Come si riproducono gli squali: cosa è importante sapere

Come si riproducono gli squali: cosa è importante sapere

Come si riproducono gli squali? Un meccanismo di cui non tutti sono a conoscenza. Scopriamo cosa accade in questa specie così particolare.

Come si riproducono gli squali
(Foto Unsplash)

Si tratta di una tra le specie acquatiche più temute dall’uomo, per potenza fisica e aspetto spaventoso. Nessuno osa avvicinarsi a loro, ma anche gli squali hanno alcune curiosità. Ad esempio, è interessante sapere come si riproducono gli squali e come si può riconoscere lo squalo maschio dalla femmina. Leggiamo qui.

Come si riproducono gli squali?

Storicamente temuti dall’uomo, gli squali vivono insieme a noi ma è difficile che ci si avvicini a loro più di tanto. Sono tante le curiosità su questa specie, a cominciare dalla riproduzione. Approfondiamo nell’articolo.

Lo squalo in movimento
(Foto Pexels)

Appartenenti al gruppo di pesci condritti o “cartilaginei”, gli squali sono tra le specie più studiate al mondo.

Sono considerati i più grandi pesci dell’oceano e si possono trovare 100 specie diverse.

Proprio in quanto pesci cartilaginei, questi sono costituiti da cartilagine, mentre la loro mascella è ossea.

In molti si domandano come si riproducono gli squali e, per rispondere, occorre iniziare dicendo che distinguiamo tre tipologie di squalo: squali ovipari, squali ovovipari e squali ovovipari placentari.

Squali ovipari

Le specie degli squali ovipari depongono le uova.

In pratica, le uova fecondate vengono inserite in una sacca di uova contenente tutti i nutrienti essenziali e, successivamente, saranno depositate all’esterno. Va precisato che gli squali che vivono liberi nell’oceano non sono ovipari.

Squali ovovipari

A questa specie appartengono, ad esempio, lo squalo volpe o lo squalo salmone, e in essi lo sviluppo dell’embrione avviene nell’ovaia destra dell’utero materno.

Gli ovuli fecondati verranno conservati ognuno in una capsula, le cosiddette capsule di blastodisco, le quali si dirigeranno verso l’utero materno.

Anche in questo caso, durante la gravidanza l’embrione sarà nutrito da un tuorlo del sacco all’interno della capsula.

L’embrione lascerà la capsula solo quando il tuorlo si sarà esaurito, dunque inghiottirà la capsula e inizierà a nutrirsi degli ovuli non fecondati (la fase chiamata oofagia), continuamente prodotte dalla madre in gravidanza.

Poco prima della fine della gravidanza, la madre non produrrà più ovuli e si verificherà la cosiddetta strategia produttiva. Questa prevede che gli embrioni prendano energia dal tuorlo nello stomaco, fino alla loro nascita.

Manca, quindi, un collegamento placentare tra la madre e i feti.

Squali ovovipari placentari

Questa specie, di cui fa parte anche lo squalo blu, fa sì che anche per loro gli ovuli fecondati vengano incapsulati in singole uova e che si dirigano verso l’utero materno, per iniziare lo sviluppo embrionale.

La differenza consiste nel fatto che, una volta esaurito il tuorlo dell’uovo, sarà lo stesso sacco vuoto a creare un collegamentoplacentare” dell’embrione con l’utero materno.

Una volta creata la connessione, questa parte uterina (placenta) si costituirà di tantissimi vasi sanguigni. Si tratta di una placenta funzionale capace di portare nutrienti in uno scambio tra la parte uterina materna e i suoi feti.

Nell’utero materno, gli embrioni dipenderanno da tale placenta fino allo sviluppo finale. Prima di nascere, il collegamento tra i due si interromperà e i piccoli squali che nasceranno avranno una cicatrice.

Come si riproducono gli squali: la gestazione

In base alla specie di appartenenza, la riproduzione negli squali è diversa e lo sarà anche il periodo di gestazione, tranne per gli squali ovipari, i cui embrioni si sviluppano nell’ambiente esterno.

Per le altre specie, allora, il periodo di gestazione è compreso tra i 9 e i 24 mesi, anche qui dipende dalla specie.

Si tratta di dati complessi da ricevere, in quanto la specie degli squali è molto difficile da analizzare e possono essere imprecisi.

Un’altra curiosità rivela che gli squali non hanno un preciso periodo dell’anno in cui vanno in calore e si riproducono in qualsiasi momento.

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Gli squali e la riproduzione: esemplari maschi e femmine

Come abbiamo visto, le informazioni riguardo la riproduzione e l’accoppiamento degli squali sono molte e imprecise ma c’è un’altra curiosità interessante sulla specie. Come si riconoscono gli esemplari maschi da quelli femmina? Continuiamo a leggere.

Squali si spostano insieme
(Foto Pixabay)

Una volta che lo squalo avrà gli organi riproduttivi completamente sviluppati e raggiungerà la maturità sessuale, si potrà capirne il sesso e basterà osservare per capirne le dimensioni esterne.

Anche queste variano in base alla specie dello squalo, ma per lo squalo maschio, la misura giusta rientra tra i 270 e i 288 centimetri, corrispondente all’età di 9 o 10 anni dell’esemplare.

Lo squalo femmina, invece, raggiunge la sua maturità sessuale quando le sue dimensioni saranno comprese tra i 300 e i 355 centimetri, ovvero nell’età dei 12 o 13 anni.

Bisognerà osservare ad occhio nudo, dunque, l’area della cloaca o l’area anale dello squalo, per capire se è maschio o femmina.

L’esemplare maschio avrà, sulla cloaca, un’appendice denominata pterigopodio, la quale ha, al suo interno, il sifone, organo che si riempirà di acqua prima che avvenga la copulazione, acqua che verrà versta, insieme allo sperma, nell’esemplare femmina.

La femmina di squalo, invece, possiede delle pinne cloacali accanto alla cloaca, oppure una piccola apertura, tutto dipende sempre dalla sua specie.

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