Cosa rischia chi investe un cane e scappa senza prestare soccorso? Vediamo cosa dice la legge, in particolare il codice della strada.
Purtroppo la strada ogni anno miete numerose vittime: a farne le spese non sono solo le persone ma anche i nostri amici animali. Non è un fenomeno raro, purtroppo, quello di automobilisti che investono i cani e scappano, senza prestare soccorso e condannando spesso a morte certa il migliore amico dell’uomo. Cosa rischiano in questo caso? Vediamo cosa dice la legge.
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I pericoli della strada
La strada è un posto pericoloso. L’alta velocità e l’indisciplina degli utenti della strada è causa ogni anno di molte tragedie. E’ pericoloso per le persone, che comprendono le norme stradali e il contesto in cui si trovano; figurarsi per gli animali, che invece tali norme non possono proprio comprenderle.
I cani investiti dalle auto purtroppo sono un fenomeno molto diffuso, e molte volte senza un colpevole. Anche laddove il cane riesca a sopravvivere, certo non è in grado di indicare la persona che l’ha investito o altri elementi utili ai fini dell’identificazione.
Cosa rischia chi investe un cane e scappa?
Chi investe un cane e scappa mette in pratica in essere un omissione di soccorso. Non prestare soccorso ad una persona, come sappiamo, configura un reato, ai sensi dell’art. 593 c.p. Non è la stessa cosa invece per quanto riguarda gli animali. Chi investe un cane e scappa non commette alcun reato.
Tuttavia il trasgressore incappa in un illecito amministrativo. Il codice della strada, all’art. 189, co. 9 infatti prevede per il conducente di un veicolo (nonché per i passeggeri) che investa un animale, l’obbligo di prestargli soccorso. La violazione di tale norma è punita con una sanzione pecuniaria che va dai 422 ai 1.694 euro (per i trasportati la multa ha invece un’entità minore).
In tal caso è tenuto anche al risarcimento dei cani provocati al proprietario dell’animale, sia in caso di morte che di ferimento dell’animale (spese mediche sostenute dal veterinario).
Quando è reato
Attenzione: normalmente investire un animale e scappare è un illecito amministrativo, salvo non ricorrano alcuni elementi che configurano la responsabilità penale dell’investitore. Quando accade questo?
Quando il conducente investe volontariamente l’animale. In questo caso, laddove dalla condotta ne consegua la morte del cane, il conducente sarebbe chiamato a rispondere dell’uccisione dell’animale, previsto dall’art. 544 bis del codice penale. Il colpevole è punito con la reclusione da 4 mesi a due anni.
Invece, laddove dal fatto non derivi la morte dell’animale, ma una o più lesioni, dovrà rispondere di maltrattamento di animali, previsto dall’art. 544 ter c.p. Il colpevole è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
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Quando l’investitore presta soccorso
Fino ad ora abbiamo analizzato solo le ipotesi peggiori: dall’omissione di soccorso alla responsabilità penale. Ma ovviamente in tanti casi l’investitore del cane si ferma e presta soccorso all’animale. Cosa accade in questi casi? Non configurandosi alcuna responsabilità penale e/o amministrativa, dobbiamo analizzare quella civile.
Detto in altre parole, se il cane si ferisce seriamente e riporta delle gravi lesioni, l’investitore dovrà risarcirvi i danni patiti (spese mediche per il cane, ad esempio)? Non è proprio così, anzi, potreste essere voi a dover risarcire l’automobilista per i danni subiti dal suo mezzo di trasporto. Vediamo nel dettaglio.
La norma di riferimento in questo caso è l’art. 2052 c.c., rubricato come “Danno cagionato da animali”. Secondo la norma il proprietario dell’animale è responsabile dei danni causati dallo stesso, anche se smarrito o fuggito, salvo l’ipotesi in cui provi il caso fortuito.
Ma che cos’è il caso fortuito? Possiamo definirlo come un evento eccezionale e imprevedibile, che libera il proprietario dalla responsabilità. Ad esempio come nel caso in cui si porta il cane a fare la passeggiata, e a causa dello scoppio di un petardo, l’animale fugga dal controllo del proprietario e attraversi la strada davanti al’automobilista che sta arrivando.
Antonio Scaramozza