Setticemia nel puledro, una pericolosa malattia molto diffusa. Ma quali sono le cause scatenanti, i diversi sintomi e la cura adatta al nobile animale? Ecco cosa è importante sapere.
Il puledro neonatale può essere esposto a numerosi rischi e a malattie importanti. Alcune volte, l’animale può correre dei rischi quando è ancora nell’utero della cavalla ed essere vittima di infezioni varie. Purtroppo, spesso bisogna avere anche fortuna e sperare che tutto vada per il meglio durante il parto ed esistono diversi fattori a cui prestare attenzione. Oggi, parliamo della setticemia nel puledro e di come intervenire per aiutarlo e fare la giusta prevenzione.
Si tratta di una malattia sistemica molto comune nel puledro neonatale, la quale implica alcuni fattori da tenere in considerazione. Frequentemente diagnosticata, la setticemia nel puledro si manifesta con alcuni sintomi importanti e può essere provocata in diversi modi. Leggiamo meglio qui nell’articolo.
La nascita di un puledro è un processo abbastanza complesso e rischioso per la salute (e la vita) dell’animale che sta per nascere. Quando la cavalla è verso la fine della gravidanza, può sviluppare un’infezione della placenta. Se questa è molto malata, l’infezione può raggiungere il suo feto prima del parto.
La setticemia nel puledro, conosciuta anche come setticemia neonatale equina, comporta la presenza e la persistenza di batteri nel sangue, che può portare a shock settico. Se in una zona del corpo del cavallo si sviluppa un’infezione si può avere l’invasione batterica nel sangue. Da lì, l’infezione può viaggiare nel flusso sanguigno e diffondersi in tutto il corpo.
Le cause che scatenano la setticemia nel puledro possono variare. La causa più comune della malattia è l’infezione batterica, che può essere locale come, ad esempio, una ferita o diffusa in tutto il corpo attraverso il flusso sanguigno. Questi batteri rischiano di rilasciare tossine nel sangue. Il puledro che rischia di più è quello non protetto. Vediamo quali sono le altre cause:
Al momento della nascita, il puledro può essere infettato tramite inalazione o ingestione di particelle infettive, come la polvere. Mentre il puledro cerca di ingerire il suo colostro, allo stesso tempo può assorbire i batteri in circolo nella madre. Il batterio più comune nella setticemia dell’animale è l’Eshericha Coli, insieme a Salmonella e Streptococco.
Questi batteri contengono anche una tossina chiamata Endotossina, la quale può rilasciare citochine nel sangue che, a loro volta, provocano sintomi quali febbre nel cavallo, anoressia e depressione del cavallo. Vediamo meglio più avanti.
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Segni e sintomi della setticemia nel puledro dipendono molto dal livello di infezione e se l’animale è stato infettato nell’utero della madre o dopo la nascita. Di solito, il primo segnale di questa malattia è una forma di depressione e una perdita di vivacità. Altri sintomi tipici e abbastanza gravi, sono:
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Diagnosticare la setticemia nel puledro è abbastanza semplice. É importante osservare con attenzione atteggiamenti e sintomi nel proprio piccolo animale e notare alcuni segnali per verificare la presenza di questa brutta malattia. Vediamo come agire bene in questo caso e come fornire la giusta cura al cavallo.
Il puledro affetto da setticemia presenterà dei primi sintomi che potrebbero sembrare poco importanti e per i quali, invece, è bene sottoporre l’animale all’attenzione del veterinario di fiducia. Febbre e leggera depressione sono i segnali iniziali. Nello stato di shock settico, il puledro può soffrire in modo grave, con le gambe fredde e restando sdraiato più del solito.
Sarà il medico veterinario, infatti, a richiedere una storia perinatale più approfondita insieme all’esame fisico. Verrà fatta la richiesta di queste informazioni, con le analisi del sangue ed un emocromo completo; inoltre, saranno effettuati l’esame della glicemia, l’analisi dei gas ematici arteriosi e le radiografie del torace.
In caso di sospetta setticemia, si consiglia di iniziare subito il suo trattamento. Solitamente, il puledro verrà ricoverato in ospedale e monitorato tutto il giorno. La cura del puledro malato prevede un supporto immunologico, tramite la trasfusione di plasma; un supporto antibiotico di uno o più combinazioni per uccidere gran parte dei batteri presenti nel puledro.
É previsto, poi, un trattamento d’urto: il puledro sotto shock settico necessiterà di liquidi per via endovenosa per aiutarne la circolazione. Il supporto nutrizionale, poi, è fondamentale, poiché il puledro non ha quasi energie per mangiare da solo. L’animale sarà nutrito ogni ora o ogni due ore tramite la cannula nasogastrica.
Per prevenire malattie ed infezioni nel puledro neonatale, è molto importante che i proprietari siano presenti al momento del parto. Questi dovrebbero essere assolutamente attenti alla perdita del latte dalla mammella prima della nascita. Il puledro può difendersi dalla contaminazione batterica alla nascita grazie alla presenza di colostro di ottima qualità.
I proprietari devono, poi, disinfettare l’ombelico del puledro quando nasce, poiché questo può essere colpito dai batteri ambientali. Altrettanto importante è la pulizia della mammella e delle zampe posteriori della madre: è possibile pulire correttamente con l’utilizzo di un sapone leggero, che può ridurre il numero dei batteri a cui viene esposto il cavallo durante il parto.
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Ilaria G
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