Il meticcio da pet therapy abbandonato per strada
Abbandonato per strada come molti altri randagi, la storia del piccolo Oasi ha rapito il cuore delle volontarie che si prodigano ogni giorno a tutelare gli animali in un territorio difficile da gestire.
Siamo a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, in Sicilia, una zona tristemente nota per il randagismo, abbandoni, casi di avvelenamento e crudeltà di vario tipo di cui sono vittime gli animali.
Per capire di che mentalità stiamo parlando, è sufficente ricordare la recente scoperta, nella stessa provincia, di una fossa comune di cani, abbandonati e condannati a morire di stenti.
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Giada da diversi anni gestisce un gruppo “Pelosi nel cuore” con il quale soccorre, assiste e promuove stalli o adozioni per salvare i cani.
Animali vittime di crudeltà
Tra gli appelli, è rimbalzata la storia di un dolce meticcio, chiamato Oasi. Questo povero esemplare, dopo essere stato abbandonato per strada, aveva trovato rifugio nei pressi di un centro per bambini disabili con problemi psicomotori, chiamato appunto “Oasi”, da dove il nome del cane.
Oasi era entrato in giardino e aveva preso confidenza con i bambini che lo amavano.
La triste storia di Oasi sembra avere un lieto fine. Invece, c’è chi come sempre, nella trama di un film, deve rivestire il ruolo del “male”. Al centro per disabili, alcune madri hanno fatto di tutto per allontanare il cane.
Per sbarazzarsi del povero Oasi, lo hanno segnalato come cane aggressivo. Sono pertanto intervenute le autorità che hanno rimesso per strada Oasi. Il comune ha provveduto a microchippare il cane a nome del comune, rimettendo l’esemplare per strada a diversi chilometri dal centro, in modo che non potesse tornare dai bambini. Un volontario ha riferito che i bambini non vedendo più Oasi al centro hanno chiesto di lui, alcuni piangevano addirittura perché volevano rivedere Oasi.
Il povero Oasi si è trovato disorientato, in un luogo sconosciuto. Il suo destino sembrava ormai tracciato. L’ingiustizia di cui è stato vittima non aveva fine.
Soccorso animali
Oasi è stato investito e recuperato dalle volontarie che lo hanno portato in un centro veterinario. Le spese sono state a carico del Comune, visto che Oasi era intestato alle autorità che hanno rimesso per strada il cane ancora con i bendaggi ad un arto fratturato.
Un giovane residente ha preso a cuore il povero Oasi. A casa, il ragazzo ospitava già cinque randagi, salvati dalla strada. Tuttavia, a distanza di una settimana, durante la quale il buon samaritano ha ospitato Oasi, curandolo e trattandolo contro i parassiti, i vicini di casa lo hanno minacciato con una sbranga di ferro, lamentandosi di Oasi che abbaiava.
“Uccidiamo a te e a tutti i cani”, hanno minacciato i vicini.
Il giovane ha chiamato i carabinieri che, dopo aver accertato i fatti, hanno costretto il ragazzo a rimettere Oasi per strada, perché di proprietà del Comune.
Da una settimana, Oasi è tornato a vivere per strada. Il ragazzo che si prendeva cura di lui ha espresso preoccupazione in quanto nelle ultime settimane, sono stati avvelenati 5 cani randagi, mentre altri cani sono scomparsi e teme per la vita di Oasi e degli altri cani di cui si prende cura.
Giada che si sta occupando a distanza di aiutare i volontari di Mazara ha diramato un appello, chiedendo un’adozione del cuore per Oasi.
“Vi prego con il cuore in mano….adottate Oasi, è buonissimo.
Per una buona adozione lo faremo arrivare ovunque”. Scrive la volontaria, garatendo qualsiasi supporto a chi è disposto ad adottare Oasi.
E’ l’appello disperato di chi ogni giorno è vittima d’ingiustizia, dell’indifferenza delle istituzioni e soprattutto della cattiveria di persone senza scrupoli, pronte ad uccidere un animale.
Oasi non può rimanere in quella provincia, ha bisogno di una casa e finalmente di un po’ d’amore. Una storia di crudeltà che merita un lieto fine, per dimostrare anche alle istituzioni incoerenti che dovrebbero tutelare gli animali che l’amore può cambiare le cose.
La domanda è: “perché tanta crudeltà?”
Ecco l’appello, clicca sul post per informazioni:
Oasi al centro disabile:
L’appello per aiutare Oasi
C.D.