Il flehmen nel cavallo, detto anche riso equino, è una tipica espressione del quadrupede, che ha una funzione ben precisa. Scopriamo insieme a cosa serve.
Il cavallo è da sempre l’animale regale per eccellenza: forte, elegante, potente, madre natura ha concentrato in una sola creatura bellezza e maestosità unite in un animo gentile ed empatico. Il cavallo riesce infatti a comprendere anche i sentimenti dell’uomo, ed ha grandi doti di comunicazione, con l’uomo e con i suoi simili. Ebbene, per comunicare con questi ultimi, il flehmen nel cavallo ha una grande importanza. Vediamo quale!
Prima di tutto partiamo dalla definizione di flehmen. Si tratta di un termine della lingua tedesca, ed ha il significato di incurvare il labbro superiore. Non a caso da molti è conosciuta come la smorfia del flehmen, proprio perché l’animale sembra per l’appunto fare un’espressione buffa.
In realtà il flehmen non è una prerogativa esclusiva del cavallo; anzi, si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso nel regno animale. Capre, bisonti, giraffe, in generale tutti gli ungulati e i felini: dunque non manca nemmeno il gatto domestico. E all’appello non manca nemmeno Fido.
Il flehmen nel cavallo è dunque quell’espressione tipica dell’equino in cui solleva l’arcata superiore del labbro mostrando i denti, che ai nostri occhi appare alla stregua di una buffa risata. Non a caso il flehmen nel cavallo è noto anche come riso equino.
Compreso che cos’è il flehmen nel cavallo, resta da comprendere qual è la sua funzione. Ebbene, con tale espressione il cavallo è in grado di comunicare a distanza e in maniera indiretta con altri suoi simili. In che modo? Sappiamo che i cavalli, così come altri esseri viventi, rilasciano i feromoni.
Si tratta di sostanze prodotto dall’organismo e che hanno l’apposito scopo di trasmettere delle informazioni. Quando il cavallo incurva il labbro superiore e mostra la tipica espressione del flehmen non fa altro che fiutare l’aria ed analizzare le informazioni rilasciate da altri suoi simili con i feromoni.
Con essi si può comunicare la propria disponibilità all’accoppiamento sessuale, il proprio stato di salute, si può comunicare l’appartenenza di un dato territorio; annusando i feromoni il cavallo può anche fiutare il passaggio di un suo simile e capire a che distanza di tempo sia avvenuto.
Insomma, un sistema di comunicazione a distanza, paragonabile alla nostra email.
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Il flehmen nel cavallo, come visto, coinvolge in sé vari aspetti: dalla comunicazione dell’animale, alla mimica facciale fino all’olfatto. Ma in concreto come funziona? Come fa il cavallo a distinguere la funzione tipica del flehmen dall’ordinario olfatto e azionare in tal senso il naso?
Ebbene, in realtà il cavallo si serve dell’organo vomero-nasale, detto anche di Jacobson, per azionare questo sistema olfattivo (e di comunicazione) secondario. L’organo di Jacobson è presente anche nel cane e nel gatto e in tutti gli animali che si servono del flehmen.
In realtà anche gli esseri umani sono dotati dell’organo vomero-nasale, che tuttavia non sembra essere funzionale, o semplicemente non abbiamo ancora imparato ad usarlo. I cavalli potrebbero darci qualche lezione.
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Antonio Scaramozza
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