Ennesima strage di cani in Sicilia
Paura dei cani randagi o delle cosche che gestiscono i rifugi e i canili tramite appalti truccati? La Sicilia è una terra di nessuno dove si sono susseguiti scandali per la gestione dei canili e il traffico di cani verso l’Europa del Nord.
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Un settore redditizio che fa gola alle organizzazioni malavitose. Le istituzioni sono a loro volta sotto scacco di una mentalità omertosa alla quale si associa una cultura arcaica per la quale la vita di un animale non vale nulla.
Una regione in totale emergenza per quanto riguarda il randagismo e gli abbandoni. Istituzioni assenti che delegano ai volontari la tutela degli animali. Nessun piano strategico per il contenimento del fenomeno.
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Risultato? Stragi di cani per strada, animali uccisi ferocemente, vittime di crudeltà senza pari.
Dopo Sciacca, in provincia di Agrigento, Messina o Trapani. Province che negli ultimi mesi sono stati al centro dei riflettori per le stragi di cani. Ogni giorno i volontari assistono a crudeltà. Cani impiccati, avvelenati o bastonati.
In ultimo, il dramma a Catania. La notizia è rimbalzata sui media ma non ha avuto il giusto clamore. A fine agosto, alcuni testimoni dalle finestre del Policlinico di Catania avevano ripreso un branco di randagi che si aggirava nel parcheggio dell’ospedale.
Il video è stato diffuso dai principali media, come Rainews o quotidiani nazionali.
Sulla vicenda è stato presentato un esposto ai vigili urbani con tanto di denuncia da parte di Marco Di Bartolo, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e segretario aziendale Nursind.
Di Bartolo ha infatti evidenziato che i cani metterebbero a rischio i dipendenti del policlinico. Il rappresentante del Nursind ha però tenuto a sottolineare che il problema è la mancata applicazione della legge regionale 15/2000, che dispone la sterilizzazione dei cani randagi.
Ecco perché l’appello è stato rivolto anche al Sindaco, alla Asl Veterinaria e alle associazioni animaliste affinché siano tutelati e rispettati i diritti degli animali.
Randagi uccisi
A distanza di qualche giorno dalla diffusione del video, è arrivata la denuncia di Enpa. 8 cani del branco di randagi sono stati trovati uccisi.
Tra questi un cucciolo preso a sassate, mentre gli altri esemplari sono morti avvelenati. Al momento nessuno è in grado di dire con esattezza quanti cani randagi del Policlinico siano stati uccisi.
Enpa riferisce di 8 cani uccisi, un altro testimone riferisce di 4 cani uccisi, incluso il cucciolo preso a sassate. Secondo alcun volontari locali il numero supererebbe i 10 cani.
In rete è esplosa l’indignazione.
“Nel video girato al policlinico si sente in modo esplicito qualcuno che inizia a fischiare e ad abbaiare per richiamare i cani che stavano camminando tranquilli. Appena si avvicinano al policlinico qualcuno ha fatto il video. In sottofondo si sentono dei commenti offensivi nei riguardi dei cani in dialetto. ‘Quantu su bastardi, li veri’ (Quanto sono bastardi, li vedi)”. E’ quanto viene scritto in un post di denuncia pubblicato dal gruppo Pelosi nel Cuore.
I volontari sottolineano che chi ha girato il video ha istigato i cani per dimostrare che erano pericolosi. Una situazione vergognosa della quale le istituzioni se ne lavano le mani senza mettere in moto una task force necessaria e mirata a risolvere la situazione.
Gli animali come sempre pagano le conseguenze. L’immagine è quella di un paese del terzo mondo incivile.
Video randagi al Policlinico di Catania
C.D.