori che ne hanno salvato e fatto accoppiare gli ultimi esemplari.
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Inserito ufficialmente nel gruppo 8 (cani da riporto, da ricerca e da acqua) nella suddivisione delle razze di cani della FCI, il Barbet ha delle caratteristiche del cane da caccia (soprattutto nei confronti di anatre) ma anche da riporto, dato che ‘riporta’ la preda al padrone cacciatore.
In realtà in Italia è meno diffuso che in Francia, suo paese di origine, ma è comunque molto apprezzato dai veri intenditori non solo per le sue doti da cane acquaticus ma anche e soprattutto per adattarsi perfettamente alla vita famigliare e domestica (anche con bambini).
Sebbene non si possano dare informazioni oggettive e certe sul prezzo di questo esemplare, pare che chi vuole un Barbet debba essere disposto a sborsare sui 2000 euro. Oltre al prezzo iniziale bisogna anche provvedere al suo sostentamento, alle visite e alle altre sue esigenze: il tutto pressappoco si aggira intorno alla cifra di 40 euro mensili.
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Premesso che si tratta di un cane forte e vigoroso, dalla muscolatura possente e fisico ‘resistente’, tra le malattie più comuni del Barbet non possiamo non annoverare anche delle infezioni a livello auricolare, ‘scotto’ da pagare probabilmente per il suo costante rapporto con l’acqua.
Non dovremo mai dunque saltare visite dal veterinario e tenere sotto controllo le debolezze della razza; dal canto nostro poi possiamo contribuire al suo benessere facendo attenzione all’alimentazione del Barbet che, sebbene non preveda cibi particolari da scegliere, è meglio che sia sempre sana ed equilibrata (il veterinario saprà consigliarci).
Il Barbet ama il suo padrone e ama sentirsi stimato ai suoi occhi, quindi sarà abbastanza semplice gestirlo se si è alquanto esperti. Come regola generale, non bisogna mai usare violenza o modi bruschi perché ciò potrebbe indurre il cane a reagire con altrettanta aggressività.
Francesca Ciardiello
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