L’Akita Inu è proprio un cane dalle tante curiosità. Quali sono le origini, la storia e le particolarità di questa razza di cane?
L’Akita è un cane bellissimo dal carattere ben definito. A volte potrebbe sembrare quasi un gatto nei panni di un cane, è indipendente e non ama le smancerie. È interessante sapere un po’ di più sulle origini, la storia e le particolarità di questa razza di cane. Le curiosità sull’Akita sono davvero tante.
L’Akita è originario dell’isola di Honsu in Giappone, nato come cane per la famiglia regale: anche la cura riservatagli era da Re, compreso l’atteggiamento usato nei suoi confronti.
Successivamente, notando la sua forza e robustezza, venne allevato per la caccia all’orso: non c’era una razza precisa e continuarono ad incrociarlo con altri cani per molto tempo.
All’inizio veniva chiamato Matagi-Inu, utilizzato anche per la caccia al cervo e per la difesa: perché aumentasse la sua taglia fu incrociato ad un certo punto con dei molossoidi.
Questo perché si resero conto che avrebbero potuto sfruttare il cane anche nei combattimenti: incrociandolo con un Mastiff, ad esempio, avrebbe incrementato forza e resistenza.
Soltanto nei primi del novecento, quando furono vietati i combattimenti, venne fondata un’organizzazione per proteggere quelli che sarebbero stati i futuri Akita.
Siccome non servivano più per i combattimenti, rischiavano l’estinzione, dovuta all’innesco di malattie date dall’abbandono che questi cani subirono.
Per fare in modo che questo cane ritornasse al suo vecchio splendore, fu successivamente incrociato fino ad arrivare a definire per la prima volta la razza Akita nel 1931: venne dichiarata Monumento Naturale Nazionale.
L’Akita ha resistito all’epidemia di rabbia avvenuta in Giappone prima della Seconda Guerra Mondiale.
Finita la guerra, i conservatori della razza primordiale di Akita giapponese continuarono i loro incroci fino ad avere una razza pura (la Ichinoseki) e quella derivata dagli incroci (la Dewa).
Dalla linea della Ichinoseki derivò l’Akita Inu che conosciamo e possiamo apprezzare tutt’oggi: elegante, bello, forte e testardo.
Sono tante le leggende che hanno da sempre affiancato questa razza di cane. Si narra che le femmine di Akita venivano utilizzate come balie per i neonati per il loro essere vigili ed attente.
Tuttavia alcuni scavi nella regione di Akita in Giappone hanno dimostrato che già nella Preistoria questo cane era fedele al suo padrone.
Di certo aveva un aspetto più piccolo, per essere più agile nel nuoto: i pescatori lo usavano per particolari tecniche di pesca grazie alle quali i pesci cascavano nella trappola.
Proprio per esser stato il cane vissuto nelle mura imperiali, in Giappone è considerato simbolo di salute e buono augurio, un tesoro quasi da venerare.
È usanza nipponica, infatti, regalare ai neonati proprio una statua o un peluche di Akita: è il simbolo per augurare salute ed una lunga vita felice.
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Dalla metà del novecento la razza di cane Akita, a partire dal Giappone, si è spostata man mano in tutto l’Occidente.
Chi ha con sé un Akita sa quanto sia adrenalinico viverci insieme: non tanto per giochi ed acrobazie particolari, per cui non è tanto portato, ma perché con lui è meglio non abbassare mai la guardia.
Questa è una razza di cane giapponese e dell’Oriente ne porta sicuramente l’alto senso dell’onore e la dignità infrangibile.
Per un periodo fu utilizzato anche come cane poliziotto, anche se restio ad eseguire gli ordini e dunque più portato per la difesa.
È un cane molto simile per certi versi agli antenati lupi ma, a differenza loro, il suo manto essendo più lanoso veniva usato come pelliccia.
In effetti ha un sottopelo molto folto che ricorda la lana e gli permette di resistere a temperature fredde quanto calde: è un ottimo termoisolante.
Tuttavia il pelo dell’Akita ha bisogno di una cura particolare: va spazzolato spesso soprattutto durante la muta ma è meglio non rasarlo.
Non rientrerebbe negli standard di competizione se avesse il manto di colore bianco, ma è possibile che nascano anche esemplari dal pelo più lungo; questi sarebbero più docili.
Una particolarità evidente dell’Akita è quella di non andare d’accordo con cani dello stesso sesso: è più forte di lui, la sua indole da combattente e capo branco prenderebbe il sopravvento.
Anche per questo chi volesse adottare un Akita dovrebbe conoscere alcune peculiarità del suo carattere prima di pensare di poterne essere un padrone ideale.
Spesso si confonde la figura del cane Hachiko, nel film “Hachiki-Il tuo migliore amico” con Richard Gere, con quella vera e propria di un cane Akita.
Lealtà, fedeltà e bellezza sono sicuramente le stesse, ma prendersi cura di un cane di questa razza significa anche pensare ad una dieta corretta per l’Akita ed alla prevenzione di malattie a cui è predisposto.
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È particolare anche nell’alimentazione: in origine mangiava con i pescatori, che come premio per la battuta di pesca gli davano le teste del bottino.
Successivamente, cambiando ambiente ha cambiato anche il modo in cui nutrirsi e dunque ha iniziato a soffrire di esigenze alimentari, come quella dovuta all’intolleranza al lattosio nel cane.
Carattere testardo a parte, l’Akita è molto intelligente ed averlo in casa con noi sarebbe una continua scoperta: i suoi occhietti furbetti nascondono un mondo ed una volta guadagnatoci la sua fiducia, sarebbe per sempre.
S. A.
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