Cane maltrattato, lasciato tra fango ed escrementi e senza riparo dalle intemperie
Cosa porta le persone a essere indifferenti al malessere di un animale? E’ una domanda ricorrente alla quale è difficile trovare una risposta. Nonostante per molti sia inimmaginabile far soffrire un animale, i numerosi casi di cronaca confermano il contrario. Ovvero, quanto sia comune il loro maltrattamento.
Un tema che non è solo violenza fisica ma anche psicologica che comprende anche la detenzione non idonea che viola il benessere dell’animale legato alle sue esigenze etologiche e che procura sofferenza.
L’isolamento sociale, la reclusione in spazi limitati, l’indifferenza alle cure e alle condizioni igenico sanitarie, l’abbandono, maltrattamenti, addestramento coercitivo sono tutti elementi che potrebbero rientrare nella fattispecie del reato penale di maltrattamento animali.
E’ il caso di un cane, un meticcio di sei anni che a Curtarolo, nella provincia di Padova nel Veneto, fu trovato in pessime condizioni dalle Guardie Zoofile di Oipa- Organizzazione internazionale protezione animali Onlus.
L’esemplare che apparteneva a una famiglia, era detenuto in condizioni raccapriccianti: recluso in uno spazio ristretto e sigillato, senza acqua o cibo a disposizione, né tanto meno un riparo dalla intemperie. Il povero animale è stato trovato in una situazione igienico sanitaria allarmante, costretto a vivere nel fango tra i suoi escrementi.
Al destino del meticcio s’interessarono le Guardie Zoofile nel 2017 che provvederono al sequestro dell’animale e a denunciare i proprietari per maltrattamento.
Detenzione non idonea: è maltrattamento
A distanza di due anni, è giunta finalmente la sentenza. Il fratello e la sorella sono stati condannati a 20 giorni di carcere dal Tribunale di Padova laddove il Pubblico ministero aveva chiesto quattro mesi di reclusione.
Soddisfazioni espresse da Oipa, la quale sottolinea come al di là della condanna, questa sentenza rappresenta un passo in avanti da parte dell’autorità giudiziaria sul tema della detenzione non adeguata dei cani.
“Il cane è stato trovato nello stesso identico stato rispetto al primo sopralluogo avvenuto un mese prima, quindi i proprietari non si sono presi cura di apportare le migliorie che erano state loro richieste. È responsabilità dei proprietari garantire il benessere del proprio animale. Abbandonare un cane a sé stesso, privato di contatti, dentro un recinto senza neanche possibilità di uscire, senza pavimentazione né un riparo idoneo, è un abuso che finalmente viene punito dalla legge”.
E’ quanto ha commentato Oipa in una nota, ricordando che è possibile segnalare questi casi anche alla polizia municipale.
Il meticcio sequestrato è stato trasferito presso il rifugio San Francesco a Presina di Piazzola sul Brenta dove aspetta di essere adottato.
C.D.
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