Morbido, folto o corto, liscio o liscio ma anche colorato. Quali sono i colori del pelo del gatto? Tutti quelli che possiamo trovare come manto del micio e quali razze contraddistinguono.
Chi guarda un gatto solitamente resta incantato dai suoi occhioni grandi ed espressivi, dalle orecchie ma anche da altri particolari caratteristici del suo muso. E il manto? Di certo anche questo rientra a pieno titolo tra le cose che fanno distinguere un micio da un altro. Può essere liscio o riccio, folto o più rado e di certo colorato. Da quelli più comuni a quelli davvero belli e rari ecco tutti i colori del pelo del gatto e quali razze contraddistinguono.
Tutto sul pelo del gatto: curiosità sul manto felino
Lo accarezziamo, lo spazzoliamo e vediamo il gatto prendersene cura con la lingua tutto il giorno e anche più volte al giorno: stiamo parlando del manto felino. Ma cosa sappiamo su questo elemento fondamentale dell’aspetto di uno degli animali più amati da tenere in casa?
Di certo è una delle prime cose che ‘salta all’occhio’ al primo sguardo; ma cosa si sa su di esso? A parte i colori, il pelo ha anche delle funzioni specifiche e ‘protettive’ nei confronti della stessa salute del felino. Protegge infatti il micio dai raggi del sole ma si rivela anche un utile ‘cuscinetto’ per proteggerlo dai colpi esterni da eventuali attacchi esterni.
Purtroppo ovviamente è la prima cosa a cui si attaccano eventuali parassiti che possono provocare anche seri danni alla salute del micio, come infezioni, intossicazioni etc. La stessa copertura pelosa impedisce al gatto di disidratarsi e, allo stesso tempo, funge da isolamento termico per l’animale.
La sua lucentezza è dovuta alle ghiandole sebacee che secernono un liquido oleoso che protegge dagli agenti esterni e nel linguaggio del corpo felino, il gatto usa il pelo (ad esempio quando lo rizza) per comunicare alcuni stati d’animo e di disagio.
I colori del pelo del gatto: da cosa dipendono
Il colore o la sfumatura di colore del pelo del micio in realtà dipendono dalla quantità di melanina che appunto dona diverse colorazioni e gradazioni al manto (esattamente come accade per la pelle dell’uomo). In realtà le tipologie di colori, o meglio i pigmenti che donano colore sono solo due: uno che produce quello rosso e giallo e un altro per i colori più scuri: il nero o il marrone.
I colori del pelo del gatto: quali sono i più comuni
Iniziamo col dire che il pelo dei cuccioli di gatto non sempre si mantiene del medesimo colore anche da grandi e inizia a cambiare fin dal primo anno di vita. Con la crescita non solo la colorazione può cambiare ma può anche arricchirsi di disegni che prima non erano visibili. Ma quali sono i colori più comuni del pelo del gatto?
- Gatto nero,
- gatto blu (tipo quello del Blu di Russia),
- cannella o cioccolato,
- gatto bianco,
- gatto tigrato.
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I colori del pelo del gatto: varietà di colori
Prima di elencare i vari colori del pelo del gatto, è importante distinguere le tipologie di manto, ovvero: quello self o solido (colore unico ed uniforme), rigato o tabby (a strisce), colourpoint (zone di colore diversi sul corpo, a chiazze).
Pelo self o solido
Quando il mantello è di un unico colore, questo può essere sostanzialmente di tre tipologie in particolare:
- nero o blu (insomma molto scuro),
- marroncino o cioccolato o lilac,
- cinnamon (cannella o rossiccio).
Pelo tabby
Il manto rigato, a strisce può avere ben quattro colorazioni diverse, che sono:
- Tigrè o Mackerel Tabby (una linea nera verticale, dalla testa alla coda),
- Ticked Tabby o mantello abissino (di base arancione e la fine del pelo più scura o comunque di dievrso colore),
- Blotched Tabby (sale e pepe, con una M sulla fronte),
- Spotted Tabby (strisce che dividono zone di colori di grandezze irregolari e diverse).
Pelo colourpoint
Quando è lungo può capitare che il gatto possa avere il manto ‘alla Siamese‘: la particolarità è proprio quella di avere zampe, coda orecchie e muso di colore diverso rispetto al resto del corpo.
Ma cosa rende un mantello felino un colourpoint? Un particolare enzima che è fotosensibile, ovvero che dipende dalla temperatura corporea. Essa non ‘consente’ la colorazione uniforme su tutta la superficie.
Francesca Ciardiello