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Curiosità

Cosa fare quando il gatto piange: consigli utili su come calmare micio

A modo suo, anche micio piange e quando lo fa la cosa ci rende impotenti. Scopriamo cosa fare quando il gatto piange: questi alcuni consigli.

(Foto Pinterest)

Chi vive con un gatto ha imparato ad interpretare tutte le sue diverse forme di comunicazione con noi “umani”: quelle non verbali, i movimenti della coda sono tra i più significativi, e quelli verbali, un uso della voce che rappresenta la sua “speciale maniera” di “parlare” con noi, di comunicarci emozioni e bisogni.

Nel linguaggio verbale felino si stima che sono più di 100 i diversi tipi di suoni o versi che il gatto produce, tutti con un proprio e preciso significato. Miagolii, fusa, trilli, soffi, grida, chi non li ha mai sentiti dal proprio micio?

Tra questi suoni vi è anche il pianto: stridulo e acuto che ricorda tantissimo il pianto di un neonato, e che non va assolutamente ignorato. Ma cosa fare quando il gatto piange? Questi alcuni utili consigli per calmare micio.

Perché il gatto piange?

Prima di scoprire cosa fare quando il gatto piange è importante fare alcune importanti precisazioni sul suo “pianto” e soprattutto quali possono essere le motivazioni, così da applicare il giusto suggerimento.

(Foto Pinterest)

Micio piange, si. Ma è assolutamente impensabile credere che lo faccia come proprio noi o per le nostre stesse motivazioni. Infatti:

  • il gatto non piange perché prova tristezza, ma sicuramente lo fa quando vuole esprimerci un malessere sia fisico che morale (analizzeremo dopo le principali motivazioni);
  • il gatto quando piange non versa lacrime, ma produce un suono, un miagolio prolungato e costante, come se fosse un lamento insistente.

Se dovessimo notare che dai suoi occhi fuoriescono lacrime questo è sinonimo di qualche disturbo della zona oculare. Il gatto lacrima davvero se ad esempio agenti irritanti sono entrati a contatto con i suoi occhi, o a causa di un’allergia, di una patologia come la congiuntivite, ed è in questa circostanza che dobbiamo condurlo immediatamente dal veterinario.

Fatte queste due premesse andiamo ad individuare i principali motivi che portano micio a piangere, solo conoscendoli e imparando a comprendere il comportamento di micio sarà possibile adottare delle soluzioni per farlo smettere, per calmarlo.

  • micio piange perché sente dolore: che sia cucciolo, adulto o anziano, quando è malato o si è ferito ecco che piangere è il suo unico modo per attirare la nostra attenzione, il pianto è sinonimo di chiedere aiuto;
  • micio piange perché ha fame o la sua lettiera è “troppo” sporca;
  • il gatto piange perché è piccolo: il distacco precoce dalla sua mamma e dai suoi fratelli, il disagio che prova nella sua nuova casa o nei nostri confronti, sono tutti motivi che lo portano a piangere. Piangendo palesa che gli manca la sua mamma, che ha paura di questo nuovo ambiente, si sente spaesato ed ha paura;
  • micio piange perché è stressato: cambiamenti apportati alla casa (ad esempio un nuovo divano), l’ingresso di un altro animale, sono motivazioni che causano in lui stress, e quindi il pianto. Essendo abitudinario si sente spaesato osservando in casa qualcosa di nuovo o di diverso, e se c’è un nuovo micio ha paura che possa invadere il suo territorio;
  • il gatto piange perché ha paura: ad esempio di notte al buio, oppure quando dobbiamo condurlo dal veterinario con il trasportino, ma anche quando lo lasciamo da solo in casa (ansia da separazione). Reagisce a questa sensazione di “spavento” piangendo;
  • il gatto piange perché è invecchiato: con il passare degli anni, diventando anziano, aumentano in lui disfunzioni cognitive che lo disorientano, oppure patologie che scatenano numerosi dolori fisici andando ad intaccare anche la sua psiche, ed ecco che piangendo prova a chiedere aiuto.

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Cosa fare quando il gatto piange

Analizzate le principali motivazioni che portano micio a piangere vediamo adesso cosa fare per aiutarlo, per calmarlo e renderlo sereno.

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Quando notiamo in lui un pianto persistente la prima cosa da fare è rassicurarlo ed escludere l’eventualità di una ferita, o di una patologia. Come? Avviciniamoci a lui lentamente e con delicatezza iniziamo ad accarezzarlo.

In questo modo possiamo controllare se sul suo corpo ci sono lesioni, ferite o grumi. Controlliamo anche bocca, naso ed occhi, le sue parti intime, ed assicuriamoci che respiri normalmente.

Se dovessimo notare che c’è qualcosa di strano portiamolo subito dal veterinario: con esami specifici sarà lui in grado di individuare la “patologia” che gli provoca dolore facendolo piangere. In caso contrario dobbiamo continuare ad indagare sulle cause.

Appurato che non sta piangendo per il dolore, controlliamo ciotola del cibo e lettiera. Se notiamo che manca cibo nella sua ciotola o la lettiera è sporca, micio potrebbe piangere per richiamare la nostra attenzione, ci sta chiedendo di “correre ai ripari”. Come?

Aggiungiamo un pò di cibo nella sua ciotola, cambiamo l’acqua con quella fresca e pulita, rimbocchiamoci le maniche e puliamo accuratamente la sua lettiera. Micio deve capire che abbiamo premure nei suoi confronti e fatto questo smetterà di piangere.

Ma le motivazioni come abbiamo visto precedentemente sono davvero tante, se non trattasi né di malattia né di mancanza di cibo o della lettiera sporca dobbiamo esser bravi noi ad individuare la causa, e cosa fare quando il gatto piange?

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Consigli utili

Questi alcuni utili suggerimenti da applicare per ogni possibile situazione.

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  • Il gatto piange perché cucciolo? Rassicuriamolo. E’ importante coccolarlo e dirgli frasi dolci con tono tranquillo. Deve comprendere che può fidarsi di noi e che casa è sicura. Prepariamo per lui una cuccia calda e accogliente, magari posizionata nella nostra camera da letto. Solo con il tempo il gattino prenderà confidenza con tutta la casa, non avrà più paura e smetterà di piangere: quindi muniamoci di pazienza e di dolcezza.

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  • Micio piange perché abbiamo sostituito il vecchio divano o adottato un nuovo gattino? Lo stress invade il gatto ad ogni cambiamento nella sua routine, innesca in lui un tale timore che piangere è l’unico modo che ha per farci capire che questi cambiamenti non gli piacciono. La cosa da fare è non assecondarlo, ma abituarlo lentamente al nuovo divano, ad esempio, e al nuovo gattino: giochiamo con lui, facciamogli capire che è importante per noi e che nessuno può sostituirlo, così come nessun cambiamento in casa può rompere i nostri equilibri. Con il tempo comprenderà i cambiamenti e smetterà di piangere.
  • Micio piange perché non vuole salire sul trasportino? Ciò che dobbiamo fare è abituarlo a questo “oggetto”. Posizioniamo il trasportino in una stanza centrale della casa, in “bella vista”, e poniamo vicino ad esso la ciotola del cibo. Il gatto iniziando a mangiare di fianco al trasportino prenderà confidenza con questo “strano oggetto” ed eviterà di piangere al prossimo viaggio in macchina.
  • Il gatto piange perché ha paura di dormire al buio? Niente di più facile. Proviamo a lasciare nella stanza in cui dorme una lampada accesa, oppure la tv ma a volume bassissimo: la paura svanirà e con essa anche il pianto.
  • Micio piange quando resta solo in casa? L’ansia da separazione gioca davvero brutti scherzi sull’umore dei nostri amici a quattro zampe, ma purtroppo lasciarli soli in casa a volte è inevitabile. Se questa è la causa del suo pianto è importante fargli capire che non lo stiamo abbandonando e che non deve aver paura. Prima di andar via giochiamo con lui, facciamogli tante coccole e in nostra assenza lasciamo in giro per casa tanti giochi stimolanti, grazie ai quali si distrarrà, l’ansia svanirà e smetterà anche di piangere.
  • Quando la motivazione del pianto riguarda il suo essere anziano, l’unica cosa che possiamo fare è dargli più attenzioni possibili: coccole e premure di ogni tipo non devono mai mancare.

Applicati tutti questi suggerimenti ad ogni specifico caso, se micio continua a piangere senza tregua evitiamo di perdere la pazienza: i rimproveri e le urla non servono a niente. L’unica cosa da fare è condurlo immediatamente dal veterinario, perché alla base del suo pianto ci sarà una precisa motivazione che noi non siamo stati in grado di comprendere.

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Rossana Buccella

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