Le razze dei cavalli del Reggimento dei Carabinieri

Le razze dei cavalli del Reggimento dei Carabinieri

I cavalli del Reggimento dei Carabinieri

carabinieri a cavallo

Ci sono diverse categorie di forze dell’ordine che hanno un reparto a cavallo. Nella carriera prettamente militare, oltre ai reparti di Reggimento Artiglieria a cavallo con sede a Milano, il Reggimento Carabinieri a cavallo tramanda la tradizione della Cavalleria italiana. Nasce il 1° aprile del 1963 e riceve nell’ordinamento dell’Arma la denominazione di 4° Reggimento a cavallo. Il reggimento ha raggruppato reparti storici della cavalleria. Il reparto ha subito modifiche nel corso degli anni cambiando nome nel 1977 e diventando “Reggimento Carabinieri a cavallo” mentre il Centro Ippico si suddivise in sezione Addestramento e Corsi e sezione Perfezionamento e Rimonta. A partire dal 1984 il Reggimento a cavallo, ha trasferito la propria sede nella nuova caserma Salvo D’Acquisto di Roma in viale Tor di Quinto a Roma.

E’ parte delle unità mobili e specializzate dell’Arma dei Carabinieri e dipende dalla 1ª Brigata mobile.

Si suddivide in diversi reparti:

  • Comando di Reggimento
  • Reparto Comando
  • Gruppo Squadroni (1° Squadrone, 2° Squadrone, Plotone comando, Fanfara)
  • Centro Ippico (Sezione Addestramento Allievi, Sezione Agonistica e Corse, Sezione Rimonta).

Il ruolo dell’unità mobile a cavallo ha diverse funzioni così come viene indicato dal Ministero della Difesa:

  1. Istituzionali: attività di rappresentanza e d’onore presso le sedi istituzionali; servizi di vigilanza in zone cittadine particolarmente designate; perlustrazioni lungo i litorali o nelle aree verdi urbane ed extraurbane, eventuali compiti di rastrellamento di zone impervie o di ordine pubblico; supporto ai reparti dell’Arma territoriale.
  2. Addestrativi – formazione di Carabinieri a cavallo, corsi di equitazione per gli Ufficiali frequentatori della Scuola Ufficiali, corsi di perfezionamento per Ufficiali e Sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri.
  3. Agonistici – campionati di equitazione d’Arma; servizi di rappresentanza e d’onore; esibizioni del Carosello equestre; formazione di 2 Squadroni di 48 cavalli ciascuno e di 33 elementi della Fanfara.

Come entrare nel reparto

Per entrare a far parre del Reggimento Carabinieri a cavallo è necessario prima di tutto arruolarsi nell’arma partecipando ai concorsi di Selezione pubblici si può prendere parte al concorso per allievi, per marescialli o per ufficiali. Per candidarsi al Concorso Allievi Carabinieri sono necessari alcuni requisiti e sono previste delle prove di selezione.

In entrambi i concorsi i principali requisti sono:

  • deve essere compiuto il diciassettesimo anno di età e non aver superato il ventiseiesimo (ventottesimo per i VFP1 e VFP4)
  • essere in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado – diploma di maturità
  • avere la cittadinanza italiana e godere dei diritti civili e politici.

La selezione e il concorso consiste in prove culturali e fisiche nonché accertamenti per il livello di preparazione e le condizioni di salute. E’ prevista una prova scritta di selezione, prove di efficienza fisica, accertamenti sanitari, per il riconoscimento dell’idoneità psicofisica, accertamenti attitudinali e valutazione dei titoli. Per il concorso da maresciallo vi è anche una prova orale e una lingua straniera facoltativa. Mentre per il concorso Allievi Ufficiali oltre alla prova di una lingua straniera facoltativa è previsto un tirocinio.

Solo una volta entrati a fare parte del personale in servizio nell’Arma dei Carabinieri, con qualsiasi ruolo e grado, dopo la formazione iniziale, è possibile presentare istanza per ottenere l’abilitazione per l’Arma a cavallo.

Per entrare nel Reggimento Carabinieri a cavallo, l’allievo deve seguire un corso che dura sei mesi, al termine del quale viene sottoposto a degli esami nei quali saranno valutate le attitudini specifiche. L’esame consiste in una parte teorica e una parte pratica.

Reggimento corazzieri

Il reggimento dei corazzieri è la guardia d’onore del presidente della Repubblica Italiana. E’ una forza specializzata che appartiene all’Arma dei Carabinieri. Sono necessari diversi requisiti. Almeno 1,90 cm di altezza e una formazione atletica idonea. Rientrano arti marziali, difesa personale e paracadutismo, ma anche addestramento come tiratore scelto.

I cavalli dei corazzieri devono essere almeno di 1,70 mt di altezza al garrese di razza irlandese o recentemente anche murgese.

I cavalli dei carabinieri

Per tradizione il Gruppo Squadroni ha sempre avuto cavalli di due diversi mantelli, uno per ogni squadrone:

  • 1° Squadrone: cavalli dal mantello sauro con qualche elemento dal mantello baiochiaro o baio ciliegio;
  • 2° Squadrone: cavalli dal mantello grigio.

Razze equine del Reggimento dei Carabinieri

Non avendo un proprio allevamento, i cavalli del Reggimento vengono acquistati. Per diversi anni, i cavalli dal mantello grigio appartenevano alla razza Lipizza nata mediante incroci di cavalli di varie razze equine, spagnoli, orientali o italiani come ad esempio la razza Persana detta “governativa” costituita da Carlo II di Borbone nel 1762 a Persano, in Campania oggi allevata a Grosseto ove esiste il Centro Militare di Allevamento e Rifornimento quadrupe.

Il nome del cavallo è determinato dall’anno della sua nascita per individuare velocemente anche la sua età. Per cui la lettera iniziale del nome indica l’anno di nascita.

Caratteristiche del cavallo dei Carabinieri

Le razze equine vengono selezionate in base alle loro specifiche caratteristiche fisiche, morfologiche, colore del manto, prestazioni e in base al loro carattere. Il cavallo del Reggimento dei Carabinieri deve essere pertanto resistente, docile ,coraggioso, versatile e dedito al lavoro.

Da un punta di visto morfologico:

I mesodolicomorfi – mesomorfi sono maggiormente utilizzati per pattuglie e caroselli

I Mesobrachimorfi sono utilizzati per le operazioni di ordine pubblico. Questi cavalli devono avere un’altezza minima al garrese di mt. 1.60 ed essere resistenti.

Le razze del Reggimento a cavallo sono diverse. Si prediligono razze italiane e autoctone come la razza “sarda” o “siciliana”, il sella italiano ma anche murgesi, maremmani. Tra le razze straniere, oltre alla razza irlandese, si annoverano cavalli di razza polacca come il “Poznan”, alcuni esemplari di razza ungherese “Mezo Hegyez e Kisber”. Recentemente sono anche stati selezionati cavalli di razza francese da sella. Di norma, gli equini vengono allevati in Italia.

Sella Italiano

Il Cavallo Italiano da Sella è una razza recente che deriva da diversi incroci con predominanza dell’Anglo-Arabo Sardo. Le origini risalirebbero tuttavia al Medioevo tra gli allevamenti nei dintorni di Ferrara, di Mantova, nel Veneto, in Toscana, nel Lazio e nel Napoletano si perfezionavano cavalli utili al lavoro. Un cavallo adatto agli sport agonistici, ottimo nel salto, veloce e molto sensibile. L’altezza al garrese tra i 160 – 170 cm.

Lipizzano

Il Cavallo Lipizzano prende origine da Lipizza, in provincia di Trieste, città austriaca fino al 1918 poi italiana sino alla conclusione della 2° Guerra Mondiale ed oggi in territorio Sloveno. Le origini del Lipizzano risalgono alla metà del XVI secolo per iniziativa dell’Arciduca Carlo di Stiria, terzogenito dell’Imperatore Ferdinando I° d’Austria. Vennero selezionato i cavalli che popolavano il Carso e l’Aquileiese incrociati da due stalloni italiani (Conversano e Napolitano), due Klaudrub, un Danese ed un Orientale Arabo. Il Lipizzano divenne il cavallo della scuola spagnola di Vienna fondata nel 1729 da Carlo d’Austria. Fortunatamente, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia è riuscita a conservare un nucleo molto numeroso e completo delle “famiglie” che compongono la Razza Lipizzana. Nel 1945, i registri di razza e alcune mandrie furono consegnati al Ministero della Difesa Italiano, che li ospitò nel Centri di Montemaggiore. La gestione della razza fu poi affidata all’Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Tor Mancina a Monterotondo e che da 50 anni alleva i bianchi cavalli Lipizzani in purezza.
Un cavallo molto docile, paziente e volenteroso. Altezza al garrese tra 150 – 160 cm.

Murgese

Il Cavallo Murgese che prende il nome dalle Murge in Puglia è una razza antica che trae le sue origini all’epoca della dominazione spagnola con l’importazione di stalloni di arabi, berberi e andalusi. Grazie ai nobili della Contea dei Conversano è nata la razza, attraverso una selezione. La razza è stata registrata nel 1926. Un cavallo rustico, allevato allo stato brado. Adatto alla sella. Temperamento vivace ma docile, è perfetto per il turismo equestre. Altezza al garrese dai 155 -168 cm per i maschi, 150 – 162 per le femmine.

Maremmano

Il Cavallo Maremmano è originario della Maremma tosco-laziale. Noto fin dal tempo degli antichi Etruschi. Ha mantenuto le sue forme fino all’Ottocento, quando dal 1870 si cominciò a perfezionarlo incrociandolo con purosangue inglese per rendere più gentile e slanciato il suo aspetto. Il maremmano moderno nasce nel 1902, con lo stallone Fauno nelle scuderie reali di San Rossore (Versilia – Toscana). Oltre ad aver migliorato la statura, il purosangue ha trasmesso la sua nevrilità. Un cavallo robusto che si adatta a qualsiasi condizioni climatiche. Generoso adatto alla sella. Ideale per la campagna. Equilibrato, energico e resistente. E’ stata creata l’Associazione Italiana Allevatori Cavallo di razza Maremmana (ANAM) per controlare la razza e la riproduzione. L’altezza spazia dai 160 ai 172 cm.

Persano

Il cavallo Persano veniva allevato nel Salernitano tra il fiume Sele e il fiume Calore (in Campania, a sud di Salerno) come “Razza Governativa di Persano”. Le sue origine risalgono al 1742 quando Carlo III di Borbone iniziò ad incrociare, nella Tenuta di Persano in Campania, fattrici di razza Napoletana, Siciliana, Calabrese e Pugliese con stalloni di razza orientale-turra. Nel 1874 il governo soppresse la razza. Fortunatamente, nel 1900 venne ricostituita la razza. Nel 1954 era di nuovo a rischio estinzione, ridotta a una cinquantina di fattrici che furono trasferite al Posto raccolta quadrupedi di Grosseto. Una razza adatta alle attività agonistiche quali completo, dressage e alta scuola. Nevrile ed elegante, è un cavallo coraggioso. Altezza minima al garrese 150 cm.

Addestramento

In un’intervista a Cavallomagazine.it, il Comandante del Gruppo Squadroni Pastrengo, capitano Matteo Giansanti ha illustrato l’addestramento del cavallo da pattuglia.

L’addestramento, spiega Giansanti nelle fasi iniziali viene svolto nel Centro Ippico del 4° reggimento mentre il perfezionamento con il Gruppo squadroni per l’impiego operativo.

La formazione impiega dai 6 ai 12 mesi, in base al grado di apprendimento del cavallo. In servizio, il cavallo viene usato per i servizi di pattugliamento ed ordine pubblico dale 2 alle 3 volte a settimana, mentre negli altri giorni segue addestramenti periodici con un giorno di riposo a settimana.

Il cavallo viene sottoposto in maniera graduale a diversi agenti esterni, in modo che impari a tollerali e a rispondere agli stimoli in quelle condizioni. Successivamente, quando viene trasferito al reparto sarà proseguito l’addestramento con l’impiego all’esterno per la desensibilizzazione.

Il cavallo sarà sottoposto a varie tecniche di intervento operativo come le tecniche di identificazione ed immobilizzazione di facinorosi e all’addestramento per i servizi di ordine e sicurezza pubblica in Squadre composte da 10 binomi. Infine, sarà integrato nei dispositivi dei reggimenti/battaglioni mobili.

Infine, ricorda il Capitano che “come tutti sappiamo i cavalli non sono macchine ma esseri viventi e pensanti: i nostri istruttori collaborano con essi nella reciproca comprensione che deriva dal rapporto personale che si instaura tra loro. Non tutti i cavalli sono uguali, quindi i preparatori devono saper aspettare i cavalli con più difficoltà nell’apprendere ed avere pazienza con i cavalli più caratteriali ed ombrosi. L’obiettivo è avere un cavallo facile, leggero, che abbia una buona e semplice cavalcabilità. È il cavallo che ci guida nel lavoro a seconda del suo stato emotivo rendendo così il lavoro giornaliero più interessante ed eterogeneo, tenendo comunque sempre in primo piano gli obiettivi da raggiungere. Non è un caso che per noi i cavalli siano dei colleghi”.

 

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C.D.

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