Anche il gatto soffre di demenza senile e sapere come comportarsi di fronte ai principali sintomi è molto importante.
Anche i gatti possano soffrire di demenza senile. Questa malattia neurodegenerativa può essere diagnosticata anche prima della vecchiaia di un gatto ed è principalmente per questo motivo che fare attenzione ai primi sintomi della demenza può rivelarsi di fondamentale importanza per migliorare la qualità della vita di un micio.
Se la diagnosi di demenza senile non avviene in età avanzata, individuare in tempo i primi sintomi della demenza permetterà agli umani che si prendono cura del gatto in questione di comprendere con maggior precisione lo stadio di decorso della malattia e di accompagnare al meglio il gatto nel cambiamento che subiranno, da quel momento in poi, le sue abitudini quotidiane.
Un gatto può essere considerato anziano a partire dal suo decimo o undicesimo anno d’età, ma – d’altro canto – la demenza senile nei gatti può anche accelerare tale processo e rendere più evidente l’invecchiamento dello stesso felino.
Tale naturale decorso viene difatti accentuato notevolmente dalle malattie neurodegenerative – come la demenza senile – e il gatto, di conseguenza, tenderà a manifestare una sempre minore tolleranza a situazioni per lui stressanti oppure un sempre meno efficace senso dell’orientamento nelle sue azioni quotidiane.
Se il gatto (specialmente dopo il decimo anno di vita) manifesta un comportamento insolito, come – ad esempio – quello di isolarsi troppo spesso dal suo contesto, di non riconoscere con la stessa facilità la strada di casa oppure di osservare un punto fisso per lungo tempo, è sempre bene procedere con un controllo specifico dal nostro veterinario di fiducia.
Nell’eventualità in cui la malattia venga diagnosticata dal veterinario è importante tenere a mente che questa condizione renderà il micio sempre più suscettibile anche ai minimi cambiamenti. È bene – dunque – non effettuare importanti trasformazioni all’interno del suo habitat naturale e continuare, invece, a stimolare il micio a livello cognitivo. Ad esempio continuando, come sempre, a giocare con lui. Questi accorgimenti potranno rallentare, seppur in alcuni casi minimamente, il decorso della malattia.
Dopo aver compreso quali potrebbero essere i principali segnali della demenza senile nel gatto è altrettanto importante prevenire alcuni dei rischi correlati a tale diagnosi. Ad esempio, in seguito alla comparsa dei primi sintomi, un gatto non riuscirà più fare affidamento al suo senso dell’orientamento come un tempo. Questa condizione potrebbe dunque far sì che il gatto si perda molto più facilmente. Per evitare che ciò accada esistono degli escamotage da poter utilizzare. Come, ad esempio, l’adozione di un collare per gatti con un segnale gps integrato.
Permettere a un gatto che soffre di demenza senile di uscire liberamente all’esterno della sua abitazione sarà importante per continuare a stimolare la sua curiosità, pertanto questo dispositivo integrato al collare potrà agevolare la geolocalizzazione del micio e, di conseguenza, anche il successivo ritrovamento del gatto in tempi piuttosto brevi. (Giada Ciliberto)
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