Un alveare di api può fa paura, ma le api vanno salvaguardate e gestite solo da esperti. Come eliminare un alveare di api senza far loro male e in tutta sicurezza?
Se troviamo un pericoloso alveare vicino casa, potremmo avere istintivamente paura delle api, e volerlo distruggere o eliminare. Ma in realtà, le api svolgono un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo. Non seguiamo l’istinto aggressivo e immotivato di far loro del male, ma piuttosto facciamo delle ricerche, e cerchiamo di farle riposizionare da un professionista. La cosa migliore infatti, è sempre rivolgersi a un esperto, soprattutto quando l’alveare è grande o difficile da raggiungere. Oggi vi presentiamo due metodi per eliminare un alveare di api, senza fare del male a questi insetti.
Un alveare ospita generalmente da 10.000 a 50.000 api. Un alveare può essere così grande o posizionato in modo strategico, che potremmo vedere solo una piccola porzione. Il resto dell’alveare può infatti essere magari nascosto in un muro, in un albero, in un camino, nel tetto, ecc.
In generale, non è consigliabile agire da soli senza averne le capacità. Alcuni insetti sono infatti più aggressivi di altri, e sciameranno e pungeranno se l’alveare è minacciato o se qualcuno ci si avvicina troppo. Le vespe sono un esempio di insetto molto aggressivo, che non va assolutamente avvicinato senza precauzioni.
Quando notiamo che l’alveare potrebbe contenere miele, è meglio contattare un apicoltore locale per farlo spostare. La popolazione delle api è in calo e potrebbero accettare di trasportare le api gratuitamente, o magari per una piccola somma. Cerchiamoli su internet o sulle pagine gialle (gli apicoltori non saranno molto pubblicizzati, perciò potremmo aver bisogno di una ricerca più approfondita), o possiamo chiedere a qualcuno che conosciamo se hanno contatti con un apicoltore o un disinfestatore. La cosa migliore resta rivolgersi ad un coltivatore locale, magari cercando un apicoltore nella nostra zona.
In autonomia, è possibile provare a rimuovere solo i piccoli alveari, magari con l’aiuto di un po’ di protezioni fatte in casa. Ma assolutamente è meglio evitare i grandi alveari e quelli che producono miele, per cui dobbiamo necessariamente rivolgerci a un professionista esperto. Rimuovere un alveare di grandi dimensioni può essere davvero molto pericoloso e richiede formazione e molta esperienza.
In ogni caso, dobbiamo già considerare che potremmo dover eseguire delle riparazioni dopo la rimozione di un grande alveare da casa. Potrebbe essere necessario bucare pareti o strutture per ottenere l’accesso all’alveare. Quindi, prepariamoci a prendere delle misure per evitare ulteriori infestazioni nelle zone dove gli alveari non possono essere rimossi (dietro stucco e mattoni), e assicuriamoci che l’alveare e il miele vengano rimossi integralmente. Inoltre, eventuali api morte e il miele potrebbero attirare altre api, falene o formiche. Se un alveare non viene rimosso, le api esploratrici potrebbero trovarlo, ed una nuova colonia trasferirsi al suo intorno.
Può essere utile considerare di far evacuare gli animali domestici, i bambini, le persone con allergie, e gli anziani dalle immediate vicinanze di un alveare attivo. Inoltre, avvicinandosi ad un alveare è indispensabile indossare scarpe, calze, maglie con maniche lunghe e altri indumenti appropriati.
Cercare di eliminare le api di notte ha vantaggi e svantaggi: se da un lato le api saranno meno attive (in quanto animali diurni) e saranno probabilmente tutte all’interno dell’alveare, dall’altro sarà più difficile vedere bene, e lavorare con precisione. Inoltre, potremmo non vedere delle api o dei piccoli alveari nelle vicinanze.
Procuriamoci una scatola di cartone di medie dimensioni. Compriamo delle trappole adesive e posizioniamole all’interno. Prendiamo del polline (da vari fiori) e spargiamolo sulle trappole adesive. Pratichiamo un foro di circa 8 cm, abbastanza grande perché le api entrino nella scatola. Possiamo anche versare del miele sulle trappole, per attirare più api.
Mettiamo la scatola vicino all’alveare, a circa 2-3 metri di distanza, e attendiamo. Presto, molte api rimarranno intrappolate nella scatole, e potremo chiamare un apicoltore che le porti via. Dobbiamo fare molta attenzione perché molte api saranno ancora vive, come vogliamo, e arrabbiate. Non dobbiamo avvicinarci alla scatola e lasciar fare a un apicoltore.
Chiediamo all’apicoltore di verificare che non ci siano api rimaste, che la regina abbia lasciato l’alveare. A quel punto, possiamo sigillare gli accessi all’alveare in modo che non possa essere abitato in futuro da altri sciami. Questo metodo è ottimale per poter ricollocare poi le api in un nuovo luogo, come saprà fare l’apicoltore.
Questo metodo richiede più tempo e può essere usato in aree non abitate, strutture più vecchie e nei casi in cui non abbiamo troppa fretta di rimuovere le api. È richiesta in maniera indispensabile l’assistenza di un professionista.
Realizziamo un cono con una rete, lasciando un foro di 2-3 cm di diametro sulla punta del cono. Attacchiamo la parte larga del cono all’area di ingresso all’alveare. Le api voleranno fuori dal cono attraverso il foro, e poi cercheranno di ritornare all’alveare passando dalla base del cono e non attraverso il foro. Sigilliamo tutti gli altri punti di accesso all’alveare.
Contattiamo un professionista, che porterà una nuova regina per attirare le api rimaste fuori dal cono. Una volta fatto questo passaggio, dobbiamo attendere. Dopo che la maggior parte dell’alveare lo avrà abbandonato in favore della nuova regina, la nuova colonia crescerà e la vecchia regina lascerà l’alveare quando la colonia originaria si indebolirà. Chiediamo all’apicoltore o al professionista chiamato di verificare nella zona la presenza di eventuali api rimaste.
Attendiamo a quel punto una settimana, dopo di che rimuoviamo il cono, e lasciamo che le api rimuovano il miele e lo trasportino al nuovo alveare. In questo modo il loro “trasloco” sarà completo. A questo punto non resta che sigillare l’area e i punti di accesso, e isolare l’area con una schiuma a espansione rapida.
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Fabrizio Burriello
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