I cani, si sa, sono animali davvero unici e sorprendenti. Ma c’è uno studio che ha classificato dal punto di vista psicologico le razze di cani più intelligenti.
Non esiste un modo semplice ed unico per valutare l’intelligenza dei cani. Può essere infatti specializzata su più attività, e non essere specifica su un unico fattore. Uno psicologo canino, Stanley Coren, ha scritto negli anni ‘90 che esistono vari tipi di intelligenza. E secondo i comportamentisti animali, gli uomini giudicano di solito l’intelligenza degli animali in modo molto limitato e ingiusto, e spesso non sanno realmente quali sono le razze di cani più intelligenti al mondo. Ed ecco che uno studio è riuscito a classificare in modo corretto le varie razze in base alle loro capacità e intelligenza.
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Secondo lo psicologo canino Stanley Coren, ci sono vari tipi di intelligenza: quella adattiva (che significa, “capire le cose”), quella funzionale (la capacità di eseguire gli ordini), e quella istintiva (cioè quello che chiamiamo talento innato).
Ci sarebbero ovviamente altri tipi di intelligenza, quale quella spaziale, cinestetica, interpersonale, e via così.
Gli umani, abbiamo detto in apertura, non sono molto corretti nel giudicare l’intelligenza degli animali: li giudicano secondo canoni da umani, per così dire, e quindi non si tratta di un criterio giusto per loro.
I laboratori di varie università mondiali stanno studiando un po’ questa domanda: “Quali sono i cani più intelligenti?”. Per ora, la metrica migliore da cui partire è l’intelligenza funzionale.
E infatti proprio Coren ha presentato i risultati di un lungo sondaggio nel suo libro L’intelligenza dei cani, basati sull’analisi di quasi duecento giudici di gare di obbedienza per cani.
Le risposte erano piuttosto coerenti, anche se ci sono eccezioni – secondo i giudici – in ogni razza, e gran parte dei risultati è legata all’addestramento.
I risultati hanno portato a creare vari livelli, ognuno con varie razze, dividendole così in base alla percentuale di risultati positivi in quanto a obbedienza.
Parliamo di oltre 100 razze di cani, divise in 6 livelli di intelligenza.
Questi sono i cani più intelligenti, almeno secondo l’abilità di seguire gli ordini.
Tendono a imparare un nuovo comando in meno di cinque esposizioni ad esso, e l’obbedienza è positiva nel 95% dei casi.
Qui abbiamo degli eccellenti cani da lavoro, che sanno a imparare un nuovo comando con un numero di esposizioni che va da 5 a 15, e una percentuale di obbedienza di ben 85% dei casi.
Sono cani da lavoro considerati sopra la media, che riescono a imparare un nuovo trucco in circa 15-25 ripetizioni, e hanno una percentuale di obbedienza del 70% almeno.
Cani da lavoro medi, che possono imparare un nuovo trucco in 25-40 ripetizioni. Questi cani obbediscono almeno il 50% delle volte.
Sono cani da lavoro onesti e leali, sanno imparare un nuovo trucco in 40-80 ripetizioni. Rispondono bene nel 40% circa dei casi.
Si tratta dei cani da lavoro meno efficaci, che hanno bisogno di oltre 100 ripetizioni per imparare un nuovo trucco. Obbediscono solo nel 30% circa dei casi.
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Ovviamente esistono delle eccezioni (come sempre). Coren parla nel suo libro di un addestratore che ha vinto gare di obbedienza con i suoi Staffordshire bull terriers (in questa classifica sono al 94° posto).
Certo, anche il talento dell’addestratore (o del padrone) influisce molto. E poi, esistono ancora altri modi per misurare l’intelligenza dei cani.
Lo stesso psicologo ha un Nova Scotia duck tolling retriever, razza che si piazza al 24° della nostra classifica, che era anche troppo intelligente per le gare!
Praticamente, per questo cane ogni movimento di Coren era un comando: ogni movimento di testa, ogni lieve gesto del corpo, addirittura la direzione in cui guardava, erano tutti comandi per questo cane geniale.
Questo ovviamente rendeva praticamente impossibile competere in una gara di obbedienza: uno sguardo del suo accompagnatore e il cane avrebbe potuto magari saltare in modo meraviglioso di certo, ma non da richiesta dei giudici.
Anche il levriero afgano, qui posizionato mestamente ultimo, in realtà è da considerare – secondo alcuni appassionati – non poco intelligente, ma molto indipendente e testardo.
Non è quindi incapace di seguire gli ordini, semplicemente non vuole farlo! Un po’ come un gatto, in pratica.
F. B.
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