Cani avvelenati a Sciacca: scoppia la polemica politica

Cani avvelenati a Sciacca: scoppia la polemica politica

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(Facebook)

Rappresenta un caso senza precedenti l’avvelenamento di massa di decine di cani a Sciacca, in provincia di Agrigento. Gian Marco Prampolini, Presidente di LEAL, sostiene che i poveri randagi avvelenati sarebbero una settantina, ma che all’appello ne mancherebbero altrettanti. Denuncia quindi un possibile collegamento tra la strage di cani avvelenati a Sciacca e il passaggio del Giro d’Italia il prossimo nove maggio. Sottolinea Prampolini: “Al di là della coincidenza non conosciamo colpevoli e mandanti ma ci auguriamo che le indagini in corso ci possano dare delle risposte. Una cosa però è certa: questa volta ai colpevoli qualcosa è sfuggito di mano e l’indignazione ha varcato inesorabilmente i confini della Sicilia accendendo i riflettori non solo su una situazione fuori controllo ma ha anche attivato le proteste su tutto il territorio nazionale”.

Nell’occhio del ciclone, in queste ore, è finito il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, che è stato denunciato per violazione della legge 281/91 in quanto “primo responsabile per il benessere dei randagi presenti sul territorio comunale e della loro salute ed incolumità”, per l’articolo 323 del codice penale avendo “con il suo comportamento ritardato volutamente l’emissione dell’ordinanza comunale che avvisava della presenza dei bocconi avvelenati e avendo quindi commesso abuso d’ufficio”. La denuncia è partita dal presidente dell’Aidaa, Lorenzo Croce.

Cani avvelenati a Sciacca: Miccichè difende il sindaco

Cataldo Paradiso, presidente dell’Enpa di Catania, rincara la dose: “L’amministrazione comunale è assente e, a parte qualche frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l’incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge”. A difesa di Francesca Valenti si schiera il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che le esprime solidarietà e condanna senza indugi il grave episodio di avvelenamento: “E’ un atto gravissimo di crudeltà gratuita in dispregio del mondo animale. Non è uccidendoli che si risolve il problema dei cani randagi. Per questo motivo, è necessario istituire subito all’Ars una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo e si faccia carico di trovare soluzioni concrete”.

Cani avvelenati a Sciacca: interviene l’ex ministro Brambilla

Anche Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa), ha preso posizione sulla vicenda: “Se davvero si vogliono impostare misure immediate e risolutive contro il randagismo dilagante in Sicilia, è indispensabile richiamare alle proprie responsabilità i soggetti cui le leggi vigenti affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le aziende sanitarie (Asp)”. Quindi ha proseguito: “L’uso del veleno per risolvere, con un macabro e inaccettabile fai-da-te l’emergenza randagismo, è purtroppo cosa di tutti i giorni, in Sicilia e in altre regioni del Paese. Ma le dimensioni del massacro dicono che in alcuni territori si è ormai passato ogni limite, sia per quanto riguarda le sofferenze inflitte ad animali, sia per il pericolo di sicurezza e sanitario per le persone, sia per l’immagine di un territorio dove quest’anno tornerà anche il Giro d’Italia, passando proprio per Sciacca”.

Cani avvelenati a Sciacca: la presa di posizione dell’amministrazione comunale

Nelle scorse ore, intanto, il sindaco Francesca Valenti e l’assessore Paolo Mandracchia hanno illustrato quanto fatto finora dal Comune di Sciacca contro il randagismo. Si legge in una nota dell’amministrazione comunale: “Sono circa 270mila euro le risorse economiche che annualmente il Comune di Sciacca impegna per la cattura e la custodia in strutture idonee private di animali pericolos. L’ultimo qualche giorno fa in contrada Foggia. C’è anche l’ipotesi di realizzare un rifugio da gestire assieme a associazioni animaliste. E nell’incontro di oggi, con Valeria Grasso, si è anche ipotizzata la realizzazione di un ricovero in una struttura comunale, sfruttando la disponibilità espressa da veterinari volontari, per affrontare in modo ancora più efficace il problema del randagismo. A tal proposito, l’Asp ha annunciato dalla prossima settimana l’impiego di ben quattro veterinari per tre giorni alla settimana”.

Poi sui fatti di contrada Muciare, dove è avvenuto il ritrovamento dei cani avvelenati: “Il sito è stato più volte oggetto di interventi di bonifica, da venerdì a questa mattina. Personale comunale, coadiuvato da volontari, ha rimosso le esche avvelenate trovate in località Muciare, così come disposto dall’ordinanza sindacale emessa lo scorso venerdì 16 febbraio a seguito della informativa trasmessa al Comune, lo stesso giorno, dall’Asp di Agrigento sull’orribile crimine perpetrato in contrada Muciare. Le carcasse dei cani brutalmente uccisi sono state prelevate e trasferite in un centro specializzato di Carini”. Conclude la nota: “Mentre l’Asp di Agrigento ha dato disponibilità per potenziare le risorse veterinarie per aumentare il numero delle sterilizzazioni, l’Ufficio Ecologia del Comune di Sciacca effettuerà un’attenta verifica di altri siti dove si segnala la presenza di branchi di cani randagi, al fine di scongiurare il ripetersi di quanto accaduto in questi giorni”.

GM

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