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Curiosità

Cozze di acqua dolce: forse meno amate delle loro cugine, ma molto utili

Le cozze, o bivalvi, sono molluschi molto famosi, specie in cucina. Ma le cozze di acqua dolce non sono commestibili, e hanno caratteristiche particolari.

Cozze di acqua dolce: non sono commestibili come le loro “cugine”! (Foto Flickr)

A differenza delle loro cugine di mare, famose e apprezzate in tutta Italia a tavola, le cozze di acqua dolce non sono commestibili. Sono bivalvi filtratori, cioè riescono a purificare l’acqua da particelle esterne di cui si nutrono, e possono raggiungere anche dimensioni notevoli. Sono molto delicate, tanto da non essere facilmente inserite negli acquari nè allevate semplicemente, anche se sembrerebbero essere un ottimo alleato per tenere pulita l’acqua della vasca. Ma scopriamo qualcosa in più di questi particolari molluschi di lago.

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Bivalvi di lago

Questi bivalvi di lago sono dei veri e propri filtri per l’acqua (Foto Flickr)

Le cozze d’acqua dolce, o Anodonta cygnea, sono bivalvi con una forma allungata e ovale, che possono superare una lunghezza di 20 cm. Il guscio ha un colore giallo/bruno, con cerchi esteriori che denotano la crescita dell’esemplare, e un rivestimento interno solitamente in madreperla.

Usano solitamente la loro escrescenza carnosa, detta “piede”, per muoversi sul fondo, solitamente sotterrandosi e lasciando spuntare solo i sifoni. Questi sifoni servono al mollusco per respirare e cibarsi grazie a un vero e proprio filtro per l’acqua. Pompano infatti l’acqua dentro il guscio con i sifoni, per purificarla trattenendo per particelle di cui si nutrono e poi espellerla una volta che è stata “pulita”.

Si nutrono infatti di particelle del materiale organico che si trova nell’acqua, soprattutto di fitoplancton. E infatti è proprio a causa di un’alimentazione molto particolare che è difficile allevare questi molluschi in cattività: hanno bisogno costantemente di acqua “sporca”, una volta che è pulita non avranno altro di cui cibarsi. Un altro motivo però è anche la temperatura dell’acqua, se superiore ai 30°C per periodi troppo lunghi.

Allevamento in acquario

L’allevamento di cozze di acqua dolce è molto difficile (Foto YouTube)

Le cozze di acqua dolce sono difficili da allevare in acquario o anche in laghetti, anche se i pareri sono contrastanti. Secondo alcuni appassionati, possono essere molto utili per tenere pulita l’acqua, grazie al loro lavoro di filtri che pulisce anche da inquinanti di ogni tipo la vasca. 

Soprattutto possono filtrare scarti e particelle, che poiché si decompongono contengono alte dosi di ammoniaca. Questa è una grande minaccia per le specie che vivono negli acquari, in quanto tossica e – in caso di piccoli acquari – può essere anche letale.

L’unico tipo di acquario o vasca in cui si potrebbero allevare, sarebbe un ambiente in cui non venga usato il filtro tradizionale e si abbia un grande volume d’acqua (ad esempio un laghetto da esterno). Ma i grandi volumi d’acqua sono anche meno soggetti a sbalzi di temperatura, che potrebbero uccidere questi molluschi.

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La riproduzione di questi molluschi

Cozze di acqua dolce: come si riproducono? (Foto Flickr)

Pur avendo sessi separati, le cozze di acqua dolce non presentano dimorfismo sessuale: i maschi e le femmine non sono esteticamente diversi. Questi molluschi si riproducono deponendo uova che restano all’interno del genitore per un po’, finché vengono liberati nell’acqua delle larve, dette glochidi.

I glochidi saranno per circa 10-20 giorni dei parassiti di pesci e altri animali (le salamandre, ad esempio), finché non completano la loro metamorfosi. Il periodo necessario a completare questo passaggio varia a seconda di vari fattori (specie di appartenenza, specie ospitante, ma anche temperatura dell’acqua).

Alla fine di questo processo, nella giovane cozza d’acqua dolce comparirà una ciste, con cui potrà iniziare ad avere una vita autonoma. A seconda della specie, inoltre, potrebbero avere o meno una sorta di uncino con cui si agganciano agli animali ospiti. In acquario, non solo è difficile allevarli e sopravvivere, ma ancora di più far riprodurre questi molluschi.

F. B.

Fabrizio B

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