Avvelenamento da felci nel cavallo, un pericolo che l’animale può correre ma è abbastanza raro. Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento.
L’avvelenamento da felci nel cavallo è un rischio che difficilmente corre l’animale, in quanto occorre ingerire l’intera pianta di felci.
Difficile ma non impossibile, poiché se i pascoli sono privi di piante commestibili, il cavallo tenderà a mangiare le fronde delle felci.
La felce è un tipo di pianta che si trova in tutto il mondo, in particolare nelle zone con un clima più temperato. Ma per fortuna il cavallo ha bisogno di mangiarne grandi quantità per avvelenarsi.
Vediamo quindi qual è la causa, i sintomi e il trattamento per l’avvelenamento da felci nel cavallo.
La causa, ovviamente, è la pianta di felci, la quale contiene la tiamasi, un enzima distruttivo per la tiamina, o vitamina B1, che è un componente essenziale dei processi metabolici nel cavallo e tutti i mammiferi.
La carenza di questa vitamina va a determinare problemi neurologici che vedremo nel paragrafo successivo.
I sintomi che si possono osservare in caso di avvelenamento da felci nel cavallo, possono essere i seguenti:
Fondamentalmente si tratta di tutti segnali di tipo neurologico che vanno via via aumentando continuando a mangiare le felci.
Generalmente la reazione alla tossicità della pianta avviene dopo che una parte considerevole della pianta delle felci è stata ingerita dal cavallo o addirittura quando l’animale imperterrito continua a mangiare la pianta per un lungo periodo di tempo (circa 1-2 mesi).
La tossicità della felce resta nell’organismo nel corso di 1-3 mesi, anche se ci si accorge che il cavallo è nei pressi della pianta di felce e ne ingerisce.
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Per poter effettuare una diagnosi di avvelenamento da felci, il veterinario dovrà per forza di cose intervenire con l’analisi del sangue dell’animale, anche se i segnali sono abbastanza chiari.
Stabilita la diagnosi, è possibile procedere con il trattamento per cercare di salvare il cavallo. Il veterinario somministrerà al cavallo un’integrazione di tiamina, fino a quando l’animale non mostrerà segni di miglioramento.
Ciò che invece il padrone può fare per evitare l’avvelenamento da felci nel cavallo, è intervenire prima che sia troppo tardi, allontanando l’animale dalle piante, sapere come riconoscere le foglie e mantenere la crescita al minimo.
Ricorda che raramente l’animale si avvicina alla pianta quando è sazio, la mangeranno solo quando non hanno altra scelta.
Occorre perciò fare in modo che l’animale non abbia motivo di servirsi della pianta per sopperire alla mancanza di cibo, se viene somministrata la giusta alimentazione per il cavallo.
Il cavallo è un erbivoro ed ha un sistema digestivo unico e lungo, che richiede una dieta con molte fibre, da consumare in piccole quantità a diversi orari del giorno.
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Ettore D’Andrea
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