Il gioco diverte tutti, anche i nostri amici animali. Ma due animali di specie diverse come cani e cavalli possono giocare insieme? Vediamo cosa ne pensano gli esperti
Due specie molto diverse cani e cavalli, hanno alcuni aspetti in comune, sono animali domestici, hanno quattro zampe e una coda e…sanno giocare in modo simile. E non solo, sebbene molto diverse tra loro, queste specie usano anche le medesime espressioni facciali mentre si divertono, ma per sapere come questo sia possibile dobbiamo chiedere il parere dei ricercatori.
Il gioco per gli animali
I cani adorano giocare. In particolare quando due cani giocano, corrono, saltano e si inseguono l’un l’altro, con espressioni che noi umani interpretiamo come sorrisi.
Alcuni scienziati hanno osservato, per la prima volta, che anche i cani e i cavalli possono giocare insieme, in maniera simile, con la bocca aperta e riuscendo a sincronizzare i loro movimenti.
Fatto ancora più straordinario è che le due specie sanno anche riflettere l’espressione del viso dell’altro, questo comportamento viene chiamato “mimetismo facciale veloce”. Il fenomeno in questione è comune nei primati, nei cani domestici, nei suricati e negli orsi, ma non è mai stato documentato in caso di partner di gioco appartenenti a specie diverse.
Cavalli e cani, come abbiamo, detto sono animali domestici e riescono a convivere pacificamente. Tuttavia, da un punto di vista evolutivo, sono predatori e prede, quindi gli scienziati sono rimasti sorpresi dal fatto che le due specie condividessero un linguaggio in comune nel gioco.
Lo studio effettuato rafforzerebbe l’idea che il gioco sia qualcosa di universale tra le specie. Il gioco è un aspetto presente in molti tipi di animali, dai coccodrilli alle lontre. Ma l’aspetto interessante è che, nonostante le diversità tra le specie, i comportamenti peculiari nel gioco: la corsa, l’inseguimento, il salto, sono sorprendentemente comuni a tutte.
Ma quale sia lo scopo del gioco è ancora un enigma. Il gioco potrebbe aiutare i giovani animali a sviluppare abilità sociali e di caccia; mentre gli adulti potrebbero usarlo per rilassarsi o mantenersi in salute. L’argomento di questo nuovo studio, ovvero il gioco tra animali così diversi, aggiunge un nuovo intrigante elemento a questo mistero.
Cani e cavalli: due specie che possono giocare insieme
Nel 2018 Elisabetta Palagi, una ricercatrice sul comportamento degli animali dell’Università di Pisa, ha ricevuto un link di YouTube da un suo studente che mostra un cane e un cavallo che giocano insieme. Dal filmato la Palagi ha dedotto che i due animali “erano sincronizzati”. Incuriosita da questa particolare interazione tra le due specie, la studiosa decise di approfondire la ricerca scientifica sul gioco tra cavalli e cani.
Di aneddoti di specie diverse che giocano tra di loro ce ne sono tanti, ad esempio cani e gatti che appartengono alla stessa famiglia. Ma sono stati osservati casi anche tra animali selvatici, come nel caso di un babbuino con una zebra, o una lupa femmina con un orso bruno.
La ricercatrice ha così chiesto ai suoi studenti di cercare, su YouTube, video di cani e cavalli che giocano insieme, con determinate caratteristiche: non dovevano esserci interferenze da parte di esseri umani, gli animali dovevano essere liberi di muoversi e la loro sessione di gioco doveva durare almeno 30 secondi. Tra il Dicembre 2018 e il Febbraio 2019, la Palagi e i suoi studenti hanno analizzato centinaia di video e, infine, ne hanno selezionati 20 per il loro studio.
La ricercatrice era particolarmente interessata ad analizzare casi di “ mimetismo facciale veloce” tra le due specie. Questo fenomeno dipende dal grado di tolleranza e familiarità tra i partner di gioco. Quando il team di Palagi ha iniziato il suo studio, non era ancora noto che casi di mimetismo facciale si potessero verificare anche con partner di specie diverse.
Gli animali condividono gioco e anche le tattiche
Ogni sessione cominciava quando uno dei due animali, cavallo o cane, ha iniziato a divertirsi e il compagno di gioco ha risposto in maniera naturale. Le sessioni terminavano quando i due animali smettevano di giocare o quando uno si allontanava, interrompendo il gioco. Le sessioni sono durate in media 79 secondi.
Gli studiosi hanno scoperto che alcuni comportamenti dei cani e dei cavalli durante il gioco erano molto simili. Ad esempio, avrebbero potuto tentare di mordere l’altro ma non lo hanno fatto, saltavano, si spingevano, si inseguivano l’un l’altro, giocavano con oggetti, si rotolavano con la schiena per terra o scuotevano la testa.
I ricercatori si sono concentrati su un comportamento chiamato “relaxed open-mouth display”, che rappresenta un importante segnale di “mimetismo facciale veloce”, e hanno scoperto che 12 cani e 10 cavalli hanno assunto questa espressione durante il gioco.
Dai 20 video, gli scienziati hanno poi selezionato casualmente frammenti di 10 secondi di ciascun video e li hanno analizzati per specifici comportamenti di gioco, ad esempio quelli di attacco o di difesa. La scoperta sorprendente è stata che le due specie non differivano nei loro stile di gioco. “Ciò suggerisce che ci sono alcune tattiche condivise che rendono possibile il gioco tra specie diverse”- afferma la Palagi, coautore dello studio pubblicato nel numero di maggio di Behavioral Processes.
Sebbene lo studio non documenti come sono iniziate queste interazioni di gioco tra cane e cavallo, mostra però che il gioco può essere condiviso e creare legami tra due specie diverse.
Barbara Smuts, una ricercatrice all’Università del Michigan, ha affermato in una e-mail. “È uno studio importante perché mostra come due animali, che si comportano in modo diverso. possano comunque interagire, giocando in modo che sia consono per entrambi”.
La Palagi conclude: “È ancora più degno di nota data la grande differenza di dimensioni tra cavalli e cani. Il cane è vulnerabile alle ferite del cavallo e il cavallo ha una tendenza profondamente radicata a temere gli animali che assomigliano ai lupi. Sebbene cani e cavalli abbiano percorsi evolutivi diversi, entrambe sono specie domestiche che riconoscono le espressioni facciali del loro stesso tipo e quelle degli esseri umani, fattori che possono renderli più in sintonia con le emozioni degli altri, rispetto alle creature selvagge. Anche così, il loro linguaggio di gioco condiviso rimane un mistero. Forse, anche specie molto diverse possono mettere da parte il loro istinto e scegliere di divertirsi qualche istante”.
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M. L.