Come degli animali in gabbia, è cosi che si sentono gli uomini in questi giorni a causa della quarantena dovuta al Covid-19. Ma riflettendoci…davvero sappiamo come si sentono gli animali in gabbia?
Lo stato di quarantena da Covid-19 sta generando un malessere diffuso tra la popolazione dovuto al fatto che gli uomini si sentono limitati come gli animali reclusi in gabbia. Chi si sente “privato” delle le proprie abitudini, chi sente “stretto” nel poter passare solo da una stanza all’altra. C’è a chi invece mancano gli affetti, un abbraccio, due chiacchiere al bar con l’amico. E soprattutto, chi ha difficoltà a far capire ad un bambino che non può andare nel parco a giocare.
Questa reclusione da Coronavirus ci ha dimostrato quanto è difficile essere limitati negli spazi, nella possibilità di scelta delle cose da fare, nel dover ripetere necessariamente le stesse giornate, senza avere altre opzioni.
Di sicuro ci possono capire bene i nostri amici animali “abituati” a vivere negli zoo e nei circhi.
Ebbene sì, se tutta la popolazione sta soffrendo di “stress da quarantena” per sole poche settimane, c’è poco da immaginare sulle condizioni degli animali che vivono negli zoo e nei circhi.
Sebbene sia risaputa la condizione in cui vivono questi animali e nonostante, spesso e volentieri, foto che mostrano la loro frustrazione o che addirittura testimoniano maltrattamenti diventino virali, la situazione non accenna a migliorare.
Salvo poche eccezioni, diverse ricerche eseguite in vari zoo di Europa hanno appurato che gli animali non vivono in condizioni adeguate. Gli animali sono tenuti in spazi troppo stretti, spesso occupano da soli la loro gabbia. A volte vengono malnutriti o ancora peggio non vivono in buone condizioni di salute. Infine sono indotti a ritmi sonno-veglia per loro non naturali.
Nonostante ci sia una direttiva europea che tuteli gli animali nello zoo, siamo ancora lontani dal raggiungere gli standard adeguati.
Non se la passano meglio i nostri amici animali nei circhi. Dove indagini nel campo hanno documentato animali maltrattati con frustate e bastonate. Gli animali sono costretti in gabbie piccole e sporche e sono limitati nei movimenti dalle catene alle zampe. Un’episodio eclatante è stato trattato, in maniera dettagliata, nell’articolo: Sfruttamento animali: elefante rinchiuso da 29 anni in una gabbia allo zoo
E cosi in questi giorni di reclusione mentre gli uomini si mettono “in gabbia”, gli animali ne approfittano. Non sono pochi gli articoli, i video e le immagini che mostrano il ritorno di molti animali in Italia in seguito all’isolamento da Covid-19. Il fermo produzione, la diminuzione dell’inquinamento dovuto alla riduzione delle emissioni di auto e via dicendo hanno fatto sì che le acque dell’Italia si pulissero. E così hanno fatto la loro comparsa i delfini a Cagliari, i cigni e pesci sono tornati a Venezia, lupi e caprioli si aggirano tranquillamente a Pescara. Le foto di questi animali e tutti i loro avvistamenti sono stati approfonditi nell’articolo: #Iorestoacasa: lo stop per il Covid 19 ha riportato gli animali in città FOTO
Quindi mentre noi ci limitiamo negli spostamenti, nei nostri hobbies e restiamo a casa, gli animali ne approfittano, per una volta, per girare liberamente dove vogliono.
Con un solo appunto da fare: mentre in questo caso, siamo stati noi a scegliere di metterci in gabbia per ridurre questo male chiamato Covid-19, questa scelta i nostri cari amici animali non l’hanno mai potuta fare.
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M. L.
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