Più simili di quanto si pensa ma uno ha due gambe e l’altro quattro zampe: perché spesso i cani assomigliano ai loro padroni e come spiegare questo strano fenomeno.
Quando si vuole adottare un amico a quattro zampe sono diverse le valutazioni da fare e, in un certo senso, si cerca anche di selezionare tra quelli che possono sembrare più simili a noi padroni o comunque affini alle nostre vite ed esigenze. Tuttavia può capitare che un Fido non solo sia compatibile coi nostri impegni e abbia il nostro stesso carattere ma che addirittura ci somigli fisicamente: ma come mai i cani assomigliano ai loro padroni e come spiegarsi questo fenomeno? La risposta.
E’ indubbio che nella ricerca del quattro zampe che diventerà un membro della nostra famiglia vogliamo un animale che abbia dei lati affini al nostro carattere: di sicuro un padrone pacato e magari pantofolaio commetterebbe un errore a scegliere un Fido che ha bisogno di uscire, correre e giocare per scaricare tutte le sue energie.
Di sicuro vi è una affinità caratteriale di base poiché la stessa renderebbe la convivenza più facile e piacevole. Per capire meglio il concetto basterà ricordare la scena del film ‘La carica dei 101’ quando i Dalmata si mettono ad osservare alla finestra le coppie di cani e padroni che passeggiano fuori: umano e animale non solo sembrano identici fisicamente, ma anche nell’atteggiamento, nel modo di camminare etc.
Ma tutto ciò è solo frutto della nostra immaginazione oppure ha un fondamento scientifico? A quanto pare si tratta di un meccanismo di suggestione, che può essere tuttavia spiegato con teorie che hanno una base di validità oggettiva: ecco qual è la risposta.
Se in molti credono che il cucciolo acquisisce il carattere del padrone, è altrettanto comune pensare che l’umano scelga l’esemplare solo perché lo sente ‘simile a lui’. Tutto parte da noi o comunque dal nostro bisogno inconscio di notare qualcosa di familiare, che sentiamo come simile a noi, nella scelta di un quattro zampe. Non a caso sentiamo spesso di testimonianze di neo padroni che hanno scelto il loro beniamino perché hanno capito fosse quello giusto quando lo hanno guardato negli occhi.
Si tratta di meccanismi inconsci della nostra mente, che seleziona gli esemplari che sente più vicini alla nostra personalità e al nostro carattere: scegliamo quelli perché ci riconosciamo in loro. E a cosa serve sentirsi ‘simili’? Ciò tranquillizza la nostra mente, perché sentiamo di essere maggiormente compresi da un quattro zampe che ha i nostri stessi lati caratteriali ma anche ‘estetici’ (pensiamo alle donne coi capelli lunghi che scelgono cani con le orecchie lunghe).
Un team di ricercatori dell’Università del Texas (nella persona del prof. Art Markman) ha chiarito che questo meccanismo di ‘rispecchiamento’ dell’umano nei confronti dell’animale scelto è quasi un’esigenza, come se la cosa ci tranquillizzasse e ci facesse sentire che la convivenza con noi e gli altri membri della famiglia sarà più facile.
Quindi il bisogno di cercare delle similitudini caratteriali, di personalità e anche estetiche nel cane che vivrà con noi si basa su tre concetti fondamentali:
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Quindi se pensiamo che il cane che abbiamo scelto sia solo frutto dell’istinto non è esattamente così: in lui ci siamo rivisti ed identificati a livello inconscio.
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