Le api: gli esseri viventi più importanti del pianeta, da ora è ufficiale

Le api: gli esseri viventi più importanti del pianeta, da ora è ufficiale

Albert Einstein diceva che se le api si estinguessero, gli umani farebbero immediatamente la stessa fine. Da oggi, le api sono gli esseri viventi più importanti del pianeta.

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Api su un fiore. (Foto Pexels)

Si sa da sempre che le api rivestono un importantissimo ruolo all’interno del nostro ecosistema. Ma non era ancora arrivata l’ufficialità di questa informazione. Finalmente, l’Earthwatch Institute ha dichiarato le api gli esseri viventi più importanti del pianeta, durante un incontro a Londra della Royal Geographical Society.

Il motivo principale è che le api hanno un impatto fondamentale sulla fauna: si calcola che il 70% dell’agricoltura mondiale dipenda esclusivamente da questo simpatico animaletto, che grazie all’impollinazione consente alle piante di riprodursi. Infatti, molta frutta e verdura quali ciliegie, zucca, carote, girasoli, cacao, mandorle, mele, fragole, non farebbero parte della nostra dieta se non fosse per le api.

Non basta, perché altri studi concludono che le api sono gli unici esseri viventi che non portano con sè un agente patogeno di alcun tipo (funghi, virus o batteri). In realtà però c’è da dire che tali studi sono basati sulle api dell’isola di Pasqua.

Le api in via d’estinzione

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Le api: in pericolo d’estinzione. (Foto Pexels)

Ciononostante, le api sono in via d’estinzione. Recenti studi dimostrano una fortissima diminuzione del numero di questi insetti: parliamo di quasi il 90% della popolazione di api, scomparsa negli ultimi anni secondo gli ultimi dati della FAO. In Europa si calcola che circa il 37% delle api è in declino.

Le principali ragioni di questa enorme diminuzione sono da individuare nei pesticidi che vengono usati in modo incontrollato, nella deforestazione e nella mancanza di fiori. Proprio per questo motivo, gli attivisti chiedono di vietare immediatamente i pesticidi, in favore di alternative naturali, e di monitorare attivamente le api.

L’attivismo

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Ape su un fiore giallo (Foto Pexels)

Greenpeace conferma tale tesi, e afferma che l’uomo può proteggere le api e anche ripristinarne il numero, usando delle semplici azioni come ripristinare un’agricoltura ecologica, preservare l’habitat naturale delle api, e soprattutto vietare i pesticidi più pericolosi per le api, gli esseri viventi più importanti per il pianeta.

Proprio l’agricoltura ecologica risulta necessaria per la protezione degli insetti giallo-neri. Questo tipo di agricoltura ha varie abitudini positive, quali l’uso di sistemi di compostaggio naturale per ripristinare i nutrienti del suolo, evitare le grandi mono colture, la preservazione delle diversità di ecosistemi, il totale non utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici, ed evitare l’erosione del suolo. Questo è l’unico modo per ripristinare le popolazioni originarie di api, e per migliorare quindi l’impollinazione ed i raccolti.

La giornata mondiale delle api

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Le api: fondamentali per l’ecologia (Foto Pexels)

Per promuovere l’importanza delle api, il 20 Maggio è la giornata mondiale delle api. Proprio in questa giornata si vuole sensibilizzare verso il rispetto e la protezione dell’insetto che dovrebbe essere più caro per l’uomo.

In realtà tanto può essere fatto anche nella vita di tutti noi per aiutare le api: prati fioriti, siepi, giardini, sono rifugio ideale per questo insetto. Potremmo realizzare ad esempio piccoli spazi verdi per aiutare le api a vivere, con piccoli orti urbani, giardini, ma anche coltivando su balconi e davanzali delle piante nettarifere. Qui le api potrebbero garantire così l’impollinazione delle altre piante, evitando insetticidi, fungicidi e altre sostanze chimiche nocive per la nostra amica ape.

Il miele: oro colato

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Un apicultore a caccia di miele (Foto Pexels)

In tutto questo discorso, ovviamente, anche la produzione del miele va a essere impattata: si calcola che nel 2019 le importazione di miele dall’estero sono aumentate del 18% rispetto all’anno precedente, con molti arrivi (quasi la metà) da paesi quali Ungheria e Cina che in passato hanno avuto anche gravi problemi di sicurezza alimentare.

Questo ci fa capire come anche l’economia italiana del miele è a rischio per colpa della scarsa attenzione verso l’ape. Infatti secondo la Coldiretti, nei nostri negozi più di un vaso su due contiene in realtà miele proveniente dall’estero. La produzione nazionale negli ultimi anni, infatti, ha avuto molti problemi a causa dell’andamento climatico ormai in tutto lo stivale.

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F.B.

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