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Cavalli

La rinopolmonite equina: una grave malattia debilitativa

La rinopolminte equina è una malattia infettiva contagiosa dei cavalli caratterizzata da blandi sintomi respiratori, aborto e occasionalmente da sintomi nervosi (paralisi) E’ sostenuta da un virus appartenente alla famiglia delle Herpesviridae. E’ stato stimato che più del 90% dei cavalli si infetta nei primi due anni di vita e in seguito all’infezione primaria il virus si assopisce e va in latenza fin quando non tornano a ripresentarsi eventi stressanti come: sovraffollamento, trasporti, malattie intercorrenti, trattamenti con cortisonici, parto.

Il periodo di incubazione è di 2-21gg. I sintomi che possiamo trovare sono:

  • febbre fino a 40-50 gradi
  • rinofaringite
  • larignotracheite
  • tracheobronchite
  • tosse, scolo nasale
  • inappetenza
  • paralisi arti posteriori
  • edema sottocutaneo
  • incontinenza
  • prolasso del pene

Può verificarsi un aborto spontaneo da virus: Si verifica durante gli ultimi 4 mesi di gestazione, aborto tardivo. Si osserva espulsione del feto e della placenta, ma non sorge nessun problema per le successive gravidanze. L’infezione nelle ultime settimane di gestazione determina la nascita di puledri vivi ma poco vita. La prima vaccinazione andrebbe fatta a 5-6 mesi con un richiamo dopo 4-6 settimane e successivamente richiami semestrali.

Come si diffonde la letale malattia

Le vie di trasmissione possono avvenire per contagio tra gli animali della stalla, con scolo nasale o oculare, materiale fetale abortito o per trasmissione diretta di goccioline disperse nell’aria. Quando il cavallo entra a contatto con il virus rimane infetto e portatore a vita, anche non mostrando sintomi, trasmettendo il virus in maniera sporadica. I “portatori asintomatici” che diffondono la malattia senza manifestarne i sintomi possono essere pericolosi per tutti i cavalli non protetti.  Per una buona ripresa è importate il luogo in cui starà il cavallo, preferibile lettiera morbida, oltre l’uso di antibiotici ad ampio spettro, farmaci antinfiammatori o anti-herpesvirus, che alleviano i sintomi.

Attualmente esistono dei vaccini che vengono somministrati soprattutto alle fattrici gravide per scongiurare l’evento aborto (somministrazione al 5°, 7° e 9° mese di gravidanza), ma l’immunità che deriva dalla vaccinazione è di breve durata e protegge dalle manifestazioni cliniche di malattia ma non dall’infezione o dalla riattivazione della latenza, per questo motivo è possibile evidenziare episodi clinici anche in allevamenti dove non c’è movimentazione di animali che veicolano il virus.

Per fare ottima prevenzione sarà necessario iniziare un programma di vaccinazione per tutti i soggetti prima che sia troppo tardi. Gli obbiettivi principali per ridurre la malattia sono la riduzione dei sintomi respiratori clinici e la capacità di evitare il contagio. Ogni cavallo che entrerà in allevamento dovrà seguire un programma di quarantena per 14-21 giorni e dovranno essere tenuti da conto i parametri vitali,polso temperatura e respiro.

L’igiene è la prima cosa, in quanto le particelle virali si possono trasportare anche tramite gli indumenti delle persone che puliscono i box. Tutti i box dovranno essere disinfettati  dopo il trasporto, e ogni cavallo che mostra sintomi respiratori dovrà essere isolato fino a diagnosi. Isoleremo anche le giumente che abortiscono per cause sconosciute.

Beatrice Masi

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Beatrice Masi

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