Una ricerca svela che il cavallo non solo riconosce le espressioni facciali dell’uomo ma che è anche fisionomista
Le ricerche in etologia che studiano i comportamenti delle specie animali hanno rivelato negli ultimi anni straordinarie scoperte riguardanti il regno dei cavalli. L’intelligenza del cavallo sorprende ogni giorno non solo nel modo in cui comunicano e si relazionano ma anche nel modo in cui percepiscono l’ambiente e le persone.
E’ stato dimostrato che i cavalli riconoscono il volto delle persone famigliari ma non solo. Uno studio del 2016 ha evidenziato che sanno anche interpretare le espressioni facciali degli umani.
I ricercatori si sono sempre più indirizzati nel campo della cognizione sociale dei cavalli, ovvero il modo con il quale percepiscono e comprendono e interpretano gli individui e l’ambiente circostante. Focalizzando sulle capacità cognitive degli equini per capire la loro comunicazione, il loro apprendimento sociale, il modo in cui riconoscono altri individui, le loro emozioni o il loro stato mentale.
In natura, questo sistema cognitivo e di conoscenze ha contribuito e contribuisce a tenere coeso il branco e alla sua sopravvivenza. Tuttavia, con l’addomesticamento il campo delle interazioni ha coinvolto anche le persone. Ovvero, così come i cani hanno imparato ad interagire con l’uomo, arrivando addirittura a sviluppare 19 gesti per comunicare solo con le persone, anche i cavalli, nell’arco dei secoli si sono evoluti relazionandosi con l’uomo.
Cognizione sociale intraspecifica
Nonostante le differenze di specie, fisiche e psicologiche, uomo e cavallo riescono a comunicare e a capirsi a vicenda. Ecco perché, questo campo di interazione sul piano cognitivo viene chiamato “cognizione sociale intraspecifico” ovvero tra specie diverse.
Nel 2016, è stato pubblicato uno studio che ha dimostrato che i cavalli sono in grado di riconoscere le emozioni delle persone attraverso le espressioni facciali e che si comportano con l’uomo in funzione delle espressioni. A distanza di due anni, i ricercatori hanno voluto approfondire questa scoperta cercando di capire quanto fossero in grado di memorizzare tali espressioni.
I cavalli sono stati di nuovo confrontati a delle fotografie che mostravano delle persone con diverse espressioni facciali: negative e positive. Successivamente, sono stati messi a confronto con le persone reali che erano state fotografate che in questa circostanza avevano un’espressione neutra.
I ricercatori hanno notato che “i cavalli che avevano visto le fotografie con espressioni facciali negativi hanno avuto difficoltà ad approcciarsi alle persone”.
Questo significa che i cavalli sono stati in grado di utilizzare delle informazioni che hanno acquisito in precedenza riguardanti le emozioni di una persona e che di conseguenza interferiranno sull’interazione che avranno con quella persona.
Fisionomia delle persone
Se il cavallo è in grado di interpretare le espressioni facciali ciò significa che sono anche in grado di riconoscere i tratti fisionomici di una persona. Un gruppo di studiosi guidati da Léa Lansade, ricercatrice IFCE e Miléna Trosch, dell’Inrae Centre Val de Loire in Francia ha voluto indagare sulle capacità dei cavalli di riconoscere la fisionomia delle persone.
Per dimostrarlo, i ricercatori hanno osservato undici cavalli sottoposti a un test di riconoscimento facciale. Su uno schermo sono state proiettare delle fotografie di diverse persone che erano estranee o conosciute dai cavalli. Gli equini dovevano premere sullo schermo quando riconoscevano la persona per ricevere una ricompensa se davano la risposta corretta.
I risultati pubblicati su Scientific Report 10, 6302 (2020), sono espliciti. I cavalli, senza usufruire di altri sensi, uditivi o olfattivi, sono stati in grado di riconoscere il viso di una persona nota trasponendola da una visione 3D (quella reale) su uno schermo 2D.
Lo studio ha inoltre dimostrato che sono stati in grado di riconoscere il viso di una persona anche a distanza di sei mesi. I cavalli hanno riconosciuto i volti delle persone che erano state associate a esperienze positive. Persone che li hanno curati e dato da mangiare. Tuttavia, non è stato ancora dimostrato se a distanza di tempo, sono in grado di riconoscere anche individui associati a esperienze stressanti. In tal caso, sottolineano i ricercatori, non ci saranno più margini di dubbio.
Questo significa che così come con l’uomo, il cavallo è in grado di interagire anche con altre specie e di operare esattamente con lo stesso sistema di cognizione sociale. Ecco perché è molto comune l’amicizia tra animali appartenenti a specie diverse. Nello specifico, i cavalli, essendo animali socievoli e da branco, soffrono molto la solitudine e sono in grado di creare dei bellissimi legami con altre specie come gatti o cani.
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C.D.