Da qualche settimana è attivo il telefono anticaccia dell’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente): ecco come funziona.
Nonostante le recenti delusioni (l’ultima, in ordine di tempo, è la bocciatura del referendum sulla caccia proposto dal Comitato “SI aboliamo la caccia” ad opera della Cassazione, che aveva ritenuto nulle ben 177 mila firme), non si arresta la lotta della associazioni e dei vari movimenti animalisti contro l’attività venatoria, e in particolare verso l’esercizio abusivo della stessa: l’ultima iniziativa è il telefono anticaccia dell’AIDAA.
L’attività venatoria è regolata dalla Legge 157 del 1992, che impone dei limiti stringenti al suo esercizio. Attività dunque del tutto legale, ma che con il passare del tempo è divenuta sempre più impopolare.
E non solo, ovviamente, tra gli attivisti del settore che involge la cosiddetta questione animale, ma anche tra la gente comune; anche tra chi non ha abbracciato il veganesimo come stile di vita o non si è convertito quanto meno al vegetarianesimo.
Anzi, la caccia appare molto più demonizzata dell’industria animale, con i suoi allevamenti intensivi che permettono di acquistare carne a basso costo, a fronte di condizioni di vita terribili in cui versano gli animali in essi stipati.
Di per contro l’attività venatoria ha continuato a resistere nel corso del tempo, almeno ad oggi, ai vari tentativi di abolizione della stessa.
L’ultimo tentativo ad opera del Comitato “SI aboliamo la caccia”, con un referendum che tuttavia ha trovato un ostacolo insormontabile nella Cassazione, che ha ritenuto nulle ben 177 mila firme.
È di pochi giorni fa invece la notizia dell’inaugurazione del nuovo telefono anticaccia promosso dall’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente): un importante strumento di ausilio nell’informazione, poiché pensato per aiutare il cittadino a comprendere quando l’attività venatoria viene esercitata abusivamente, o a capire come impedire ai cacciatori l’accesso sul proprio fondo.
Le segnalazioni di eventuali reati od irregolarità nell’esercizio della caccia andranno comunque segnalate, in ogni caso, alle autorità competenti.
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L’intento dell’AIDAA, ovviamente, non è quello di sostituire le Autorità, ma quello di fornire un valido strumento per difendere i propri diritti e gli animali dall’esercizio improprio dell’attività venatoria; l’informazione, d’altronde, è il primo strumento di emancipazione da qualsivoglia forma di ingiustizia.
Senza andare a scomodare fatti penalmente rilevanti (si pensi al reato di uccellagione), l’esercizio della caccia può comportare dei pericoli, o quantomeno delle violazioni dei diritti del comune cittadino. Ad esempio, come piuttosto noto, i cacciatori possono inseguire le prede anche nei fondi dei privati.
È sempre lecito questo comportamento? Ovviamente no. D’altronde trovarsi un cacciatore a sparare nel proprio giardino, va da sé, può mettere in pericolo anche la nostra vita, nonché quella degli animali d’affezione che possediamo.
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E difatti è vietato esercitare l’attività venatoria presso abitazioni, fabbriche o altri edifici adibiti a luoghi di lavoro, ovvero ad una distanza inferiore a 100 metri, e con il divieto di sparo in direzione degli stessi a meno di 150 metri. La distanza si abbassa laddove si parla di strade e ferrovie, dimezzandosi a 50.
Inoltre chi esercita la caccia non può accedere in fondi recintati, ma anche in quelli dove sono in atto delle colture che potrebbero essere danneggiate (come vigneti e uliveti).
Senza contare i periodi di chiusura totale dell’attività venatoria, o i giorni di silenzio venatorio quando si apre la stagione di caccia. Insomma, gli strumenti per informarsi adeguatamente ci sono; e da oggi, possiamo contare anche sul telefono anticaccia dell’AIDAA.
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