L’epifisite nel cavallo anche detta displasia fisiaria, una malattia che colpisce i cavalli giovani. Vediamo, le cause, i sintomi e la cura.
Il processo di sviluppo può essere interessato da varie anomalie, che in genere vengono classificate come affezioni ortopediche di sviluppo.
In questo articolo andremo a trattare in particolare di una patologia che colpisci i puledrini proprio in fase di crescita.
Si tratta di una malattia ossea generalizzata che si manifesta con l’allargamento delle placche di crescita nelle ossa lunghe come la tibia, il radio e le ossa di cannone.
Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento dell’epifisite nel cavallo.
L’epifisite nel cavallo, come precedentemente accennato, colpisce i cavalli giovani.
Più precisamente cavalli di età compresa tra quattro e otto mesi, ma non è escluso che possa colpire anche cavalli fino a due anni.
Purtroppo una causa precisa a questa malattia, non è stata trovata, ma gli studiosi non si sentono di escludere, quanto il sovrappeso possa influire sulla condizione.
Animali alimentati con diete ipercaloriche sono perciò, maggiormente a rischio.
Anche l’eccessiva sollecitazione a cui sono sottoposte le zone articolari durante la crescita, in particolare nel caso di un’attività sportiva intensa, è una causa importante di epifisite.
Infine un’altra ipotesi potrebbe essere l’infiammazione intorno all’articolazione, ovvero l’ossificazione.
Si tratta di un processo che nasce dall’incapacità della cartilagine al piatto di accrescimento di subire la normale trasformazione in osso.
All’estremità delle ossa lunghe (come il radio, l’osso di cannone e la tibia) i cavallini hanno delle placche di crescita chiamate fisi, tali placche colpite, quando si ingrossano, manifestano la condizione di epifisite nel cavallo. Oltre al rigonfiamento altri segnali di epifisite nel cavallo includono:
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La malattia, laddove presenti dolori persistenti, può degenerare in necrosi del nucleo osseo colpito, con conseguenze spesso importanti e possibili deformazioni della regione articolare lesa.
Per tale motivo, è necessaria una diagnosi precoce in presenza dei segnali suddetti.
Occorre lasciare intervenire il veterinario che con l’aiuto di strumenti idonei potrà eseguire una diagnosi e procedere poi con il trattamento.
La diagnosi verrà effettuata tramite i raggi X e analizzata poi dal veterinario, il quale provvederà alla somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore e l’infiammazione nel cavallo.
Inoltre, prescriverà una dieta per perdere peso e rallentare la crescita e esercizio limitato fino alla guarigione.
Generalmente, i casi lievi di Epifisite nel cavallo si risolvono senza danni permanenti alle articolazioni del puledro.
Mentre, per quanto riguarda i casi gravi, purtroppo quasi sicuramente limiterà le future carriere atletiche, anche perché, talvolta può rendersi necessario un intervento ortopedico.
Naturalmente, proprio perché il peso incide sulla manifestazione della malattia, per prevenirla è possibile somministrare al cavallo una dieta sana e bilanciata.
L’alimentazione del cavallo deve variare e deve essere in rapporto al peso, alla razza, al sesso, all’età, al clima, alla stagione e al lavoro a cui è sottoposto.
Inoltre, durante l’estate e nei periodi caldi la razione sarà diminuita, mentre nei periodi freddi aumentata.
Gli alimenti da somministrare sono: fieno, paglia granaglie (avena, orzo, granturco), erba verde, farine e crusca, avena, e semi di lino (2 volte a settimana, con aggiunta di acqua bollente, o cotti).
La razione giornaliera va somministrata in due pasti, al mattino e alla sera, e dovrà essere integrata da adeguato apporto di sali minerali.
Non dimenticate, che deve essere messa a disposizione del cavallo acqua fresca e pulita.
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