Gli umani sono gli unici animali che fanno politica? In realtà in natura esiste questo tipo di comportamento anche in altre specie: ebbene sì, gli animali votano. Non siamo nemmeno gli unici primati a farlo.
Ogni animale che vive in gruppo ha bisogno di prendere decisioni di gruppo, a volte. Anche quando non sono d’accordo con i loro compagni, gli animali si affidano l’uno a l’altro per protezione o aiuto a trovare cibo. Quindi devono trovare dei modi per ottenere il consenso riguardo cosa deve fare il gruppo, o dove deve vivere. Alcune specie, dai primati agli insetti, hanno metodi per trovare un accordo nelle decisioni, che sono sorprendentemente democratiche: gli animali votano proprio come gli umani.
Quando la giornata dei suricati inizia, questi simpatici mammiferi emergono dalle loro tane per godersi la luce del sole, e poi iniziano a cercare del cibo. Ogni suricato cerca viveri per sè stesso, scavando nel terreno in cerca di insetti e altri gustosi bocconcini, ma si muovono in gruppi non troppo ravvicinati, con ogni animale a distanza dell’altro anche di dieci metri. Ma i suricati si muovono comunque come un’unità sola, attraversando il deserto mentre cercano e mangiano.
I suricati si chiamano tra di loro mentre viaggiano. Uno dei loro suoni caratteristici è una sorta di miagolio gentile, che i ricercatori hanno identificato come un richiamo a muoversi, un po’ come se dicessero “sto per allontanarmi da questo punto sul terreno, chi viene con me?”.
In uno studio del 2010, la dottoressa Marta Manser, scienziato del comportamento animale dell’Università di Zurigo in Svizzera, ha studiato con i suoi colleghi i richiami a muoversi in una dozzina di gruppi di suricati che vivono nel deserto Kalahari del Sud Africa. I gruppi variavano dai sei ai diciannove individui. Ma gli scienziati hanno scoperto che dei membri del gruppo, solo tre dovevano richiamare gli altri prima che l’intero gruppo si spostasse. Il gruppo non cambiava direzione, ma raddoppiava la velocità per raggiungere zone di raccolta migliori.
I biologi chiamano questo fenomeno – quando gli animali cambiano il loro comportamento in risposta ad una massa critica dei loro compagni che fa qualcosa – una risposta di quorum. La dottoressa Manser crede che le risposte di quorum avvengono anche nelle decisioni degli umani.
Quando siamo in gruppo e qualcuno dice “andiamo a mangiare una pizza”, dice la dottoressa, se nessuno si unisce all’invito non succederà nulla. Ma se a chi ha lanciato l’invito si uniscono un paio di amici, la loro proposta diventa molto più convincente.
In un’altra serie di esperimenti, hanno scoperto che non importa se i suricati che lanciano il richiamo sono dominanti o subordinati all’interno del gruppo. Dipende più che altro da quanto questi singoli individui appaiono determinati. Anche qui c’è un parallelo con gli umani: anche senza averne il titolo, finchè facciamo finta di sapere quello che stiamo facendo il gruppo ci seguirà.
In primavera, potremmo notare uno sciame di api che si dondolano da un ramo come un pericoloso grappolo d’uva. Questi insetti sono nel bel mezzo di una discussione per prendere un’importante decisione.
Quando una colonia di api da miele si divide in due, una regina e molte migliaia di operaie volano via insieme da un alveare. Lo sciame trova un luogo per prendersi una pausa – per qualche ora o giorno – mentre qualche centinaia di esploratrici vanno in giro a cercare una nuova casa. Quando una ricercatrice trova un posticino interessante, lo ispeziona a fondo. Poi torna allo sciame, che è ancora fermo e ronzante sul ramo. Camminando sulla superficie di questo gruppo, l’ape ricercatrice fa una danza ripetitiva e ondulatoria con cui avvisa le altre api di aver trovato il posto giusto, comunicando anche la qualità, la direzione e la distanza.
A questo punto altre ricercatrici tornano indietro allo sciame e fanno la loro danza. Gradualmente, alcune ricercatrici si fanno convincere dalle altre, e cambiano la loro coreografia per imitare quella delle altre. Una volta che tutte le ricercatrici sono d’accordo, lo sciame vola verso la nuova casa. Praticamente, anche questi animali votano finchè non sono tutti d’accordo per la decisione finale.
Il dottor Thomas D. Seeley dell’Università Cornell, nel suo libro del 2010 sulla democrazia delle api trae una giusta lezione da questi insetti che potremmo imparare: anche in un gruppo composto da individui amichevoli con interessi comuni, il conflitto può essere un elemento utile per il processo con cui si prendono le decisioni.
Proprio come i cani domestici, i licaoni africani passano un po’ del loro tempo a socializzare con entusiasmo, mentre altri oziano. I membri di un branco salutano entusiasticamente gli altri membri in rituali ad alto tasso di energia, detti raduni. Dopo un raduno, i licaoni si spostano insieme per iniziare una caccia – o per tornare a riposarsi insieme. In uno studio del 2017, i ricercatori hanno scoperto che la decisione di cacciare o restare fermi sembra essere molto democratica. Per esprimere un voto per la caccia, i licaoni starnutiscono.
Più starnuti avvengono durante un raduno, più è probabile che questi animali poi partano per la caccia. Se un licaone dominante ha fatto iniziare il raduno, il gruppo è più facile da convincere: circa tre starnuti e si parte a caccia. Ma se un elemento subordinato ha dato origine al raduno, ci vorranno minimo dieci starnuti per dare l’avvio alla caccia.
I ricercatori hanno però sottolineato che i licaoni potrebbero esprimere il loro voto anche con altri segnali più nascosti. Gli starnuti potrebbero aiutare gli animali a pulire il naso ed essere pronti a annusare la preda. In ogni caso, questi cani selvaggi finiscono questi raduni con una decisione presa assieme.
I primati, nostri più vicini parenti, hanno fornito moltissimo materiale ai ricercatori che studiano come prendono le decisioni i gruppi. Gli scienziati hanno visto i gibboni che seguono le leader femmine, i gorilla di montagna che grugniscono quando sono pronti a spostarsi e le scimmie cappuccine che squittiscono l’un l’altra.
A volte però il processo è più sottile. Un gruppo potrebbe spostarsi nel panorama come una sola unità, senza nessun segnale ovvio dagli individui riguardo dove vorrebbero andare dopo. Per scoprire come viene gestito tale processo dai babbuini, gli autori di uno studio del 2015 hanno messo collari GPS a venticinque membri di un gruppo nel Kenya. Hanno monitorato ogni passo di queste scimmie per due settimane. Hanno poi studiato i movimenti di ogni singolo babbuino in molte combinazioni, per capire chi stava portando il gruppo verso nuove direzioni.
I dati hanno mostrato che ogni babbuino potrebbe iniziare a muoversi verso una nuova direzione, come a voler trascinare con sè gli altri verso un nuovo corso – maschio o femmina, dominante o subordinato. Quando più babbuini si spostano verso la stessa direzione, è più probabile che gli altri li seguano. Quando c’è un disaccordo, con i babbuini intraprendenti che si muovono verso direzioni totalmente diverse, gli altri seguiranno eventualmente la maggioranza. Ma se due di questi nuovi leader puntano verso direzioni a meno di 90 gradi di distanza, i seguaci troveranno un compromesso seguendo il percorso centrale. Non importa come, il gruppo resterà unito.
Ariana Strandburg-Peshkin, una ricercatrice dei comportamenti animali dell’Università di Konstanz in Germania che ha diretto lo studio sui babbuini, sottolinea che a differenza degli umani, nessuna autorità monitora i voti dei babbuini ed annuncia i risultati. Questi intelligenti animali votano, ma il risultato degli spogli emerge in modo naturale. Ma lo stesso tipo di sottile costruzione del consenso, secondo la Strandburg-Peshkin, può essere parte del nostro processo di voto: ad esempio, potremmo influenzare gli uni le decisioni degli altri per far votare chi è in testa nelle elezioni, prima che venga diffuso qualunque risultato.
Proprio come le api, anche le formiche affrontano importanti decisioni su dove ricollocare le loro colonie. Le formiche delle rocce, che vivono nelle fessure di pietra in tutta Europa, usano un metodo simile alle riunioni, per trovare una nuova casa.
Alcune formiche ricercatrici sembrano sempre in giro a trovare una nuova casa meglio di quella attuale, scrive il professore Nigel Franks dell’Università di Bristol in Inghilterra. Queste ricercatrici investigano sulla qualità di nuovi potenziali luoghi in cui fare il nido. Se abbastanza ricercatrici si trovano nello stesso luogo, raggiungeranno il numero minimo per ricollocare la colonia. Possono anche provare a costruire un quorum, tornando al nido originale e reclutando altre formiche che le seguano al sito del nuovo nido. Portano queste formiche con sè una alla volta, un seguace che tamburella il guidatore con le sue antenne per restare sul percorso.
In ogni caso, una volta che un numero critico di formiche si è raggruppato al nuovo luogo, la decisione della colonia è ufficiale. Anche questi piccoli animali votano, dunque, ma le formiche non hanno abbastanza pazienza perché il corso naturale del processo elettorale avvenga naturalmente, in ogni caso. Semplicemente, per portare il resto della colonia trascinano le loro sorella con sè fino alla nuova casa.
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F.B.
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