Rinopolmonite nel cavallo, una malattia contagiosa grave. Vediamo di capire, insieme, quali sono le cause che la provocano, i sintomi tipici e la cura prevista.
Possedere un cavallo come animale domestico porta grandi soddisfazioni e, soprattutto, tante responsabilità. Prendersi cura e osservare le condizioni dell’equino ogni giorno non è facile, così come accorgersi di una malattia che lo colpisce. Il cavallo può essere soggetto a diverse patologie, durante la sua vita, e alcune di esse sono contagiose. Parliamo, in questo articolo, della rinopolmonite nel cavallo e di come affrontarla.
Si tratta di una pericolosa malattia infettiva contagiosa che può colpire l’equino. La trasmissione di questa patologia può avvenire attraverso varie fasi e con diversi sintomi, comuni ad altre malattie, nel proprio animale. Approfondiamo qui di seguito.
Prendere con sé l’equino è una grande fortuna, ma il benessere psicofisico di questo nobile animale dipende soprattutto dalle attenzioni quotidiane che gli si rivolgono.
Il cavallo, come tutti gli animali domestici, può ammalarsi per una serie di conseguenze in situazioni che, spesso, sfuggono all’occhio del suo padrone e tante malattie possono svilupparsi in modo accidentale.
Esiste da molto tempo una malattia infettiva virale che colpisce gli equini, la rinopolmonite nel cavallo, conosciuta anche come rinopolmonite equina o EHV. Ma come contrae questa patologia il proprio compagno domestico?
La rinopolmonite si sviluppa, nell’equino, a causa di un virus appartenente alla famiglia Herpesviridae e si è stimato che colpisce più del 90% dei cavalli, nei loro primi due anni di vita. Questa si evolve in tre forme: abortigena, respiratoria e neurologica.
La forma abortigena interessa gli allevamenti, mentre a preoccupare molto è la sua forma neurologica, poiché la più pericolosa per l’animale.
Essendo una malattia contagiosa, il cavallo la può contrarre tramite il contatto diretto con un altro cavallo e anche, semplicemente attraverso il respiro, uno sbruffo, e a contatto con degli oggetti contaminati usati tra equini, che si trasformano in potenti vettori di questo virus.
Pariamo di accessori presenti nella scuderia, tipici della pulizia dell’animale, quali spugne, secchi, spazzole, forconi e mangiatoie.
La sintomatologia della rinopolmonite nel cavallo si differenzia in base alla forma in cui si sviluppa nel suo organismo. La forma respiratoria, meno pesante, presenta nell’equino dei sintomi facilmente confondibili con quelli di malanni comuni, come muco, scolo nasale, tosse, febbre del cavallo, inappetenza e difficoltà motorie agli arti posteriori.
Gli arti posteriori del cavallo vengono colpiti anche dalla forma neurologica, che interessa principalmente i suoi movimenti. Abbiamo, quindi, sintomi come difficoltà di equilibrio e movimento. L’equino può anche non riuscire più a reggersi sulle gambe.
Troviamo, ancora, altri sintomi possibili: incontinenza, edema sottocutaneo, rinofaringite, tracheobronchite e prolasso del pene.
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Come abbiamo visto, esistono numerosi sintomi che possono trarre in inganno il proprietario del cavallo contagiato dal virus. Fondamentale è la terapia di supporto ed una buona prevenzione. Vediamo, più avanti, cosa occorre fare per evitare questo problema.
Per combattere questa malattia infettiva contagiosa, difficile da diagnosticare subito e di cui non esiste una cura specifica, è importante adottare delle precauzioni.
Ogni cavallo contagiato andrà valutato in base alla sua condizione e per i sintomi che manifesta. Il vaccino è lo strumento più potente ed efficace per prevenire la rinopolmonite tra gli equini, poiché evita che il virus esploda in modo amplificato tra loro.
Gestire i vari sintomi del cavallo, curando la febbre e i disturbi motori con esercizi e idratazione quotidiana, sono le azioni che possono aiutare l’animale a non aggravarsi.
Rispettare tutte le norme di sicurezza è altrettanto fondamentale. É necessario curare in modo scrupoloso l’igiene e la pulizia dell’ambiente e delle scuderie, insieme agli indumenti del suo padrone, disinfettando con i prodotti specifici ogni due giorni.
Isolare i cavalli sospetti di contagio e che presentano uno o più sintomi, evitando la promiscuità e i trasferimenti.
Essenziale, in questo contesto, è l’aiuto del medico veterinario, il quale effettuerà sicuramente degli esami e test di laboratorio, come il tampone naso–faringeo e l’esame PCR, attraverso cui sarà possibile individuare il virus nel giro di pochi giorni.
Riguardo questa pericolosa patologia, esistono i cavalli “portatori sani“, equini asintomatici e che sembrano stare bene ma che contraggono il virus e lo trasmettono ad altri cavalli.
Promiscuità, trasporto, stress e competizione sportiva sono condizioni che predispongono gli animali all’infezione.
Spesso, i cavalli che vengono colpiti dalla malattia infettiva si trovano in una fase di debolezza immunologica.
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Ilaria G
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