Per molti di noi il cavallo, oltre che rappresentare un animale con il quale si possono fare molti sport energici e competitivi, è in primis un animale d’affezione e da compagnia al quale sono destinate cure al pari di un cagnolino o gattino. Tra l’altro è usato anche tantissimo nelle sedute di ippoterapia con bambini e persone disabili, per cui perché fregarsene dei suoi problemi.
Dalla stazza e dal luogo in cui vive il cavallo potrà sembrare un animale molto robusto e resistente, mentre invece è delicato come tantissimi animali. Oggi in particolare parliamo delle malattie dermatologiche che colpiscono il cavallo e tra le tante troviamo la scabbia o anche detta rogna. Questa malattia viene prodotta da parassiti che sono di dimensioni quasi irrilevanti ma molto dannosi e fanno parte della famiglia degli Acari. Come loro, infatti, con il loro particolare corpo ovale, tendono a pungere e succhiare, soprattutto nel caso delle femmine che sono le più temibili e causano un proliferare quasi incontrollato del disturbo.
La scabbia è una malattia, un’irritazione della cute creata da parassiti, per l’appunto molto piccoli ma al contempo molto letali. Il cavallo segue le stesse manifestazioni pruriginose del cane o del gatto, per cui se non ben curate ne prese in tempo possono portare a peggioramento. La più comune è quella sarcoptica seguita dalla demodettica, quindi dalla simbiotica. La prima rogna interessa la testa, il collo e il garrese; la scabbia demodettica colpisce invece il ciuffo, la criniera, una parte della coda, la base ma anche le cosce.
Infine la simbiotica investe la parte inferiore degli arti e le zampe del cavallo. Il tutto infastidisce l’animale che tende a grattarsi in modo nervoso. I parassiti che favoriscono questa irritazione rientrano nella grande famiglia degli acari. La sintomatologia della scabbia è prurito intenso, irritazione, il pelo appare opaco, spento, l’animale prova fastidio e certe volte dolore.
La cute è irritata, può presentare lesioni e croste. Il cavallo cerca di lenire il fastidio cercando di grattarsi, oppure scuotendo la testa per eliminare parassiti e insetti. L’animale può presentare febbre, linfonodi ingrossati, può risultare emaciato, debole, smagrito e inappetente. A lungo andare in un animale che ha bisogno di alimentarsi quasi di continuo, questa condizione porta a deperimento. La scabbia ha una stagione che predilige per svilupparsi, ed è l’inverno in concomitanza con la primavera che arriva. Una temperatura più mite ne favorisce la diffusione veloce e rapida. Il periodo di incubazione può durare anche sei settimane, il parassita può sopravvivere anche due settimane sottopelle.
Il veterinario effettuerà degli esami specifici per stabilire la terapia giusta e per definire l’origine della malattia. La terapia contempla l’assunzione di medicinali per via orale, antibiotici e antinfiammatori. Sarà sicuramente buona norma effettuare una pulizia del manto e tagliare il pelo, la criniera, per eliminare i parassiti annidati, spazzolate costanti del corpo per togliere croste e sporco. Il cavallo verrà lavato con shampoo specifici, oppure frizionato con acqua e sapone di Marsiglia. Per calmare il prurito potremo effettuare un massaggio con pomate lenitive che favorirà la cicatrizzazione delle ferite. Noi di amore consigliamo un po di olio d’oliva per aiutare il rimarginarsi della cute. Vista la delicatezza della pelle si possono ottenere ottimi risultati anche con prodotti omeopatici, sempre su prescrizione veterinaria.
B.M
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