Il regno animale è un luogo pericoloso, ma non sempre sono gli ovvi predatori quelli a cui bisogna stare attenti: a volte sono i propri simili, gli animali cannibali.
Un proverbio inglese dice che al mondo cane mangia cane, ma per alcuni animali questa è più di una semplice metafora. Dagli scimpanzé, agli squali, ai criceti, questi animali cannibali uccidono e mangiano da loro simili una serie di motivi inquietanti. Il cannibalismo animale è infatti piuttosto diffuso in natura, con poche specie che vengono risparmiate da una fine orribile, ma alcuni dei motivi per cui gli animali mangiano esemplari della propria specie sono ancora più spaventosi dell’atto stesso.
Il cannibalismo rimane uno dei tabù più duraturi e universali di tutta la cultura occidentale. Anche se l’idea di mangiare la propria specie (il cosiddetto antropomorfismo) è spesso motivo di disgusto tra gli umani, questa orribile pratica è in realtà abbastanza comune tra alcuni membri del regno animale.
Le abitudini alimentari di questi animali cannibali tendono tutte a derivare da un istinto di sopravvivenza intrinseco, e molti di questi casi si verificano proprio intorno alla nascita di giovani o poco dopo l’accoppiamento. Le abitudini di accoppiamento della mantide religiosa e di diverse specie di ragni, per esempio, a volte includono che la femmina della coppia morda e consumi la testa del suo compagno poco dopo essere stata inseminata, nel tentativo di nutrirsi e preparare il suo corpo per la gestazione prole.
Altri animali cannibali mangiano i propri cuccioli, per una serie di motivi. Alcuni si rivolgeranno a loro come fonte di cibo quando le razioni altrove sono scarse, come nel caso degli scorpioni, che possono avere circa 100 piccoli cui provvedere. Sacrificando alcuni di loro, la madre dà alla maggior parte del gruppo una migliore possibilità di sopravvivenza.
Alcune madri animali, principalmente tra gli animali nidificanti come conigli e criceti, mangiano i piccoli malati, deboli o morti lasciati nell’area di nidificazione, nel tentativo di scoraggiare i predatori, che sarebbero attirati dall’odore del corpo, dall’entrare nel loro territorio.
In alcuni casi, tuttavia, sono i giovani che si nutrono delle loro madri. Conosciuto come matrifagia, questo evento è di solito il risultato di estremi atti di sacrificio di sé, in cui la madre offre il proprio corpo per la sopravvivenza della generazione successiva. Alcune madri offrono i loro corpi come rifugio per i loro piccoli, che sono costretti a raggiungere l’esterno mangiando la madre dall’interno. Nel frattempo, alcuni animali, come il ragno granchio, lasciano persino uova non fertilizzate da mangiare ai loro piccoli prima di finire il proprio corpo. È una morte lenta, ma a lungo termine può portare a tassi di sopravvivenza più elevati per i giovani – terrificanti ma pratici, come gran parte del cannibalismo nel regno animale.
Quando si tratta di cannibalismo, gli squali toro non scherzano, nascondendo infatti un piccolo omicidio fratricida di cui si macchiano prima ancora di nascere. Quando il primo embrione dello squalo toro raggiunge una determinata dimensione, inizierà a banchettare con tutti i suoi fratelli più piccoli. Divora anche il resto delle uova non fertilizzate nella madre come regalo dopo cena.
Dato che lo squalo toro femmina è incline all’accoppiamento con più maschi, uno studio del 2013 calcola che questo rituale raccapricciante aiuta a produrre la prole più forte, e aumenta significativamente le dimensioni dei piccoli in modo che sia molto più probabile la sua sopravvivenza una volta nati.
Le velenose rane Dendrobates tinctorius, dal nome indio di “okopipi”, compiono una delle scelte più bizzarre dei genitori nel regno animale, lasciando i loro neonati girini in pozze piene dei membri più anziani e più affamati della loro stessa specie, che saranno più che felici di sfamarsi con i loro stessi fratellini.
La logica dietro l’incoraggiamento di tale rivalità tra fratelli è che, dato che i vecchi cuccioli sono cresciuti con successo, lo stagno stesso deve favorire la loro vita, mentre uno stagno vuoto potrebbe non avere le condizioni necessarie per trasformare i girini in rane adulte. Che dire, qui si parla proprio di fratelli maggiori davvero cattivi.
Quando si tratta di animali cannibali, la maggior parte delle persone pensa immediatamente alla mantide religiosa, a causa del suo rituale di accoppiamento, in cui la femmina a volte strappa la testa della sua controparte maschile e la mangia, per nutrirsi al fine di fornire sostanze nutritive alla sua futura prole.
Il pianeta delle scimmie potrebbe essere stato un lavoro di finzione, ma nel mondo reale i primati in guerra si impegnano in alcune attività morbose che disgustano anche i più grandi appassionati di horror. La stimata primatologa britannica Jane Goodall ha filmato degli scimpanzé che mangiavano altri scimpanzé nel 1977.
Da allora ci sono stati numerosi esempi documentati di cannibalismo tra le grandi scimmie, con ragioni che vanno dalla nutrizione, alla sopravvivenza e forse persino all’insurrezione. Molti scienziati, hanno assistito a diversi casi di scimpanzé che hanno ucciso e mangiato cuccioli all’interno delle loro stesse comunità. In altri casi, gli scimpanzé che hanno fatto irruzione nel territorio di un’altra comunità a volte uccidono e mangiano il nemico.
Quando parliamo di fare sacrifici per i propri figli, è difficile battere il maschio del Dolomedes tenebrosus, o ragno pescatore nero, che paga il massimo sacrificio rannicchiandosi subito dopo l’accoppiamento per fornire uno spuntino delizioso per la femmina. Inoltre, probabilmente non avrebbe molte possibilità anche se tentasse di scappare, poiché la femmina è più grande del 90% rispetto al maschio.
Da uno studio è risultato anche che i piccoli ragni di una femmina che ha mangiato il suo compagno di accoppiamento erano più grandi del 20%, e sono sopravvissuti del 50% più a lungo, rispetto a quelli i cui genitori non si sono concessi un po’ di cannibalismo dopo l’accoppiamento. Evidentemente a loro va bene così.
Anche se il pesce persico è noto per essere un tipo di pesce aggressivo, molte persone non si rendono conto che sono anche cannibali. Sia i genitori che i fratelli a volte mangiano i cuccioli.
Perché chiamiamo questo temuto ragno la vedova nera? È a causa delle sue orribili abitudini di accoppiamento, in particolare la parte in cui uccide e consuma il padre dei suoi cuccioli poco dopo l’accoppiamento. I piccoli della vedova nera sono anche noti perché si mangiano tra loro, con solo alcune delle diverse centinaia di prole che sopravvivono ogni volta.
Quando trovano in uno spazio sovraffollato, alcune larve di salamandra tigre si trasformano, con teste più grandi e più piatte, e con denti tre volte più grandi dei loro fratelli, perfette per mangiare qualsiasi altra larva a disposizione. Le salamandre tigre iniziano a cannibalizzare i propri simili alla giovane età di appena quattro settimane, nel tentativo di rimanere ben nutriti e di mantenere la popolazione abbastanza bassa, in modo che la carenza di cibo non diventi un problema.
Una madre coniglio selvaggia a volte mangia un cucciolo nato morto se avverte che un predatore si trova nelle vicinanze, nel tentativo di proteggere lei e i suoi conigli sopravvissuti; anche se a volte è noto che le madri mangiano i propri simili in periodi di estrema fame, sete o freddo.
Sia i criceti maschi che femmine a volte mangiano i loro piccoli. Si ritiene che le femmine mangino i loro cuccioli indifesi quando affrontano una minaccia, anche se alcune sono state viste mentre cannibalizzano i loro piccoli malati o deboli, nel tentativo di provvedere ai fratelli più forti.
Non è insolito che i gamberetti Gammarus duebeni si trovino a mangiare alcuni dei loro piccoli, ma questo diventa addirittura eccessivo quando sono infettati dal parassita Pleistophora mulleri. Questo minuscolo parassita è grande solo quanto un globulo rosso umano, ma può esistere nella fibra muscolare del loro ospite a milioni, chiedendo sempre più cibo per sopravvivere.
Questa richiesta di cibo del parassita, a sua volta, rende i gamberetti più affamati ma meno in grado di catturare le loro prede tradizionali, rivolgendo invece la loro attenzione ai loro ignari piccoli, che divorano più velocemente e in numero maggiore di quanto farebbero normalmente. Fortunatamente per noi, non vi è alcuna indicazione che un’infezione do questo parassita nell’uomo possa portare il desiderio di cenare con un nostro simile. Per fortuna!
Se parliamo di ippopotami, ce li immaginiamo pacificamente immersi in uno stagno a rilassarsi, ma nella vita reale queste bestie africane da 1.500 kg non devono essere prese in giro quando hanno una certa fame. Un recente articolo ha descritto il raro momento in cui un ippopotamo nel Kruger National Park in Sudafrica ha iniziato a cibarsi di una carcassa del suo genere.
Ciò che rende questo ancora più insolito è che gli ippopotami sono erbivori! Per sopravvivere, gli ippopotami devono mangiare 40 kg di erba a notte, e con l’aumento della siccità e una popolazione umana invadente non sorprende che questo animale vegetariano possa iniziare a cercare altre macabre fonti di cibo. Quando i tempi sono difficili e un pasto è difficile da trovare, rimangono solo poche opzioni se non quella di mangiare qualunque cosa trovino, compresa la propria specie.
Soprattutto negli ultimi anni, gli orsi polari hanno mangiato in natura membri più piccoli e giovani della loro stessa specie. Poiché questo sembra essere un fenomeno recente, molti credono che i cambiamenti climatici abbiano eliminato i blocchi di ghiaccio dai quali gli orsi polari possono cacciare foche, e quindi si sono ritrovati costretti a mangiare la propria specie per sopravvivere.
Mentre è più comune tra gli animali cannibali che il genitore mangi la propria prole, in alcune specie è il contrario. Tra queste specie, c’è quella dei Tomisidi, comunemente noti come ragni-granchi. Le madri di questa specie danno ai loro piccoli uova non fertilizzate, così come il proprio corpo, da mangiare, al fine di garantire la sopravvivenza della prole.
Gli scorpioni di solito hanno circa 100 bambini alla volta e quando la madre non riesce a trovare abbastanza insetti o larve da mangiare, a volte ne mangia alcuni per sopravvivere.
I polli non sono noti per mangiare regolarmente i propri simili, ma le galline carenti di calcio a volte mangiano le proprie uova.
I grilli di solito non si uccidono a vicenda per procurarsi il cibo, ma alcuni, come i grilli cannibali di terra dello Zimbabwe, sono noti per cibarsi dei corpi già morti del loro stesso genere.
Il nematode ermafrodito si auto-fertilizza per creare centinaia di uova alla volta. Poiché si schiudono all’interno del corpo del verme madre, i cuccioli mangiano la “madre” dall’interno per uscire fuori, assorbendo i nutrienti dal loro ospite.
In un doppio colpo di fatti disgustosi, la vespa parassita adulta punge prima e inietta poi le sue uova, nel corpo vivente di un ignaro bruco. Quindi, una volta nati i piccoli, alcune femmine iniziano a mangiare i loro fratelli per ridurre la nidiata, dato che sono necessari solo pochi maschi per far proliferare la generazione successiva.
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