Topolini usati come esche per rapaci dai fotografi naturalisti

Topolini usati come esche per rapaci dai fotografi naturalisti

La macabra scoperta nel Parco di Ornago

topo esca rapaci
Topolino inchiodato all’albero

La denuncia arriva dalla sezione Enpa Monza Brianza dopo il macabro ritrovamento effettuato dalle Guardie Ecologiche Volontarie del parco Parco Agricolo Nord Est (P.A.N.E.) di Ornago (MB).

“Un’oasi di pace per gli amanti della fotografia naturalistica”, sottolinea Enpa, in quanto il parco accoglie una bella varietà di specie di rapaci come civette, allocchi, barbagianni, gufi e poiane.

Purtroppo, questo non significa che gli autori degli scatti usino pratiche etiche per i propri fini. Infatti, i volontari hanno trovato un topolino bianco, inchiodato alla coda, sul tronco di un albero a terra, a poca distanza da una fotocamera, pronta ad immortalare lo scatto, ovvero il momento in cui un rapace avrebbe cercato di prendere la sua preda.

Sotto al tronco, le guardie zoofile hanno trovato una gabbietta con altri topolini vivi pronti ad essere usati come esca.

Le guardie zoofile, rende noto Enpa in un comunicato, hanno subito segnalato il caso ai Carabinieri Forestali, che hanno provveduto a sequestrare il materiale.

“Abbiamo spesso denunciato episodi di maltrattamento ai danni di animali, ma mai ci saremmo aspettati che l’autore di tali maltrattamenti potesse essere un fotografo naturalista. Una persona cioè che avrebbe dovuto essere amante della natura e rispettosa innanzitutto della vita degli animali”. Scrive Enpa.

Purtroppo, dopo un’indagine condotta dall’organizzazione animalista, emerge che non si tratta di un caso isolato. Sembra che sia prassi di molti fotografi naturalistici, anche sei in minoranza, usare esche vive per uno scatto.

“ENPA condanna con fermezza questa pratica crudele, che non può essere certo giustificata dal fatto che i topolini utilizzati vengono comunemente venduti nei negozi come cibo vivo per rapaci o rettili e acquistati da chi ha, dell’amore per gli animali, una visione distorta”. Conclude Enpa, ricordando che si tratta di una pratica crudele, di rilievo penale in quanto viola la legge sui maltrattamenti degli animali, 189/2004, di cui l’art. 544 bis e 544 ter, cagionando sofferenza inutile con l’animale e la morte.

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ENPA di Monza e Brianza è pronta a denunciare l’autore del reato, invitando chiunque a segnalare fatti analoghi.

C.D.

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