Gli animali sono essere viventi e senzienti, ovvero soffrono, proprio come noi. La legge ha previsto delle specifiche norme per tutelarli: ecco quali.
Gli animali, come sappiamo, sono esseri viventi e senzienti, ovvero in grado di provare dolore e piacere, proprio come noi. Ma per molto tempo la legge ha ignorato la loro natura, classificandoli come semplici cose. Oggi invece sono diverse le norme, a livello nazionale ed europeo, che proteggono gli animali e il loro benessere psicofisico. Vediamo insieme quali!
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Gli animali non sono oggetti
Gli animali non sono semplici oggetti. Se questa è una verità assodata, per molto tempo non lo è stato per la legge. A lungo gli animali sono stati considerati semplici cose, facenti parte del patrimonio dell’essere umano, al pari di un tavolo, di un pettine o di un’automobile, o di uno strumento di lavoro.
Cose di cui poter disporre senza tenere conto delle loro esigenze di esseri viventi. Oggi invece abbiamo assistito ad un cambiamento significativo. Se da un lato l’animale continua ad essere un oggetto rientrante nel patrimonio dell’uomo, dall’altro lato il proprietario non può ignorare quelle che sono le sue necessità di essere vivente e senziente.
La tutela penale
La normativa penale è un pilastro fondamentale nella tutela degli animali. La legge n. 189 del 2004 ha inserito alcune fattispecie raggruppate nel titolo “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”. In tali figure di reato l’animale è tutelato quale essere vivente e senziente, e non come mero oggetto del patrimonio della persona.
Tra le varie norme ricordiamo:
- Uccisione dell’animale: è punita dalla legge quando è ingiustificata e non necessaria;
- Maltrattamento di animali: ricorre quando si infliggono sevizie o si sottopongono gli animali a condizioni incompatibili con le loro caratteristiche fisiche;
- Divieto di manifestazioni avente ad oggetto gli animali: tutte le manifestazioni pubbliche che hanno ad oggetto gli animali sono vietate se comportano loro sofferenze e strazi;
- Divieto di combattimento tra animali: si tratta di una delle figure più gravi di reato, molto spesso con coinvolgimento di associazioni di stampo mafioso;
- Abbandono: è una figura di reato molto nota, ma che in realtà non riguarda, come molti pensano, sono gli animali domestici; è punito anche chi abbandona animali che abbiano acquisito le abitudini della cattività .
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La confisca
A dimostrazione, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, che la persona non può disporre come preferisce dell’animale, c’è la confisca, disciplinata dal codice penale. Quando è prevista? Quando il proprietario dell’animale, o un terzo con il suo consenso, abbia compiuto uno dei precedenti reati.
Insomma, l’animale è tutelato quale essere vivente e senziente e nella sua integrità psicofisica. L’animale ha tutto il diritto a non soffrire. Ed è per questo che deve gli animali sono sequestrati a chi non ha rispetto della sua vita e della salute, macchiandosi di questi reati.
La tutela europea
Anche l’Unione Europea ha voluto disciplinare la materia, con il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, firmato a Lisbona nel 2009. Nell’art. 13 gli Stati firmatari (tra cui l’Italia), si impegnano, nel legiferare in specifiche materie, a tenere conto del benessere degli animali, in quanto esseri viventi e senzienti.
Insomma, non solo i nostri amici domestici, cani e gatti, ma tutti gli animali.
Antonio Scaramozza