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Curiosità

Gli animali prevedono terremoti ed eruzioni vulcaniche: c’è la prova

Si sente spesso dire che gli animali prevedono terremoti, eruzioni vulcaniche e altre catastrofi naturali. Ora ne abbiamo la prova scientifica.

Gli animali prevedono terremoti ed eruzioni vulcaniche: lo Stromboli (Foto Flickr)

Si sa da tantissimo tempo (si parla di secoli e secoli) che gli animali hanno strani comportamenti poco prima dell’avvenimento di catastrofi naturali anche particolarmente disastrose. Molto spesso si notano uccelli che diventano irrequieti, animali selvaggi che abbandonano le loro tane, ma anche tra gli animali domestici come cani e gatti, ci sono comportamenti simili. Ma allora è vero che gli animali prevedono terremoti e avvenimenti simili? Uno studio scientifico lo conferma.

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Il sesto senso degli animali

Prima di un terremoto, gli uccelli hanno comportamenti bizzarri (Foto Unsplash)

La prima registrazione di comportamenti animali bizzarri prima di un evento catastrofico è stata addirittura nel 373 AC. Plinio il Vecchio notò che gli uccelli diventarono irrequieti, prima di un devastante terremoto. La convinzione che gli animali possano prevedere eventi catastrofici nasce quindi molto tempo fa.

Secondo la rivista americana del territorio, la US Gelogical Survey, il motivo per cui succede è che gli animali sono sensibili alle onde P, a differenza degli esseri umani. Queste onde sono longitudinali e estremamente veloci, prodotte dalle rocce che oscillano nella direzione in cui si propaga. Le onde P indicano che sono in arrivo le onde S, quelle perpendicolari e più forti, che provocano i crolli durante un evento catastrofico.

Finora si trattava più che altro di dicerie, ma anche negli ultimi decenni ci sono stati esempi simili. Ed è per questo che gli scienziati hanno deciso di verificare la veridicità di questa leggenda metropolitana, anche se con il rischio di esser presi per pazzi.

Altri esempi sono stati quelli del terremoto di Haicheng, in Cina, del Febbraio 1975. Poco prima di un enorme sisma (del 7,3 grado), la città si riempì di serpenti scappati dai loro nascondigli, nonostante la neve e il freddo. I residenti infatti furono evacuati in tempo. E che dire del terribile terremoto dell’Aquila del 2009? Poco prima di quel terribile evento, vicino al lago San Ruffino fu notata l’assenza dei rospi, che erano sempre presenti di solito.

Lo studio scientifico

Sono stati testati animali come mucche, cani e pecore (Foto Pixabay)

In uno studio pubblicato recentemente c’è stata finalmente una prova chiara e scientifica che spiega questi avvenimenti ai limiti del mito. Un team internazionale ha analizzato il comportamento di vari animali (mucche, cani, pecore) per vedere se le reazioni che mostravano si potevano misurare in modo scientifico.

Gli studi hanno avuto luogo nel 2016-2017, prima di alcuni movimenti tellurici, e sono continuati fino alla fine del 2019. In questo periodo, si sono registrati 18 mila terremoti, di cui 12 erano di grado superiore al 4.

Per farlo, hanno utilizzato alcuni sensori di movimento, per vagliare tutta una serie di condizioni costantemente. Il primo risultato è stato verificare che gli animali, nelle ore prima di un terremoto, aumentano le loro attività. E quanto più si trovano vicini all’epicentro del sisma, tanto il comportamento è insolito. Infine, gli animali che si trovavano nelle stalle sembravano prevedere più gli eventi rispetto a quelli che si trovavano all’aperto.

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Gli studi precedenti

E se un chip nel collare di un animale fosse la soluzione? (Foto Unsplash)

Già in precedenza c’erano stati studi con ottimi risultati, come quello condotto sull’Etna, in Sicilia, tra il 2012 e il 2014. Con questo studio si è compreso che gli animali possono prevedere un’eruzione da 4 a 6 ore prima dell’evento. I loro comportamenti cambiavano, con sveglie notturne, camminate nervose, e la ricerca di posti sicuri pieni di vegetazione, al riparo da una eventuale colata lavica.

In realtà non è chiaro il motivo per cui gli animali hanno questa capacità. Gli studiosi ritengono che sia legato alla loro abilità di percepire la ionizzazione dell’aria, a causa delle pressioni sulle rocce. Potrebbe però anche essere legato all’olfatto: nelle faglie abbonda il quarzo, i cui cristalli rilasciano gas.

Si potrebbe quindi immaginare un sistema di allarme, che possa funzionare a partire da un chip collegato al collare di un animale che invii un segnale a un computer per l’elaborazione. Quando il computer segnala un’anomalia nel movimento dell’animale, lancerebbe un allarme. Questo progetto potrebbe essere una vera salvezza per uomini ed animali, tanto da essere stato già brevettato.

F. B.

Fabrizio B

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