Gli animali sono stati spesso oggetto di celebri citazioni di personalità autorevoli. Scopriamo insieme l’importanza di questi messaggi
Si suol dire che gli animali hanno molto da insegnarci. Molti tra i grandi pensatori della nostra storia hanno riportato i loro punti di vista sul rapporto tra uomini e animali in citazioni divenute poi celebri.
Ormai è palese come il Coronavirus abbia modificato le nostre abitudini, e non solo. Le notizie che testimoniano che “la natura si sta riprendendo i suoi spazi” sono in continuo aumento. Video, foto di animali che girano tranquillamente in città, acque che mostrano dei colori limpidi e vivi come non apparivano da tempo, pesci, cigni e delfini che nuotano liberamente.
Ovviamente tutto questo non è un caso, ma ripercorriamo la questione dall’inizio. Ricordiamo che, a causa di alcuni interventi dell’uomo, molte specie animali rischiano l’estinzione. Ne sono un esempio i rinoceronti, di cui tre delle cinque specie ancora presenti in Asia e Africa sono a rischio a causa del suo corno, intere colonie di pinguino imperatore subiscono gli effetti dei cambiamenti climatici e via disquisendo.
Il filosofo Emil M. Cioran ha evidenziato che l’aspetto non è da sottovalutare: La scomparsa degli animali è un fatto di una gravità senza precedenti. Il loro carnefice ha invaso il paesaggio; non c’è posto che per lui. L’orrore di vedere un uomo là dove si poteva contemplare un cavallo!”.
Probabilmente, la sua affermazione la comprenderanno bene, ora, tutte le persone che stanno fotografando e riprendendo, incantati, gli avvistamenti dei nostri fantastici animali.
Eppure questo rovescio della medaglia era, forse, stato immaginato dai più lungimiranti. Di fatto, come sosteneva il primo ministro donna indiano, Indira Gandhi: “E’ tutto collegato. Quello che accade ora agli animali, succederà in seguito all’uomo”.
C’è da dire che le iniziative per trovare soluzioni più “green”, al fine di salvare flora e fauna, non sono poche. Le nazioni si sono attivate per seguire questa nuova scia, magari ispirandosi anche alle parole di Mahatma Gandhi. Il politico e filosofo affermava che la “Grandezza e il progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. E, di fatto, è la via giusta da seguire.
Comunque sia, se da questa situazione abbiamo compreso la difficoltà di alcuni animali costretti a vivere in un habitat a loro idoneo, l’esito che ci auspichiamo è quello suggerito dal celebre filosofo Tom Regan: “Dobbiamo svuotare le gabbie, non renderle più grandi”.
Eppure tra uomini e animali c’è sempre stato un rapporto speciale come Ludwig Feuerbach sostiene: “L’importanza degli animali per l’uomo, specialmente ai primordi della civiltà, giustifica pienamente la venerazione religiosa di cui sono fatti oggetto. Gli animali sono stati per l’uomo esseri indispensabili, necessari; da loro dipendeva la sua esistenza umana”.
Ma anche se siamo abbiamo testimonianze della venerazione verso i gatti da parte degli egizi, in realtà come lo scrittore Elias Canetti sottolinea: “La storia parla troppo poco degli animali”.
Ma il legame tra uomo e animali è un qualcosa che va anche oltre la vita. O almeno questo è l’augurio che si fa l’entomologo Giorgio Celli: “Se il Paradiso esiste è giusto che sia popolato di animali. Ve lo immaginate un Eden senza il canto degli uccelli, il garrire delle rondini, il belare delle caprette e l’apparire del buffo e curioso musetto di un coniglio? Di sicuro nel mio Paradiso ideale non possono non echeggiare miagolii da ogni angolo. Il festoso abbaiare di cani che giocano finalmente sereni”.
Gli animali ci riempiono le giornate e dobbiamo saper interagire con loto. Andiamo ad analizzare due aspetti particolari considerati in queste due celebri citazioni: il gioco e il dialogo.
“Gli animali non hanno aspettato che gli uomini insegnassero loro a giocare. Gli animali giocano proprio come gli uomini; tutte le caratteristiche fondamentali del gioco sono realizzate in quello degli animali. Basta osservare i cuccioli nel loro gioco, per scorgere in quell’allegro ruzzare tutti questi tratti fondamentali. Essi s’invitano al gioco con certi gesti ed atteggiamenti cerimoniosi; osservano la regola che non si ha da mordere a sangue l’orecchio del compagno; fingono di essere arrabbiatissimi. E si noti soprattutto che a far cosi essi provano evidentemente in massimo grado piacere o gusto”.
E a leggere queste parole di Johan Huizinga non ci resta che ammettere che dovremmo essere noi a imparare dagli animali come si gioca.
Ma un altro aspetto molto importante è stato evidenziato dallo scrittore Alan Alexander Milne sul dialogo con i nostri amici animali: “Alcune persone parlano con gli animali. Poche persone però li ascoltano. Questo è il problema”. Nel rapportarci con i nostri amici a quattro zampe facciamo attenzione, quindi, non solo a farci capire ma anche sforzarci a interpretare il loro di linguaggio.
Comunque sia l’importanza degli animali non si limita solo a come riempiano la nostra vita e di come ci rendano felici. Una frase diventata ormai famosissima recita: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
Tengo a precisare che questa citazione viene, erroneamente, attribuita ad Albert Einstein. Di fatto, non ci sono prove della sua paternità e sembra, invece, che questa frase abbia fatto la sua comparsa su un volantino distribuito a Bruxelles dall’Unione Nazionale degli Apicoltori Francesi per sensibilizzare le persone alla questione. Ora, tenendo in considerazione che le api provvedono ad impollinare la maggior parte delle colture utile al sostentamento umano e tutte le citazioni prima esaminate, il messaggio arriva forte e chiaro: gli uomini non possono fare a meno degli animali.
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M. L.
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