Un tenero cane era nella lista dell’eutanasia in canile, adottato in extremis
In molti paesi vige l’eutanasia nei canili per far fronte al sovraffollamento. Il periodo di permanenza può variare di paese in paese, in base all’età del cane o alla sua razza.
Un sistema che condanna ogni anno, milioni di cani alla morte. Creature di ogni taglia, di razza o meticci di qualsiasi età che hanno avuto la sfortuna di essere stati abbandonati o di essere nati randagi.
Negli Stati Uniti, per dare una seconda opportunità a questi cani, sono nate numerose associazioni “no kill” (contro l’uccisione) per recuperare cani abbandonati o vaganti. Inoltre, grazie alla rete e alla visibilità dei social, molti volontatri condividono appelli di “adozioni urgenti” di cani inseriti nella lista dell’eutanasia. Appelli strazianti dai quali dipende la vita di un povero cane, già vittima dell’indifferenza, maltrattamenti o di abbandoni. Cani che hanno solo 24h di “vita” per trovare una famiglia. La stessa Elisabetta Canalis ha adottato un pincher per salvarlo dall’eutanasia a Los Angeles.
Storie comuni a molti cani che sono stati più fortunati di altri. E’ la storia di un adorabile beagle di nome Gregory. Il povero esemplare aveva la filaria e doveva essere soppresso. I volontari di un’associazione, la Hound rescue and Sanctuary, presi a compassione dalla dolcezza dello sguardo di Gregory, condividero il suo appello per poterlo salvare.
Dopo qualche ora, un uomo di nome Joe si è messo in contatto con l’associazione chiedendo di adottare il piccolo Gregory. Ed è così che il dolce beagle non solo è stato salvato dall’eutanasia, ma è uscito per sempre dal canile, con quello che sarà il suo compagno per la vita.
La fotografia di Joe in macchina con Gregory è stata pubblicata dall’associazione.
“La più bella immagine di tutti i tempi di una corsa verso la libertà”, hanno commentato i volontari.
Impossibile resistere alla dolcezza dell’immagine. Alla tenera posa di Gregory che posa il suo muso sulla spalla di Joe al volante. Come se il cane avesse capito di essere stato salvato e volesse ringraziare Joe. Un legame che si è creato all’instante tra Joe e Gregory. La gratitudine di questo beagle forse è la migliore ricompensa che una persona possa ricevere per una buona azione.
“Seguiremo Gregory nel trattamento per la filaria e lo cureremo. Adesso è in buone mani”, ha scritto la moglie di Joe, ringranziando i volontari.
Ecco il post di Gregory verso la libertà:
C.D.
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