Sindaco umbro per protesta si chiude in gabbia con 4 cuccioli

Sindaco umbro per protesta si chiude in gabbia con 4 cuccioli

Rachele Taccalozzi, sindaco di Montefranco, un paesino umbro, per protesta si chiude in gabbia con 4 cuccioli ospiti di un rifugio.

rachele taccalozzi
(Facebook)

Ancora una volta, un politico locale dimostra amore per gli animali e si spende in prima linea per la causa dei quattro zampe. Di qualche giorno fa, la vicenda di un vicesindaco della provincia di Avellino il quale ha deciso di rinunciare alle indennità di carica, per sostenere l’apertura di un rifugio per randagi. Una nuova storia arriva ora da Montefranco, in provincia di Terni, comune di poco più di mille abitanti in Valnerina. Qui, il sindaco Rachele Taccalozzi nei giorni scorsi si è resa protagonista di una durissima protesta a tutela di quattro cuccioli.

Cosa è accaduto a Montefranco

Il primo cittadino ha così reagito alla scelta fatta dalla locale Asl, che ha posto sotto sequestro per ragioni amministrative una struttura privata che ha funzioni di rifugio e accoglienza per cani. In questa struttura, erano ospitati in attesa di adozione quattro cuccioli, che da quanto risulti avevano anche già trovato una famiglia pronta ad accoglierli. Ma la burocrazia ha bloccato tutto e così Rachele Taccalozzi ha messo in campo la singolare iniziativa: “Non uscirò da qui finché la situazione non si sbloccherà e i quattro cagnolini potranno finalmente avere dei nuovi padroni”, le sue parole.

Della vicenda si sta occupando anche il comune capoluogo, Terni, ma intanto il sindaco va avanti e trova il sostegno di molti: “Sei un grande esempio d‘amore e di civiltà”, scrive su Facebook chi condivide la foto che immortala Rachele Taccalozzi ‘chiusa in gabbia’. Il sindaco, che ha ricevuto la solidarietà politica anche del Movimento 5 Stelle, in una nota ha sottolineato: “Non solo cani ma soldi pubblici per pagare i canili. Non solo cani ma amici sepolti vivi. Non solo canili ma sistema integrato per bloccare le adozioni.I cani nei canili del territorio, salvo poche eccezioni, sono condannati all’ergastolo”. Quindi la Taccalozzi mette in evidenza: “Grande amarezza nel constatare quanto interesse ci sia nel tenere i cani in canile. Il nostro comune si difende e non si lascia intimorire”.

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