Insetti simili alle zecche possono trarre in inganno i pet mate, ma hanno caratteristiche diverse: ecco come riconoscerli.
Dopo una giornata di pioggia, quando il cielo è terso e l’aria pulita, non c’è nulla di più bello che concedersi delle lunghe passeggiate nel verde in compagnia dei propri animali domestici. I cani adorano passeggiare al giardino, rotolarsi sull’erba e correre in mezzo alla vegetazione. Purtroppo, però, non è infrequente che i quattro zampe finiscano per venire punti da agenti patogeni come zecche o mosche. Esiste, in particolare, un insetto simile alla zecca chiamato mosca del cervo. Ma in che modo si distingue e perché può essere pericoloso?
Nota con il nome scientifico di Lipoptena cervi, la mosca del cervo è un insetto appartenente alla famiglia dei pidocchi, Hippoboscidae. Queste mosche si incontrano comunemente nelle zone temperate dell’Europa, della Siberia e della Cina settentrionale. Al preoccupante aumento del numero di zecche in Italia, si aggiunge l’incremento dei patogeni pericolosi per esseri umani e animali. A lanciare l’allarme è la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Una nota diffusa dall’organizzazione e riportata dall’Ansa conferma l’incremento delle aree a rischio in Italia a partire dal Trentino Alto Adige.
Chiamata colloquialmente zecca con le ali perché assomiglia a questo pericoloso aracnide, la mosca del cervo può essere pericolosa. Si caratterizza per le lunghe ali, gli uncini sulle zampe e il corpo appiattito. Questo insetto è pericoloso soprattutto per i cervi, i caprioli o i tassi. Il sangue umano non fornisce alla lipoptena la capacità di riprodursi, ma se questa mosca non si rende conto di essere nel posto sbagliato, assorbirà comunque il sangue senza però deporre le uova. Mentre il morso provoca subito dolore, la bolla e l’infiammazione compaiono solo il giorno successivo. Le lesioni dolorose di solito scompaiono dopo 7 giorni, ma possono persistere fino a 21 giorni o anche più. In alcuni casi si osserva una reazione allergica. Quando si manifesta un’infiammazione sulla pelle, si consiglia di utilizzare una crema lenitiva che accelera la rigenerazione dell’epidermide, lenisce la sensazione di prurito e rinfresca piacevolmente la zona dolorante.
Il rischio di contagio da zecche aumenta durante i mesi primaverili. Le zecche, piccolissimi parassiti ematofagi che si nutrono del sangue di un vertebrato, pungono gli esseri umani ma soprattutto cani e gatti. Le zecche, artropodi appartenenti agli Ixodida sono un sottordine di Parasitiformes, sono pericolosi vettori di diverse malattie sia dell’uomo sia degli animali.
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Dalle dimensioni comprese tra pochi millimetri fino a un centimetro, le zecche vivono nei giardini, tra cespugli e alberi, e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive. Tra le malattie più comuni contratte dalle zecche vi sono la piroplasmosi, o babesiosi, la rickettsiosi da zecche, o febbre bottonosa, la malattia di Lyme (o morbo di Lyme o borreliosi), la neuroborreliosi, l’encefalite.
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Il primo errore da non commettere è quello di trascurare la pulizia del pelo del quattro zampe. Occorre ricordare che è opportuno lavare con frequenza il pelo dei cani, anche più volte alla settimana. Il lavaggio permetterà infatti di rimuovere la polvere, lo sporco e lo smog che si depositano durante le passeggiate quotidiane, ma anche di controllare la presenza di possibili zecche, pulci e pidocchi. Alla corretta igiene si accompagnano i trattamenti antiparassitari, in grado di salvare la vita degli animali. A queste accortezze bisogna prestare attenzione in questo mesi in cui in tutte le città di Italia è aumentato il numero delle zecche. (di Elisabetta Guglielmi)
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