Un video inedito quello che arriva dalle Foreste Casentinesi, sull’Appennino tosco-romagnolo, tra le province di Forlì-Cesena, di Arezzo e di Firenze. Su Youtube si spiega che le immagini sono “riprese da fototrappola nell’ambito delle azioni di monitoraggio faunistico del progetto wolfnet 2.0”. Le immagini mostrano un cervo che si disseta in una pozzanghera e che bruca erba. Non può immaginare quanto sta per accadere. Ovvero arriva un altro cervo a disturbarlo. Lo scontro tra i due è inevitabile.
Grazie alle fototrappole e a riprese fatte di nascosto spesso è possibile documentare scenari inesplorati. Lo dimostrano le meravigliose immagini realizzate da Carlo Vecchioli, 64 anni, che nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha posto delle video trappole. Attraverso queste riesce a catturare da anni la quotidianità della fauna che vive in quei boschi. Ha spiegato in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, commentando uno dei suoi ultimi video: “Non ho trovato alcuna traccia umana in quella parte del bosco”.
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La storia di Bambi
Recentemente vi abbiamo raccontato di una bella vicenda che riguarda una femmina di cervo e che arriva dalla Spagna. Bambi è diventata la grande attrazione del bar che ha Aladino Montes a Les Praeres, un rifugio nella Sierra de Peñamayor. L’uomo è un grande appassionato di caccia, ma quel cervo trovato gravemente ferito quattro anni fa cambiò molte cose: “Ho trovato Bambi agonizzante. Aveva molte ferite. Ho deciso di prenderla in casa e prendermi cura di lei. Ha cambiato la mia vita. Prima cacciavo abitualmente, ma da quando è con me mi sono fermato. Oggi è molto buona e si trova molto bene qui con me”.
Bambi sta diventando ancora più famosa per la sua partecipazione al nuovo film di Luis Trapiello, “Atrapados”, che uscirà l’anno prossimo. E’ stato Aladino Montes a spiegare cosa è accaduto: “Sono venuti qui un giorno e mi hanno detto che avevano bisogno di un cervo un po’ addomesticato per girare alcune scene. Sono stati qui dalle sette del pomeriggio fino alle sette del mattino, abbiamo girato senza sosta, ci siamo fermati solo per fare uno spuntino e mangiare”.
Il cervo crudelmente ucciso
Terribile invece quanto documentato a Tarvisio, in provincia di Udine. Qui, un cervo morto è stato trasportato nella navata centrale di una chiesa, in occasione della festa di Sant’Uberto. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come, nel nostro Paese, la passione per la caccia raggiunge i suoi eccessi, con una tradizione accompagnata da costumi tipici e suonatori di corno.
GM