“Aver sottratto quattromila volpi all’arroganza del piombo dei cacciatori rappresenta un risultato concreto a tutela del loro diritto alla vita”, con queste parole la Lav – Lega anti vivisezione esulta parlando di “vittoria della legalità”, dopo che il Tar della Toscana gli ha dato ragione rispetto alla delibera regionale che disponeva un “Piano di controllo sulla specie della volpe (Vulpes vulpes) per il periodo 2016-2018 per la prevenzione dei danni da predazione alla fauna selvatica e agli allevamenti zootecnici”, che è stata così annullata.
Secondo quanto scrive il tribunale amministrativo, il piano regionale presenta un “evidente difetto di motivazione ed istruttoria già con riferimento alla problematica centrale costituita dalla valutazione della stessa consistenza della specie Vulpes Vulpes sul territorio regionale, ovvero, ad una problematica centrale per la decisione preliminare in ordine alla stessa necessità di procedere all’approvazione di un piano di controllo della specie, manca cioè di criteri obiettivi e scientificamente attendibili” che lo possano sostenere.
Il Tar della Toscana ha spiegato in maniera chiara che le motivazioni accampate dalla Regione – secondo la quale i metodi preventivi ecologici avrebbero comportato “grande fatica” per la loro attuazione – sono inaccettabili e sono state considerate “generiche e non condivisibili”.
La Lav fa quindi appello al Ministro dell’Ambiente Galletti affinché “le volpi siano subito inserite nella lista degli animali particolarmente protetti, vietandone la caccia e favorendone l’insediamento sul territorio, con buona pace dei cacciatori e degli amministratori regionali sempre proni alle loro richieste”.
Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della LAV, in una nota ha evidenziato: “E’ intollerabile che le amministrazioni regionali continuino a dare seguito alle più becere richieste del mondo venatorio, giungendo, come in questo caso, a palesi violazioni delle norme nazionali poste a tutela degli animali selvatici”.
L’esponente della Lav ha insistito evidenziando come “i primi interessi tutelati dal piano, ora fortunatamente annullato, sarebbero stati quelli privati di una risicata minoranza di cacciatori, in palese conflitto con quelli della collettività. Questa volta però, grazie al nostro ricorso, entrando nel dettaglio delle questioni sollevate il TAR non ha potuto far altro che annullare un piano evidentemente lesivo dei principi minimi di tutela degli animali fissati dalle normative”.
Peraltro, gli episodi di intolleranza nei confronti delle volpi sono molto ricorrenti: appena qualche giorno fa, un uomo residente a Berlingo, nel bresciano, ha abbattuto a colpi di fucile una volpe, che fa parte degli animali inseriti nella lista delle specie sottoposte a vincolo di protezione. Subito dopo il cacciatore è stato sorpreso dai carabinieri e denunciato.
Un mese prima, a Manzolino, una frazione di Castelfranco Emilia, i volontari del Centro Fauna ‘Il Pettirosso’ della città emiliana hanno preso in cura cinque cuccioli di volpe abbandonati in un cartone nei pressi di alcuni cassonetti dei rifiuti.