Addestrare un felino può essere molto difficile, ma non con il condizionamento positivo. Vediamo come insegnare il no al gatto.
Chi condivide la propria vita con un felino sa quanto quest’ultimo abbia una mente propria, e quanto sia intelligente.
Proprio per questo motivo, spesso si pensa che addestrare la piccola palla di pelo possa essere a volte non solo difficile, ma impossibile.
Tuttavia, utilizzando il metodo giusto possiamo influenzare il nostro amico a quattro zampe e fargli fare, anche se non sempre, quello che desideriamo.
Vediamo insieme, nel seguente articolo, che cos’è il condizionamento positivo e come possiamo utilizzarlo per insegnare il no al gatto.
Differentemente dai loro cugini cani, i gatti non sono disposti a seguire le nostre istruzioni, ciò perché sono molto intelligenti.
Infatti, non solo i nostri amici a quattro zampe presentano una buona memoria, ma hanno anche una capacità di apprendimento abbastanza elevata.
Tuttavia, utilizzando il metodo giusto, restando coerenti e facendo sì che il Micio abbia fiducia in noi, possiamo invogliare la nostra palla di pelo ad eseguire alcuni comandi. Il metodo in questione è il condizionamento positivo.
In poche parole il condizionamento positivo, o rinforzo positivo, è un metodo di addestramento che non si basa sulla violenza verbale o fisica, che è totalmente sbagliata nei confronti non solo dei nostri felini ma anche degli altri animali e degli esseri umani, ma sulla ricompensa.
Quindi, per utilizzare il condizionamento positivo non bisogna fare altro che ricompensare con piccoli premi, che possono essere biscotti o snack, il proprio amico a quattro zampe quando svolge un’azione che noi vogliamo che svolga.
Con il passare del tempo, grazie a questo metodo, il felino potrà “automaticamente” svolgere i nostri comandi anche senza essere ricompensato.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema>>> Perché dovresti addestrare il gatto: l’importanza dell’educazione del Micio
I tre punti principali per insegnare un comando al proprio amico a quattro zampe sono: condizionamento positivo, fiducia e coerenza.
Se il tuo amico a quattro zampe si fida di te, non devi fare altro che utilizzare il metodo descritto nel paragrafo precedente per insegnare qualsiasi tipo di comando al gatto. Tuttavia, qui di seguito vedremo nello specifico come insegnare il no al Micio.
È risaputo che i gatti sono animali molto curiosi, e la loro curiosità sì “innesca” soprattutto in luoghi come la cucina. Per questo motivo molto spesso possiamo ritrovarci il Micio sul tavolo della cucina, una situazione abbastanza frustrante, soprattutto se il nostro amico a quattro zampe perde il pelo.
Per evitare che il gatto salga sul tavolo è necessario insegnargli il no. Come fare? Innanzitutto è necessario bloccare l’azione prima che avvenga, quindi se ci accorgiamo che il felino sta per salire sul tavolo, dobbiamo dare il comando “no”, utilizzando un tono decisivo.
In questo caso il gatto può agire in due modi o saltare sul tavolo o trovare un’alternativa. Nel momento in cui il Micio ascolta il nostro comando, e quindi non sale sul tavolo, è necessario premiarlo con una ricompensa, accarezzarlo e lodarlo, in questo modo rafforzeremo il comportamento del felino.
Se, il nostro amico peloso sceglie di salire comunque sul tavolo, basta, con calma e delicatezza, prendere il Micio dal tavolo e metterlo in una zona rialzata che il felino ama.
Dal momento che il gatto, a causa della nostra azione, potrebbe irritarsi, in quanto gli abbiamo impedito di stare sul tavolo, è necessario, distrarre il Micio con un gioco, in modo tale che il felino si tenga occupato e non pensi più a salire sul tavolo.
Nel momento in cui il nostro amico a quattro zampe cerca di risalire sul tavolo, cerchiamo nuovamente di impedirglielo con un decisivo “no”.
Se il Micio obbedisce, premiamolo, altrimenti prendiamolo nuovamente dal tavolo e mettiamolo in un altro luogo distraendolo. Ripetere una delle due azioni (dipende dalla scelta del Micio di ascoltare o meno il nostro comando) ogni volta che il gatto ha intenzione di salire sul tavolo.
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