Fronte Animalista contro la Fiera degli uccelli da richiamo
Alcuni attivisti del gruppo Fronte Animalista si sono recati presso la Fiera degli uccelli da richiamo che si svolge ogni anno a Pontida, in provincia di Bergamo.
Gli attivisti era armati di solo fischietti per protestare contro la caccia e sensibilizzare i visitatori sul tema dell’ “ennesima dimostrazione di schiavismo animale”.
L’organizzazione della fiera, come sottolineato dal sito specializzato nel settore caccia, memore delle proteste passate, culminate con una rissa, aveva richiesto la presenza delle forze dell’ordine. Per questo, gli attivisti non sono potuti entrare all’interno della fiera, rimanendo a protestare all’ingresso dell’area.
Ovviamente, non sono mancati momenti di tensione con gli espositori e alcuni partecipanti.
Le forse dell’ordine sono intervenute tempestivamente non appena il clima ha iniziato a riscaldarsi dopo un contrasto che si è scatenato tra gli attivisti e alcuni passanti infastiditi.
Nel 2015, ricordano gli attivisti, “i cacciatori ci hanno caricato, circondati e aggrediti con pugni, calci, bastoni e travi. Nonostante la sproporzione numerica ci siamo difesi e abbiamo resistito il più possibile. Fra le tante vigliaccate, un pugno, in pieno volto dato ad una ragazza”.
Cacciatori vs animalisti
Un triste episodio che venne documentato da un video che gli attivisti del Fronte Animalista hanno pubblicato su Facebook.
Un comportamento che tuttavia non ha fatto scoraggiare gli attivisti. Al contrario, dichiarano Fronte Animalista “non ferma la nostra lotta per gli indifesi, anzi rafforza la nostra convinzione che tutto questo debba essere fermato”. E’ quanto dichiarano gli attivisti.
A distanza di poche ore dall’accaduto, sul tema è intervenuta anche Federcaccia che ha condannato l’episodio di violenza. Tuttavia, la federazione dei cacciatori ha voluto ricordare quanto sia “scorretto e inopportuno eccedere nella provocazione”.
Quello che lascia sconcertati è sicuramente la reazione sproporzionata di fronte alla protesta pacifica degli attivisti. La violenza non risolve sicuramente i problemi né tanto meno porta ad un dialogo costruttivo.
I richiami vivi nella caccia furono regolamentati. Si tratta soprattutto di un metodo impiegato nella caccia alle specie migratorie. Nel 2015, è stato vietata la cattura di tordi, merli, pavoncelle, colombacci, allodole e altre specie per farne richiami vivi. Gli uccelli venivano catturati e reclusi in piccole gabbie buie e anguste per utilizzarli come richiamo.
La norma adottata era una vittoria a metà e non escludeva la possibilità di allevare gli uccelli per richiamo.
C.D.