La laminite una patologia pericolosa per il cavallo
Nonostante la stazza, il cavallo è un animale molto delicato e sensibile ed esposto a numerose patologie. Tra le quali quelle che colpisco l’apparato gastro intestinale e stati infiammatori. Alcune malattie si rivelano letali e possono scaturire da una cattiva gestione dell’animale: a partire dall’igiene e la cura del cavallo, quella dell’ambiente in cui vive, l’attività fisica o un’alimentazione squilibrata. Le patologie possono infatti derivare da carenze alimentari o sovralimentazione, batteri, vermi, infezioni o infiammazioni e colpi di freddo.
La laminite è una delle patologie infiammatorie più diffuse del cavallo che colpisce il piede. Nei casi gravi arriva a provocare il distacco delle lamine dall’osso podalico mentre nei casi può provocare la rotazione della terza falange. In questi casi, il cavallo non potrà più essere montato. Ecco perché è fondamentale conoscere la patologia, i sintomi, le terapie e soprattutto come prevenirla.
La laminite è un’infiammazione delle lamine cornee e dermiche definita anche con i termini di rifondimento, rinfondimento, ripresa, riprensione, podoflemmatite pododermite asettica. Una patologia considerata grave per l’animale e che ha un’incidenza letale nel 60% dei casi o provoca invalidità permanente al cavallo, provocando zoppia all’animale. L’infiammazione provoca una rotazione verso il basso dell’osso triangolare all’interno del piede del cavallo e vi può essere una dicesca della falange all’interno dello zoccolo.
Una malattia vascolare periferica per cui si verifica una diminuita perfusione capillare all’interno del piede, portando alla secrosi ischemica delle lamine. Provoca dolore e un disordine metabolico sistemico.
Le cause della laminite sono varie e possono essere di origine alimentare o ereditarie.
Nella fase che precede l’insorgenza dei primi sintomi, detta anche fase prodromica, il cavallo presenta un malessere generale, accompagnato da una carenza di appetito, diventa apatico, non ha voglia di lavorare e le feci sono scolorite. Nella fase acuta il cavallo è ansioso e si registra una variazione base d’appoggio, la presenza di decubito, si verificano tremori, aumenta la febbre, sintomi di tachipnea, congestione delle mucose apparenti, diarrea, sudorazione, calore della parete dello zoccolo mentre il polso digitale è aumentato.
La patologia viene classificata in acuta, sub-acuta e cronica.
I sintomi più diffusi e comini sono:
Ci sono quattro gradi di sintomi della podoflemmatite classificati da Obel. L’atteggiamento assunto dal cavallo, sopratutto nel 3 e 4 grado, è il seguente: quando è colpito solo il bipede anteriore il cavallo porta gli arti fuori di se, cioè in avanti; quando sono colpiti tutti e quattro gli arti tende a ridurre la base di appoggio ed anche i posteriori sono spostati sotto di sé.
Il cavallo alterna il peso sui piedi sollevandoli ripetutamente
Il cavallo si muove con passo tipico, di conseguenza solleva subito il piede appena tocca il suolo (cammina sulle uova)
il cavallo si muove con riluttanza, si oppone ai tentativi di sollevare un arto perché impossibilitato a caricare sul controlaterale a causa del dolore
il cavallo è impossibilitato al movimento, in stazione acquisisce la tipica postura laminitica oppure rimane in decubito
Nel caso di laminite acuta o iperacuta i sintomi evidenti entro 12-48 ore. Il cavallo cambia comportamento, tende a essere depresso, inappetente, prova dolore durante l’attività fisica, assume posizioni anomali. Lo zoccolo potrebbe crescere in maniera anomala creando anelli particolari, friabili che possono anche sgretolarsi. Lo zoccolo può essere anche più caldo.
Nel caso di fase subacuta, i sintomi si verificano dopo tre giorni e sono simili alla fase acuta ai quali si aggiunge un aumento del battito cardiaco e cambiamenti nell’andatura. Tende a oscillare sulle zampe posteriori, cercando di spostare la maggior parte del peso sui talloni e sembra essere inclinato all’indietro. Presenta una lieve zoppia, sensibilità alla palpazione del piede mediante tenaglia. Anche se è di difficile diagnosi in questa fase il cavallo ha buone possibilità di recupero.
E’ la fase in cui la laminite nonostante le cure appropriate e la rimozione delle cause scatenanti, tende a migliorare lentamente e in misura minima. In questa fase, la prognosi non è positiva e si evolve in laminite cronica.
La laminite cronica comporta la parziale rotazione della III falange, danni permanenti della struttura delle lamine dermiche e compromette per sempre l’attività dell’animale. L’azione di forze contrapposte che agiscono sullo zoccolo e sulla falange distale determina, nella fase cronica, la rotazione, e/o la dislocazione distale della terza falange. In particolare sullo zoccolo agisce la forza di reazione del terreno alla forza peso del cavallo, mentre sulla falange distale agiscono la forza peso e la forza di trazione del flessore profondo che si contrae per un riflesso antalgico; questo meccanismo determina la reazione. L’entità di questi fenomeni può essere tali da indurre una perforazione del tessuto corneo della suola da parte della falange distale. Nelle forme meno gravi e recidivanti si possono osservare delle caratteristiche cerchiature della parete dello zoccolo oltre alla deformazione del profilo di questa. Nei cavalli con laminite cronica la suola è tipicamente abbassata o colma.
Tra i sintomi che si verificano in questa vi sono cerchiature che si sono ampliate ai talloni, si può registrare un eventuale gemizio sierico per distacco del cercine e un’eventuale perforazione della suola.
Fino alla fase acuta è ancora possibile trattare in maniera efficace la patologia. LA terapia dovrebbe iniziare prima della rotazione della terza falange. Il trattamento è mirato a prevenire e dovrà essere applicato entro le 12 ore dal primo attacco di zoppia.
Non appena sono riconosciuto i sintomi della laminite, vi sono alcuni interventi in urgenza che si possono intraprendere in attesa dell’arrivo del veterinario:
In questa fase che anticipa l’insorgenza dei primi sintomi, la terapia mira ad assumere un intervento di prevenzione portando attenzione alla dieta del cavallo e in caso a togliere gli effetti della causa scatenante.
Vengono rimosse le cause che l’hanno scatenata, rimuovendo subito la causa scatenante ed evitando di somministrare carboidrati. E’ necessario sferrare il cavallo, portandolo su un terreno morbido, per cui è suggerita la sabbia nel box. In questa fase, è possibile somministrare analgesici, antestetici locali e antinfiammatori non steroidei per ripristinare la circolazione al piede, continuando ad alternare docce fredde e impacchi caldi.
In questa fase dovrà essere tenuto sotto controllo l’endotossiemia con purghe, antibiotici e digiuno, l’ipertensione, il dolore con antinfiammatori non steroidei e analgesici α2 agonisti, le alterazioni circolatorie nel piede e si deve prevenire lo spostamento della terza falange rispetto alla scatola cornea. In tal senso è possibile stabilizzare l’appoggio sotto il fettone con un blocchetto di legno fissato con gesso o con una benda arrotolata fissata tramite bendaggio, stabulazione su sabbia profonda.
Nella fase iperacuta è ancora possibile trattare efficacemente la patologia. Intervenire come nella fase acuta, rimuovendo le cause scatenanti, cambiando alimentazione, evitando di somministrare carboidrati. In questo caso, il cavallo prova dolore a causa della tensione del tendine flessore delle falangi provocata dalla rotazione della III falange. Per cui è possibile somministrare antinfiammatori non steroidei. Proseguire con gli impacchi docce fredde e calde. Viene suggerito anche un tranquillante acepromazina maleato che ha anche un effetto vasodilatatore.
Dopo la fase iperacuta, è possibile effettuare anche un trattamento mascalcico. Dovrà essere applicata una ferratura correttiva con la quale il cavallo andrà ferrato in modo da caricare la tensione sul tallone e non sulla punta. Effettuare delle radiografie per determinare i rapporti tra l’osso del piede e la scatola cornea per poi eseguire le ferrature terapeutiche.
Se la rotazione è grave e si verifica una penetrazione della suola da parte della terza falange, potrebbe essere necessario anche un intervento chirurgico per la resezione del tendine flessore profondo e prevenire un’ulteriore rotazione. Purtroppo, se vi è una perforazione della terza falange nella suola, la prognosi è spesso infausta.
Ad oggi non c’è alcuna cura per la laminite cronica. Il cavallo può convivere con questa patologia anche se non potrà più essere montato. Può vivere per molto tempo con cure adatte e un pareggio o una ferratura terapeutica. Il ripristino di piedi normali in un cavallo che ha subito rotazione e/o abbassamento della terza falange è un processo lungo che comporta una durata di un anno. Richiede una collaborazione stretta tra il veterinario, del maniscalco e il proprietario con un pareggio progressivo che mira ad accorciare la punta e ad abbassare i talloni per riportare in maniera graduale una posizione del piede più confortevole rispetto allo spostamento della terza falange.
La prevenzione della laminite riguarda soprattutto il tipo di alimentazione del cavallo, del suo stile di vita e attività fisica. I cavalli che guariscono dalla laminite o i casi cronici sono spesso soggetti a ricadute per cui dovranno essere sempre tenuti sotto controllo.
L’apparato dirigente del cavallo non digerisci facilmente gli amidi, soprattutto se somministrati in forma cruda e semi cotta. Foraggi ricchi in zuccheri possono essere anche pericolosi. L’obesità espone a rischio l’animale così come una carenza alimentare. E’ fondamentale che il cavallo abbia una dieta equilibrata in base al tipo di attività che svolge.
Riepilogando:
Alcuni farmaci sono pericolosi e possono alterare la flora intestinale come alcuni antibiotici. In tal senso, anche le terapie con cortisonici sono pericolose soprattutto nei cavalli obesi.
Attività fisica
Evitare che il cavallo faccia attività fisica e prolungata nel tempo su terreni duri. Nel caso in cui invece si verifica un sovraccarico unilaterale dovuto ad una lesione del controlaterale cercare di ristabilire un appoggio dell’arto danneggiato tramite antinfiammatori.
Una vita troppo sedentaria può essere un fattore scatenante.
Infine il cavallo non deve essere sottoposto a uno stile di vita con stress cronico.
Per mantenere in salute il piede del cavallo sono necessari piccoli accorgimenti e cure quotidiane. E’ importante controllare in maniera frequente il piede dell’animale, pulirlo, rimuovendo sassolini o copri estranei. La suola deve essere pulita così come attorno al fettone in modo da evitare che marcisca o che si sviluppino infezioni batteriche.
Nelle stagioni umide esistono prodotti specifici da applicare sulla suola o sullo zoccolo per renderlo impermeabile o per mantenere la suola asciutta come il catrame. Tuttavia, nei periodi estivi e di siccità anche in inverno, lo zoccolo del cavallo deve essere curato e ingrassato per evitare spaccature.
E’ importante che la lettiera dove permane il cavallo sia pulita e morbida per evitare la diffusione di batteri o micosi che il cavallo potrebbe contrarre.
Il piede trascurato o mal pareggiato, con punta lunga e talloni bassi può portare a complicazioni. Nel caso di cavalli colpiti da laminite, si possono verificare delle ricadute. Dopo la laminite si verifica spesso un’alterazione della forma dello zoccolo per cui si hanno i talloni lunghi mentre la suola è più convessa che concava. Dovranno essere seguiti e monitorati con regolari ferrature terapeutiche.
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C.D.
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